Cinque regole per coltivare al meglio l’anthurium

Dalla scelta della posizione e della temperatura ideali, alla gestione di rinvaso, concimazione e annaffiature: tutto ciò che serve sapere per mantenere in salute questa amatissima pianta tropicale.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 07/02/2025Aggiornato il 07/02/2025
Pianta di anturio

Un tempo considerata pianta difficile da coltivare, oggi l’anthurium è largamente diffusa. Gli insuccessi, ancora frequenti, sono dovuti nella maggior parte dei casi a due errori: temperatura e umidità insufficienti, ma in generale tutti gli accorgimenti per curare e far vivere a lungo la pianta si possono facilmente riassumere in 5 punti.

  1. Posizione: la posizione ideale è davanti alle finestre in casa, dove la luce non manca. La luce deve essere diffusa, mai diretta e costante nell’arco dell’anno. L’anthurium resiste molto bene anche nelle zone poco luminose, ma la fioritura sarà minore. Evitare sempre le correnti d’aria. In estate la pianta può essere spostata all’aperto, ma mai in pieno sole. Un portico o un terrazzo coperto possono essere la migliore sistemazione.
  2. Irrigazione: per annaffiare usare possibilmente acqua dolce e non fredda, si può utilizzare l’acqua piovana. Il terriccio non deve mai diventare asciutto, meglio impiegare poca acqua e spesso. In estate bagnare ogni tre giorni e ogni sei durante l’inverno. L’anthurium, per prosperare vuole un’umidità molto elevata. Per ottenerla mettere nel sottovaso uno strato di ghiaia o di argilla espansa di 2 cm almeno da mantenere bagnato in ogni stagione. Per la stessa ragione è consigliato nebulizzare le foglie ogni giorno, anche più volte, e mantenere umido il muschio a protezione delle radici.
  3. Terriccio e rinvaso: il terriccio potrà essere ottenuto mescolando insieme in parti uguali, sabbia, torba e terra da giardino. Si può aggiungere qualche pezzo di carbone di legna. È necessario un buon drenaggio sul fondo del vaso con ghiaia, costituito da cocci o da argilla espansa. Il rinvaso si effettua in inverno, ogni due anni o tre anni, e la base della pianta deve sporgere dal terreno di 5 cm, le radici andranno protette con muschio. Per ottenere buone fioriture mantenere uno squilibrio fra dimensioni del vaso e vegetazione a favore della seconda.
  4. Concimazione: la concimazione va effettuata dalla primavera all’autunno, quando la pianta è in vegetazione, impiegando un fertilizzante liquido per piante da fiore ogni 15 giorni. Per i soggetti mantenuti a temperatura costante con fioritura continua non sospendere le somministrazioni. Quando la concimazione è insufficiente i fiori non si aprono o la pianta produce soltanto nuove foglie.
  5. Temperatura: l’anthurium è molto esigente in fatto di temperature. Teme il freddo, gli sbalzi termici e le correnti. La temperatura minima consigliata è di 16°C durante l’inverno. Può resistere fino a 10°C. Il classico sintomo da freddo è la caduta delle foglie e l’imbrunimento delle spate. Per ottenere le migliori fioriture la temperatura deve mantenersi costante intorno ai 20°C, in queste condizioni la fioritura può essere continua per tutto l’arco dell’anno. La fascia di benessere è compresa fra i 20 e i 27°C. La temperatura massima sopportata è di 29°C, ma solo a un elevato tasso di umidità.

Incuria anthurium: le conseguenze

L’anthurium mal curato può andare incontro a diverse problematiche fitosanitarie, in particolare infestazioni da parte di insetti e funghi.

annaffiare anthurium

Nel primo caso, i parassiti più frequenti sono le cocciniglie cotonose, che si manifestano con fioccosità biancastre sotto le foglie e alla loro intersezione con i fusti.

La cocciniglia può essere combattuta con batuffoli di cotone o pennelli imbevuti in alcool: così facendo si rimuove l’insetto nascosto in mezzo alle fioccosità. Questi insetti omotteri appartenenti alla famiglia dei Coccidi sono parassiti vegetali con femmine prive di ali, per cui, in caso di attacco, va isolata subito la pianta così da non diffondere alle vicine l’infestazione.

Il nemico più insidioso è, invece, il tripide, un insetto beige di piccolissime dimensioni, che “punge” la foglia, sottraendo linfa e deformando la lamina. Il danno più grave è a carico dei fiori, sui quali provoca malformazioni e screziature di colore.

Il tripide è pericoloso poiché la lotta può essere solo preventiva. In appartamento, per evitare prodotti chimici distribuiti senza motivo, sono utili le trappole cromatiche: i tripidi, infatti, sono sensibili al colore azzurro intenso; basta infilare nel vaso o in mezzo alla vegetazione alcuni cartoncini azzurri spalmati di colla per intrappolare l’insetto indesiderato.

L’eccesso di acqua nel terriccio e il ristagno di acqua nei sottovasi, la scarsa ventilazione e una concimazione eccessivamente azotata provoca invece la comparsa di macchie fogliari e, ancor più pericolosi perché causano l’afflosciamento della pianta, i marciumi del colletto e delle radici.

In tutti i casi, bisogna intervenire tempestivamente alla prima comparsa dei sintomi con anticrittogamici a base di rame o più specifici, per piante d’appartamento.

 

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