Clivia miniata, famiglia delle Amaryllidaceae, è originaria del Sud Africa ed è stata introdotta in Europa dal XIX secolo, quando ebbe grande fortuna. Si tratta di una pianta di piccole dimensioni e dallo sviluppo lento e contenuto, proprio per questo è facile coltivare la clivia in casa in contenitore. Ha foglie nastriformi, di uno splendido verde lucente, che raggiungono una lunghezza massima di 50 cm. Si sviluppano alla base di un brevissimo fusticino centrale; le foglie più vecchie, quelle esterne, seccano man mano, lasciando spazio alle foglie giovani che nascono al centro della pianta.
Primavera fiorita
In primavera la clivia in casa emette uno stelo fiorale centrale, robusto ed eretto, alla cui estremità si apre un’infiorescenza a ombrello composta da una decina di “campanelline” composte ognuna da 6 petali. In genere i petali sono di colore arancione ma alcune varietà, come la poco diffusa “citrina”, si distingue per il colore giallo. Ogni fiore, una volta persi i petali, si ingrosserà a formare una bacca verde, contenente i semi.
Luce mai diretta
La clivia in casa gradisce temperature medie ottimali di 18-20°C, pur sopportando temperature massime di 28-30°C e minime prossime ai 10°C.
In questo periodo, e per tutto l’inverno, la clivia in casa ha bisogno di pochissime cure e di poca acqua. Le foglie devono essere pulite delicatamente con un panno morbido e leggermente umido, in modo da rimuovere la polvere che vi si accumula. Il vaso una volta alla settimana va ruotato, così da esporre in maniera uniforme tutti i lati della pianta alla luce e consentirne uno sviluppo omogeneo.
Quando ci si accorge che il terriccio è troppo asciutto, soprattutto se l’aria è troppo secca, basta dare un bicchiere d’acqua alla clivia in casa. Preferire se possibile acqua poco calcarea: meglio quella demineralizzata, se quella del rubinetto di casa è troppo pesante, per evitare la comparsa di macchie bianche sulle foglie. Le bagnature andranno aumentate solo alla ripresa vegetativa, in primavera, quando la pianta ricomincerà a svilupparsi e a fiorire, aiutata anche da opportune concimazioni. Gli apporti idrici dovranno essere comunque sempre limitati, per evitare che si sviluppino malattie fungine e marciumi. Il terreno non deve essere pesante, ma morbido e ben drenante; quello migliore è composto da terriccio di tipo universale miscelato a poca sabbia (in ragione di un quarto circa).