Dal salotto al balcone, dal giardino al perimetro del laghetto, fuori e dentro l’acqua, le piante con foglie grandi e decorative attirano sempre l’attenzione. In particolare, tra le piante proposte come acquatiche, le Colocasie sono sempre protagoniste alle mostre, dove vengono esposte in grossi catini pieni d’acqua. Così, molti credono di non poterle coltivare: invece si tratta di piante da ripa e tutti possono farle crescere in un laghetto, per chi vive in zone molto miti, oppure in vaso, la maggior parte delle coltivazioni, da ritirare quando le temperature si abbassano.
Alcune varietà di colocasia sono resistenti al freddo e in Pianura Padana possono anche superare l’inverno all’esterno, ma la maggior parte ha invece bisogno di essere ritirata in autunno, quando le temperature minime arrivano intorno ai 10 °C. L’ambiente che dovrà accoglierle dovrà essere molto luminoso, tale da garantire luce per almeno 8-10 ore al giorno e a temperatura pressoché costante, intorno ai 10-12 °C. La luminosità può essere aumentata grazie all’utilizzo di luci artificiali come lampade a led, così da mantenere un fotoperiodo costante, e la temperatura facilmente equilibrata, con l’introduzione di un’unità radiante dotata di termostato. In altre parole, il loro ricovero ideale è una serra fredda. Le piante ritirate in casa, poste nelle posizioni meglio illuminate e aiutate con la lampada a led, potranno restare in attività senza entrare in una fase di riposo vegetativo. Sistemazioni diverse, buie, poco illuminate e fredde, non fanno altro che causare la morte o un progressivo deperimento della pianta che andrà a esaurirsi in qualche ciclo.
In primavera ed estate, la pianta è in fase di forte accrescimento, ma sviluppa poche foglie perché tutte le sue energie sono concentrate nella produzione di nuovi tessuti. Per capire se la pianta, seppur con poche foglie è in salute, occorre osservare lo spessore del fusto: una sua crescita attesta che tutto va bene.
Da settembre occorre preparare le piante a svernare: si sospendono le fertilizzazioni con l’arrivo dell’autunno e si inizia una restrizione delle distribuzioni d’acqua. La pianta inaspettatamente aumenta il numero di foglie e raggiunge il suo pieno potenziale di vegetazione. Poi si disidrata progressivamente e va incontro a un graduale deperimento che, durante il periodo invernale in serra fredda, porterà a perdere tutte o quasi le foglie; se poste in casa (con tutte le precauzioni raccomandate) le foglie non cadranno. La loro vitalità è comprovata dal fusto che si mantiene in parte verde e dalla gemma apicale che non secca.
In primavera, quando le temperature minime raggiungeranno i 12-15 °C, le piante andranno esposte gradualmente all’esterno.
Originarie dell’India e del Bangladesh, queste piante con grande rizoma sotterraneo, utilizzato anche a scopo alimentare, oggi sono diffuse anche nell’areale del Pacifico e nell’Asia Orientale. Si riconoscono per i gambi, carnosi e robusti, molto lunghi, che portano lamine fogliari allungate di grandi dimensioni, fino a 80 centimetri di lunghezza. Il fiore è uno spadice che ricorda quello delle calle. In genere le Colocasie sono piante strettamente legate all’acqua, ma non devono essere coltivate con le radici sommerse. Anche se poste nel laghetto devono essere sempre rialzate, sulla sponda, perché la circolazione dell’aria intorno alle radici è un requisito essenziale per la buona riuscita. L’acqua può lambire al massimo la parte bassa del pannicolo radicale. Lo stesso discorso vale anche per le piante in vaso, la maggior parte di quelle coltivate nel nostro Paese: chi vuole mantenere le piante in un sottovaso perché l’acqua in eccesso non si spanda, deve lasciare massimo 2 cm d’acqua.
Per l’acquisto di una pianta occorre valutare diversi parametri, primo tra tutti il colore della lamina fogliare perché non è solo un aspetto estetico ma è indice della sua rusticità. Le varietà a colore uniforme e scuro, anche quelle completamente nere come la notissima ‘Black Magic’, sono piante adatte al pieno sole; le colocasie con la lamina fogliare verde chiaro o variegato amano condizioni di luminosità abbondante ma diffusa, il classico sole del mattino. Alcune varietà sono particolarmente facili da coltivare, quindi adatte ai principianti, in particolare ‘Pink China’ a fusti neri e foglie di colore uniforme. Ottima resistenza è anche offerta dalle varietà giganti a stelo nero. Prima di acquistare osservare con cura le foglie su entrambe le pagine: devono essere sempre perfette, senza segni di punture, rosure, lanugine, ragnatele, scudetti o presenza di insetti. Il fusto deve essere turgido, senza alterazioni cromatiche o aree cedevoli. La pianta deve essere ben radicata. Per valutarlo, chiedere al venditore di estrarre la zolla, che dovrà essere compatta e con presenza di radici.
Le colocasie che attraggono maggiormente l’attenzione sono quelle di colore nero, o di un viola scuro, così intenso da poter essere assimilato al nero, predominante sul verde.
• La più nota è ‘Black Magic’, dalla lamina di colore viola scura polveroso. Scoperta come variante in Australia, in un giardino del Queensland, ha raggiunto in breve un’incredibile popolarità. Alta fino a 130 cm, ha steli viola e ama le posizioni soleggiate. Buona la resistenza al freddo.
• ‘Black Runner’, probabile mutazione della prima, ha la medesima altezza; si distingue per il colore ancora più scuro in contrasto con quello grigio della pagina inferiore, il bordo fogliare increspato e la maggiore dimensione delle foglie (60 cm). È più sensibile al gelo.
• ‘Black Coral’ è più vigorosa, raggiungendo i 180 cm d’altezza, ha foglie molto scure a lamina lucida.
• ‘Kona Coffee’ è una colocasia di dimensioni modeste, 60-90 centimetri, con buona resistenza al freddo, foglie di colore verde-nero lucide e gambi rossi.
Le piante con foglia fra il verde e il nero sono apprezzate da chi già le conosce e spesso rappresentano una seconda ottima scelta.
• Colocasia antiquorum ‘Illustris’, oggi considerata una varietà di C. esculenta, fu introdotta all’inizio del secolo scorso. Ha foglie molto grandi di colore viola scuro con margine e venature verde smeraldo in netto contrasto. È solo moderatamente resistente al gelo.
• Selezionata da questa è ‘Coal Miner’, con contrasto di colori più marcato, da ritirare in inverno. Ideale per esposizioni con luminosità diffusa e abbondante, cresce lentamente ma raggiunge i 150 cm.
• ‘Madeira’ ha grandi foglie di colore verde soffuso di viola con venature scure. Ha una buona resistenza al freddo, fino a -10 °C.
• ‘Alhoa’ ha foglie molto grandi di colore verde scuro, soffuse di viola, con venature e margini in contrasto verde smeraldo. È poco resistente al gelo.
Le colocasie verdi, in teoria le più semplici, nascondono in realtà particolari in grado di distinguerle una dall’altra.
• ‘Rhubarb’, conosciuta anche come ‘Red Steam’, è una varietà di taglia ridotta, dalle lamine fogliari grandi di colore verde chiaro luminoso, in netto contrasto con i piccioli rossi.
• ‘Tea cup’ si riconosce per il portamento della lamina a coppa (da qui il nome), che consente di apprezzare in trasparenza la struttura della foglia di colore verde. Raggiunge un’altezza fino a due metri, raccoglie l’acqua piovana e, quando il peso è sufficiente, il gambo si flette e la scarica.
• ‘Violet’ si riconosce per il contrasto fra le venature scure e il colore verde delle grandi lamine fogliari. Molto decorativa, solo moderatamente resistente al freddo, raggiunge i 180 cm di altezza.
Sono le più scenografiche: scatenano gli entusiasmi e risultano irresistibili.
• Colocasia esculenta ‘Mojito’ mescola in modo irriverente, come si trattasse di olio colorato su acqua, il verde acido, toni più scuri, il giallo e il nero. Difficile sottrarsi al richiamo del suo colore brillante, dalla fantasia irregolare e dirompente.
• ‘Lime Aide’ ha foglie con colori a contrasto, giocato maggiormente sui diversi toni del verde, fino al giallo, e con zonature più grandi. Poco resistente al gelo, di altezza modesta, è adatta anche per portici e terrazzi non esposti al sole cocente.
• ‘Elepaio’ è una colocasia meno diffusa, che supera di poco il metro, con foglie irregolarmente macchiate di bianco.
Esigenze precise da assecondare
Nutrimento
Per crescere con forza le colocasie hanno bisogno di molto nutrimento, specie di azoto, e di tanta luce. I due fattori sono in relazione fra loro e da primavera a settembre le piante andranno nutrite con generosità, ma senza esagerare, con somministrazioni regolari di terricciato di letame maturo o stallatico in pellet. In fase di ripresa vegetativa i concimi fogliari, con nutrienti prontamente assorbibili, microelementi e ferro chelato, danno ottimi risultati.
Terriccio
Per rinvasare la pianta, occorre utilizzare un substrato di coltivazione leggero e ben drenante. Il consiglio è mescolare torba (o torba e fibra di cocco) all’80% con un 20% di materiale drenante, pomice o ghiaia di granulometria compresa fra i 2 e i 6 millimetri. Meglio evitare di introdurre argilla, limo o terra di campo, troppo compatti.
Acqua e umidità
Le colocasie si bagnano sempre dall’alto e possibilmente a pioggia. Le bagnature devono consentire al substrato di trattenere l’acqua che potrà mettere a disposizione delle radici, mantenendosi sempre ben drenato e aerato. L’acqua non dovrebbe ristagnare nel sottovaso, escluso il momento in cui è nella fase di ripresa vegetativa. Non si dovranno mai accumulare più di 2 cm d’acqua. L’umidità costante ed elevata è un requisito fondamentale per mantenere le piante idratate e sane. Una volta al giorno, meglio due, si nebulizza con il getto più fine possibile su entrambe le pagine di ogni foglia. Questa pratica tiene lontani i parassiti più comuni, come acari, tripidi e ragnetto rosso che, nella pagina inferiore delle foglie, protetti, al caldo e con luce abbondante e diffusa, trovano un habitat ideale, se asciutto.