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Dopo la sfioritura, le orchidee Phalaenopsis presentano uno stelo fiorale spoglio: è il momento di curare le orchidee sfiorite per mantenere la pianta in salute e assicurarsi nuove e abbondanti fioriture. Che cosa fare? Il primo passaggio è quello di procedere con il taglio dello stelo, che si può eseguire in due modi: recidendolo alla base oppure accorciandolo.
Nel primo caso si taglierà lo stelo nel suo punto di inserzione sulla pianta: in questo caso la fioritura successiva avrà origine da un nuovo stelo emesso dopo circa un anno alla base della pianta. Se invece si preferisce accorciarlo bisognerà tagliarlo lasciando circa tre o quattro nodi sullo stelo. Il taglio andrà effettuato circa un centimetro sopra il nodo prescelto. In questo modo la fioritura successiva avverrà in tempi più brevi – qualche settimana circa – e con un minore sforzo da pianta della pianta, che emetterà una nuova gemma dal rigonfiamento del nodo più alto lasciato sullo stelo.
Può anche succedere che, invece di una nuova infiorescenza, si formi un nuovo germoglio con radici e foglie, che potrà essere staccato dalla pianta madre e messo in un vaso separato per dare origine ad una nuova piantina.
Dove tenere l’orchidea Phalaenopsis nel periodo estivo
Prima di capire come curare le orchidee sfiorite, è importante decidere dove collocarle. Le orchidee sfiorite gradiscono un ambiente umido e caldo, con temperatura minima di +15°C e massima di +34°C. In questo periodo è possibile anche spostare la pianta all’esterno, sul terrazzo o sul balcone, purché venga posta in una posizione ben ventilata, luminosa o semi-ombreggiata ma dove non venga assolutamente raggiunta dai raggi diretti del sole. Le foglie turgide e carnose della Phalaenopsis, infatti, se colpite dai raggi del sole, vengono bruciate e gravemente danneggiate; anche i bruschi sbalzi di temperatura sono dannosi per questa pianta delicata.
Bagnare bene la pianta: istruzioni
Le elevate temperature estive aumentano l’esigenza di acqua da parte delle orchidee, quindi è necessario nebulizzare foglie e radici con uno spruzzino manuale. Non bisogna dimenticare che le radici dell’orchidea Phalaenopsis sono di tipo aereo, quindi sono in grado di assorbire acqua dall’umidità atmosferica. Per eseguire questa operazione sarebbe meglio usare acqua priva di calcare: si può ad esempio raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla a temperatura ambiente, bagnando la pianta di sera o comunque nelle ore più fresche della giornata.
Una volta alla settimana o ogni dieci giorni, quando il substrato risulta particolarmente asciutto, è utile immergere per mezz’ora circa la base del vaso in acqua a temperatura ambiente, in modo che la pianta assorba l’acqua di cui ha bisogno e che i frammenti di corteccia che costituiscono il substrato si inumidiscano bene; si deve poi far sgrondare bene tutta l’acqua in eccesso per evitare marciumi delle radici. L’orchidea teme infatti gli eccessi di acqua e i ristagni, che potrebbero far marcire le radici o causare la crescita di funghi dannosi per la pianta.
Come capire se l’orchidea ha bisogno di essere bagnata? Un parametro da valutare è il colore delle radici. Se appaiono di colore verde spento o argento la pianta ha bisogno di acqua, mentre se sono verdi e turgide l’idratazione è ottimale. Un altro elemento da prendere in considerazione è il peso del vaso: se è molto leggero significa che è ora di bagnare l’orchidea.
Ogni quanto usare il fertilizzante?
L’apporto di fertilizzante è utile anche alle orchidee sfiorite, anche se con frequenza minore rispetto al periodo di fioritura e pre-fioritura. In questo periodo sarà sufficiente somministrare un concime di tipo specifico per orchidee ogni tre o quattro settimane circa, diluito in acqua seguendo le dosi indicate sulla confezione del prodotto acquistato.
Quali vasi utilizzare?
Le orchidee Phalaenopsis dovrebbero essere sempre tenute in un vaso trasparente: non si tratta di un fattore meramente estetico: il vaso trasparente favorisce lo sviluppo di radici forti e vigorose e permette di controllare lo stato delle radici per capire se la pianta ha bisogno di essere bagnata o per individuare tempestivamente marciumi radicali o la presenza di parassiti. Meglio quindi eliminare i portavasi colorati e scegliere semplici vasi di vetro o di plastica trasparente.
Come recuperare un’orchidea sfiorita?
Dopo essere sfiorita, l’orchidea Phalaenopsis si presenta spesso con radici secche e foglie sfibrate e rivolte verso il basso. È però possibile prendersene cura per recuperare l’orchidea sfiorita, riportarla al suo originario vigore e persino farla fiorire di nuovo. Prima di tutto bisogna liberare le radici dal vaso ed esaminarle, toccandole delicatamente con le mani. Le radici secche o marce andranno tagliate con delle forbici affilate e con le lame disinfettate sulla fiamma. A questo punto si può mettere nel vaso del terriccio apposito per orchidee composto da argilla, muschio e corteccia e inserirvi le radici della pianta, aggiungendo altro terriccio ai lati e sistemandolo bene con le mani. Dopo aver rinvasato la piantina si potrà bagnarla con dell’acqua in cui sia stato diluito un po’ di fertilizzante per orchidee, nelle proporzioni indicate sull’etichetta del prodotto acquistato.