Fai-da-te: il nido di primavera

Per decorare la casa con una composizione primaverile, vi proponiamo un semplice fai-da-te: un cestino realizzato con tralci di rampicanti, riempito con fiori di stagione, magari di colore azzurro come il cielo di aprile.

Simonetta Chiarugi
A cura di Simonetta Chiarugi
Pubblicato il 09/04/2016Aggiornato il 09/04/2016
Fai-da-te: il nido di primavera

cesto a forma di nido

La primavera entra anche in casa con l’allegria e il profumo dei fiori, basta una decorazione dal sapore naturale per regalare freschezza. Non occorrono tecniche particolari ma solo un po’ di manualità e materia prima di qualità, fiori e bulbi freschi e rami flessibili come quelli provenienti dalle potature di inizio stagione. Potrete realizzare un cesto/nido molto informale per accogliere le facili bulbose come le più classiche piantine perenni di stagione e sarà un dono molto apprezzato.

Che cosa occorre

  • Tralci di rami lunghi e flessibili
  • Filo di ferro sottile
  • Cesoie
  • Paglia
  • Bulbi di stagione o piantina primaverile.

Tempo di preparazione circa 2 ore.

Come si fa

 
1. Potete realizzare il cesto/nido con tralci provenienti dalla potatura del kiwi piuttosto che del falso gelsomino o del glicine o da qualsiasi altra pianta che presenti rami lunghi e flessibili come quelli di molte rampicanti. Eliminate le foglie e realizzate due cerchi attorcigliando i fusti. Intersecate ortogonalmente i cerchi facendoli passare uno nell'altro per formare una struttura di base a forma sferica e uniteli con il fil di ferro bloccandoli nel punto di incrocio.

1. Potete realizzare il cesto/nido con tralci provenienti dalla potatura del kiwi piuttosto che del falso gelsomino o del glicine o da qualsiasi altra pianta che presenti rami lunghi e flessibili come quelli di molte rampicanti. Eliminate le foglie e realizzate due cerchi attorcigliando i fusti. Intersecate ortogonalmente i cerchi facendoli passare uno nell’altro per formare una struttura di base a forma sferica e uniteli con il fil di ferro bloccandoli nel punto di incrocio.

2. La parte superiore del cerchio posto in verticale, fungerà da manico del cesto/nido, mentre sulla parte inferiore intersecate altri tre cerchi in misura degradante.

2. La parte superiore del cerchio posto in verticale, fungerà da manico del cesto/nido, mentre sulla parte inferiore intersecate altri tre cerchi in misura degradante.

 

 

3. Intrecciate sulla struttura portante altri tralci in modo disordinato utilizzando anche materiale vegetale differente. Non è necessario conoscere le tecniche di cestineria, basta aggrovigliare in modo serrato cercando di non lasciare spazi vuoti. Sono molto decorativi i tralci che presentano viticci o cirri, che sono le foglie modificate che permettono alla pianta di aggrapparsi a qualsiasi sostegno, come quelli del kiwi o della vite o del glicine.

3. Intrecciate sulla struttura portante altri tralci in modo disordinato utilizzando anche materiale vegetale differente. Non è necessario conoscere le tecniche di cestineria, basta aggrovigliare in modo serrato cercando di non lasciare spazi vuoti. Sono molto decorativi i tralci che presentano viticci o cirri, che sono le foglie modificate che permettono alla pianta di aggrapparsi a qualsiasi sostegno, come quelli del kiwi o della vite o del glicine.

4. Inserite nel cesto/nido un sacchetto di plastica bianco, l'ideale è quello della verdura del supermercato. Poi riempitelo con i bulbi prelavati con il loro pane di terra. avendo cura di avvolgere precedentemente il loro pane di terra. Completate la composizione adagiando attorno ai bulbi un po' di paglia per nascondere il sacchetto di plastica e al contempo decorare il cesto, se non trovate la paglia vera, potete utilizzare anche quella usata per imballare la frutta pregiata, chiedetela al vostro fruttivendolo di fiducia.

4. Inserite nel cesto/nido un sacchettino di plastica trasparente, l’ideale è quello della verdura del supermercato. Poi riempitelo con i bulbi prelevati con il loro pane di terra. Completate la composizione adagiando attorno ai bulbi un po’ di paglia per nascondere il sacchetto di plastica e al contempo decorare il cesto. Se non trovate la paglia vera, potete utilizzare anche quella usata per imballare la frutta pregiata, chiedetela al vostro fruttivendolo di fiducia.

Conservare il cestino

La composizione è pronta per abbellire la tavola o per rallegrare un angolo della casa per il breve periodo della fioritura dove potrete conservarla in una posizione molto luminosa ma lontano dai diretti raggi solari o da fonti di calore.
Bagnate due volte a settimana facendo attenzione a non far seccare la zolla di terra e da inizio primavera per aumentarne la vigoria è possibile fornire un concime liquido specifico per piante fiorite. I bulbi di Muscari si prestano a essere coltivati in vaso purché posti in un miscuglio di buona terra su un fondo drenante preparato con argilla espansa o ghiaia.
Quando i fiori saranno appassiti, tagliate gli steli e attendete fino a quando le foglie saranno secche per rimuoverle completamente, nel frattempo continuate moderatamente a bagnare la terra di coltivazione. Potete infine lasciare i bulbi in vaso e bagnare saltuariamente, riponendoli in un luogo fresco e buio fino a quando riprenderanno l’attività vegetativa.

Tra le cultivar di Muscari armeniacum, “Valerie Finnis” si fa apprezzare per il delicato colore celeste porcellana dei suoi fiori.

Moltiplicare i bulbi

Per moltiplicare i vostri muscari, procedete per divisione dei bulbilli generati in abbondanza dal bulbo madre dal quale si prelevano a fine autunno per essere piantati singolarmente alla profondità di circa 8 centimetri, distanti tra loro di circa 10 cm, se posti in piena terra o più ravvicinati se in vaso. Daranno origine a una piantina che fiorirà dopo circa due anni. Tempi più lunghi occorrono invece per vedere fiorire muscari ottenuti dai semi. Prelevateli in estate dalle spighe secche, ripuliteli e conservateli al buio in luogo asciutto fino all’autunno inoltrato quando potrete seminarli in buona terra da giardino. In questo caso dovrete pazientare per circa tre anni per vederli fioriti.

Foto di Simonetta Chiarugi

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