Contenuti trattati
Quando si acquista una pianta, tutti possono leggere facilmente, sulle etichette o chiedendo al venditore, le indicazioni necessarie per luce, aria e acqua. Per quel che riguarda il fertilizzante e il terriccio necessario al rinvaso, si rimane invece nell’incertezza. Bisogna intervenire o no sulle piante che vivono in casa? E se sì, in che misura? Nel momento in cui si acquista un prodotto fertilizzante, sorgono sempre molte domande a cui non è facile rispondere in termini assoluti, perché ogni pianta desidera un trattamento particolare. Eppure fertilizzare le piante è indispensabile. Vediamo come.
Nutrire è una necessità
La pianta portata a casa dal vivaio deve essere rinvasata e bagnata. E dopo una decina di giorni va concimata regolarmente. Tutte le piante, anche in tempi che possono variare molto secondo la specie e il tasso di crescita, prima o poi esauriranno la dotazione iniziale di nutrienti presenti nel terreno. Quando questi inizieranno a scarseggiare, la pianta attiverà fenomeni di risparmio, come crescita ridotta e fioritura modesta, segni di sofferenza generica e sensibilità alle malattie o a condizioni ambientali non idonee. Ecco perché fertilizzare le piante è una necessità. Serve a reintegrare gli elementi nutritivi, almeno in misura uguale all’utilizzo della pianta e alla perdita per dilavazione dovuta alle bagnature. L’incrostazione che troviamo nei sottovasi non è dovuta soltanto al calcare, ma anche ai sali minerali che si depositano e non sono riassorbiti.
È il momento di farlo ora? Dipende
Non per tutte le piante adesso è il momento giusto per fertilizzare. Alcune sono in riposo vegetativo, altre no: su queste occorre intervenire.
Le piante in vaso che hanno trascorso l’estate all’aperto e che lo scorso ottobre abbiamo spostato in locali freschi e non riscaldati, adesso sono entrate in una fase di quiescenza, con metabolismo ridotto. Non devono essere fertilizzate e vanno bagnate con grande parsimonia, per non indurre una nuova, e in questo momento non voluta, vegetazione.
Le piante che a ottobre abbiamo portato in casa, superato il periodo difficile del trasferimento, adesso con il riscaldamento acceso vivono a una temperatura costante di tipo primaverile (20-22 °C). Hanno bisogno di ricevere bagnature regolari e anche nebulizzazioni, per mantenere un buon livello di umidità dell’aria. Queste non entrano in fase di riposo e devono essere sostenute, con una giusta dose di concime.
Fertilizzare le piante, quindi, ma quanto? Adesso la luce è poca, nonostante si tengano tapparelle e tende sempre aperte e le piante possono apparire deboli e filate. Per questo motivo occorre fertilizzare, ma in modo blando, a metà del dosaggio indicato in etichetta. Per farlo, bisogna scegliere prodotti equilibrati, con tenori simili di azoto-fosforo-potassio (simboli chimici N-P-K) così che sia favorita non solo la crescita di nuovi tessuti (grazie all’azoto), ma anche la loro maturazione. Si provi a fertilizzare le piante a inizio mese e poi si attenda una “risposta” prima di ripetere il trattamento il mese successivo: se le piante non hanno avuto accrescimenti o sono cresciute molto, allungando troppo gli internodi, non vanno fertilizzate ancora. Quelle che hanno avuto invece un buon rinnovo fogliare, ma equilibrato, possono essere fertilizzate mensilmente.
Il prodotto liquido è più adatto
Per fertilizzare le piante in questo periodo si consiglia la formulazione liquida perché è facile da dosare, anche quando si deve riempire solo la metà del bicchierino o del tappo. Chi avesse a disposizione solo prodotti in polvere o in granuli, dovrà solo fare attenzione alle quantità. In genere, i fertilizzanti liquidi si presentano colorati: questa caratteristica consente di valutarne meglio la solubilità e di evitare accumuli sul fondo.
• Prendere una caraffa trasparente, riempirla d’acqua e versare il prodotto: se il fondo della caraffa dopo qualche minuto avrà un colore più intenso è segno che il fertilizzante, per ottenere una miscela omogenea, dovrà essere mescolato e tenuto in sospensione.
• Occorre quindi mettere l’acqua sul fondo dell’annaffiatoio, versare la quantità di fertilizzante indicata e aggiungere altra acqua così che il tutto si mescoli. Distribuire alle piante subito, senza attendere.
Il dosaggio corretto
In questo periodo occorre fertilizzare le piante in modo blando, a metà del dosaggio indicato in etichetta. Quindi bisogna conoscere il volume d’acqua che raccoglie il contenitore impiegato e la quantità di fertilizzante, prelevandolo con il tappo dosatore: nessuno è in grado di dosare a occhio le quantità espresse in cc per litro. Fertilizzare troppo, anche se solo di tanto in tanto, è uno spreco perché il prodotto non sarà assorbito. È anche un errore perché aumenterà la salinità del terreno, rendendo più difficile per la pianta il compito di prelevare acqua per osmosi.
Ogni pianta ha esigenze diverse
Gli amanti del verde, dovrebbero possedere almeno un fertilizzante per ogni tipo di pianta posseduta.
Esistono prodotti:
✓ per piante verdi
✓ per piante da fiore
✓ prodotti bilanciati
✓ specifici per acidofile, cactacee, orchidee ecc.
Il fertilizzante per piante verdi è ricco in azoto ed è indicato soprattutto in primavera e nei periodi durante i quali si registrano grandi crescite in condizioni di temperatura e luce ottimali.
Il prodotto per piante da fiore ha un maggior contenuto in fosforo e potassio per promuovere la maturazione dei tessuti, la salita a fiore e le colorazioni intense. Si usa quando iniziano a differenziarsi i boccioli fiorali.
Il prodotto bilanciato presenta NPK nella stessa percentuale: è
il vecchio “concime universale” che copre le esigenze delle piante senza venire incontro a nessuna richiesta specifica ed è indicato quando
si vuole nutrire senza forzare. È il più consigliato in questo periodo e quello indicato, in genere, nei momenti di passaggio vegetativo.
Specifici
Il prodotto per acidofile trova in casa un uso limitato ma è necessario quando si ospitino, anche per brevi periodi, ortensie, azalee e rododendri. La sua composizione include agenti in grado di contrastare la clorosi dovuta a un eccesso di calcare nell’acqua e mantenere un pH basso.
Nel fertilizzante specifico per cactacee è importante che il potassio
abbia un tenore elevato perché promuove la formazione di tessuti sani, colorati e maturi, più resistenti ad attacchi di malattie ed errori di coltivazione.Il fertilizzante per orchidee deve avere una quantità di NPK con un rapporto di 1:3:2.
• I prodotti fertilizzanti in genere si trovano con facilità anche nella grande distribuzione, a parte quelli più specifici, in particolare per cactacee e orchidee, da cercare in garden forniti.
Acquisto e conservazione
Nel negozio, davanti a uno scaffale con molte referenze e formati diversi, la scelta del fertilizzante richiede una serie di valutazioni. La prima raccomandazione è quella di scegliere prodotti di marca, non per la bellezza della confezione, ma perché ogni fertilizzante contiene sali minerali ma anche una ricerca e una tecnologia che conferiscono al prodotto specificità. Per esempio, l’azoto, elemento fondamentale per la crescita delle piante, può essere presente in due prodotti con prezzo molto lontano uno dall’altro: questo è in parte giustificato dalla sua forma fisica e chimica che influenza, a seguire, la sua valenza tecnica e i risultati in vaso.
• Due fertilizzanti liquidi da porre a confronto, contenenti entrambi NPK, possono avere a parità di peso prezzi diversi anche in funzione di una concentrazione differente. Per capirlo, occorre leggere sull’etichetta che accompagna il prodotto il livello percentuale dei singoli nutrienti e il dosaggio consigliato per litro d’acqua. Prodotti più concentrati si utilizzano in quantitativi minori.
• Le confezioni piccole sono più costose dei formati grandi per l’incidenza dell’imballo. Di questo non preoccupiamoci perché, se ben conservati al riparo da umidità, calore e radiazione solare, chiusi nelle loro confezioni e tenuti in un luogo fresco, i fertilizzanti restano efficaci a lungo e non “scadono” perdendo le loro proprietà. Quindi, prima di acquistare una nuova confezione, controlliamo di avere terminato quella precedente, senza dimenticarla o buttarla ancora mezza piena.