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Di facile coltivazione la Kentia è originaria dell’isola di Lord Howe situata a Sud dell’oceano Pacifico vicino all’Australia. Le specie di questa palma, il cui nome botanico è Howea, sono solamente due: Howea Forsteriana e Howea Balmoreana che appartengono alla famiglia delle Arecaceae, di cui esistono addirittura resti fossili risalenti al Cretaceo. In natura questi esemplari possono raggiungere anche i quindici metri di altezza mentre in vaso non superano i due o al massimo tre metri. Sono piante sempreverdi la cui crescita è davvero molto lenta, quindi perfettamente adatta alla coltivazione in vaso. Entrambe le specie sono simili, presentano un fusto unico e un ricco e decorativo fogliame caratterizzato da fronde composte da foglie nastriformi e appuntite sull’apice, larghe 5 cm e lunghe anche 70 cm.
Pochissime cure per la Kentia
Le Kentie sono piante di facile coltivazione che se trattate con i dovuti accorgimenti crescono belle e in salute. Non amano le esposizioni al sole diretto ma gradiscono quei luoghi in penombra che solitamente le altre piante in vaso non prediligono.
Inoltre non risentono in modo particolare durante l’inverno del clima caldo secco dell’appartamento: la pianta rimarrà in salute purché la temperatura non scenda sotto i 15°C e si garantisca un terreno sempre umido; la pianta andrà bagnata una volta alla settimana oppure ogni quindici giorni a seconda della secchezza dell’aria, e prediligerà un sottofondo di argilla espansa nel sottovaso che trattenga a lungo l’umidità.
Le Kentie patiscono le correnti d’aria: queste o la mancanza totale di un ambiente inumidito, potranno causare l’imbrunimento delle foglie.
In estate la pianta si potrà tranquillamente sistemare all’aperto se si ha un angolo in penombra e lontano dalle correnti d’aria; la temperatura ideale per la permanenza sul terrazzo o in giardino è quella compresa tra i 21 e i 24°C.
Il rinvaso della Kentia
La lenta crescita delle Kentie porta alla produzione di non più di una fronda per anno. La pianta si può rinvasare ogni due, tre anni e l’operazione va eseguita a inizio primavera. Il nuovo vaso dovrà essere leggermente più grande del precedente e colmo di un buon terriccio addizionato di torba e sabbia grossolana che renda il substrato maggiormente poroso. Durante il trasferimento della pianta si deve avere il massimo riguardo per le sue radici perché se rotte o danneggiate causeranno la fine della produzione di nuove foglie, pregiudicando salute e bellezza dell’esemplare in vaso.
Altre piante di grandi dimensioni adatte alla crescita in vaso
Ci sono molte piante che in natura raggiungono dimensioni ragguardevoli e in vaso regalano solo un angolo di natura selvaggia.
Ficus elastica e F. benjamin
Nei paesi di provenienza tropicali e subtropicali, queste piante possono arrivare ad altezze di anche 30 metri. In regioni come la Sicilia che presentano caratteristiche simili a quelle d’origine, mantengono in ambiente naturale dimensioni ragguardevoli, mentre in appartamento in vaso le altezze massime sono di due metri, due metri e mezzo. Oltre a queste altezze i Ficus possono essere potati, e le parti asportate fatte radicare e trapiantate per la moltiplicazione.
Dracena
Detta anche tronchetto della felicità è un’altra pianta molto diffusa per la coltivazione in vaso di origine africana tropicale. Lo sviluppo ottimale è garantito dalla collocazione in ambienti molto luminosi e con un elevato tenore di umidità dell’aria; durante il periodo invernale bisogna prestare attenzione agli eccessi: sia poca luce che eventualmente troppa acqua possono far appassire e ingiallire le foglie.
Schefflera e Yucca
Altro arbusto tropicale, si può coltivare come una pianta da appartamento con esigenze simili a quelle degli esemplari sopra citati. Anche la Yucca, originaria delle Indie occidentali e dell’America, può essere messa a dimora in contenitore e mentre in natura è un possente albero di 15 metri di altezza in vaso non supera i due metri.