La manutenzione varia a dismisura da una categoria all’altra: le piante grasse richiedono pochissime cure e si adattano a qualunque ambiente, le orchidee sono più impegnative.
Mini piante grasse
Tra le piante grasse più piccole, i generi più diffusi sono Echinocactus e Lithops. Gli echinocactus appartengono alla famiglia delle Cactaceae e provengono dalle zone desertiche del nord e del centro America. Sono di forma sferica ricoperti di spine. Sono piante longeve che in natura possono arrivare a raggiungere i 90 cm di diametro ma quando le acquistiamo in vasetti di pochi centimetri possiamo stare tranquilli che le loro dimensioni almeno per i primi due anni non varieranno significativamente si manterranno al di sotto dei 5-7 cm e saranno da rinvasare in contenitori appena più grandi solo diversi mesi più tardi. Lithops, conosciuti anche come sassi viventi, della famiglia delle Aizoaceae hanno lo stesso comportamento; provengono dall’Africa meridionale e assomigliano ai sassi di quelle zone desertiche. Le piantine appaiono come coni rovesciati divisi in due parti da una profonda fessura centrale, la linea di separazione delle uniche due foglie che compongono questa minuscola pianta. Le due foglie unite da un piccolo fusto sotterraneo sono due serbatoi d’acqua grazie ai quali la pianta si sostenta senza grandi cure. La loro provenienza e resistenza le rende perfettamente adatte a vivere in appartamenti luminosi e caldi. La specie Lithops aucampiae è la specie che raggiunge le dimensioni maggiori che non vanno oltre i 4 cm di altezza e di larghezza.
Orchidee
A questo genere appartengono innumerevoli specie. Quelle che in natura rimangono di piccola taglia sono la Masdevallia, le Restrepia e le Leptotes che, nonostante la loro minuta taglia, sono molto generose in fatto di colori e fioriture. Masdevallia è originaria del centro e sud America e ha come caratteristica fiori tubolari derivanti dalla fusione dei sepali. Restrepia, anch’essa proveniente dall’America tropicale, è esile e ha fiori minuti, in alcuni casi nascosti dalle foglie più grandi, con i sepali riuniti a due a due. Così come le Leptotes, alte pochi centimetri e caratterizzate da foglie cilindriche, queste orchidee vanno posizionate in ambienti ombreggiati e il substrato va tenuto costantemente umido perché le radici epifite non secchino. Spesso le si può far aderire a legnetti della semplice lunghezza di 10 cm.