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Ficus benjamin, Philodendron scandens, Dieffenbachia amoena e Ficus elastica sono specie coltivate spesso in appartamento per la bellezza del fogliame, la facilità di coltivazione e la loro particolare rusticità. Le prime due si possono moltiplicare per talea, le altre per margotta.
Quali specie si prestano alla moltiplicazione
Ficus benjamin appartiene al genere Ficus della famiglia delle Moracee ed è una delle piante d’appartamento più coltivate in casa: in vaso può raggiungere anche 5 metri di altezza. La pianta possiede una chioma caratteristica e particolarmente ornamentale. Le foglie sono piccole, ovate, appuntite all’estremità di colore verde intenso ma in commercio è possibile acquistare anche varietà con foglie variegate color crema.
Philodendron scandens ha foglie piccole a forma di cuore con lunghi piccioli. Il fusto è ricco di radici aeree con le quali la pianta si ancora al tutore. Ha crescita molto veloce ed è opportuno cimare periodicamente la pianta per infoltirla ed evitare l’eccessivo sviluppo in altezza.
Ficus elastica, molto diffuso come pianta d’appartamento, in un vaso di adeguate dimensioni raggiunge uno grande sviluppo. Il tronco produce numerose radici pensili e le foglie sono grandi, ovate e terminano a punta e di consistenza coriacea provviste di un robusto picciolo.
Dieffenbachia amoena è la specie più conosciuta del Genere. Può raggiungere grandi altezze ed è provvista di un robusto fusto verde dal quale partono foglie grandi lungamente picciolate con una lamina fogliare anche di 60 cm, di colore verde screziate di giallo e crema.
Ficus benjamin e Philodendron scandens: per talea in acqua
Le due specie possono essere riprodotte in questo periodo dell’anno attraverso talea di fusto da fare radicare in acqua o, meglio ancora, in un contenitore per idrocoltura. I vasi da idrocoltura sono composti da due parti: l’idrovaso (o vaso da coltura) e il portavaso (o vaso esterno). Il primo è più piccolo, presenta pareti e fondo con numerosi fori e viene colmato con argilla espansa: qui si inserisce la talea prelevata dalla pianta. Poi viene inserito nel vaso esterno colmo d’acqua (meglio a temperatura ambiente). Le radici della pianta si svilupperanno tra le palline di argilla fino a fuoriuscire dai fori ed entrare in contatto con l’acqua: quando le radici avranno completamente riempito anche il portavaso, potranno essere messe a dimora in piena terra se si preferisce la coltivazione tradizionale, oppure essere travasate in un vaso da idrocoltura di dimensioni maggiori (doppie) e lasciate crescere indisturbate aggiungendo acqua quando il livello dell’indicatore scende al di sotto del minimo.
Ficus elastica e Dieffenbachia amoena si usa la margotta
Questa tecnica si utilizza quando non è possibile recidere i fusti così facilmente come avviene per la talea, oppure se non è possibile interrarli come si fa per la propaggine, perché troppo spessi o rigidi. Con la margotta si provoca la radicazione di un ramo, lasciandolo attaccato alla pianta fino all’emissione delle nuove radici. Il collegamento con la pianta madre, garantisce il rifornimento d’acqua e di sostanze nutritive, facilitando la differenziazione, la formazione e lo sviluppo del nuovo apparato radicale. Per effettuare la margotta occorre avere a disposizione un, un paio di forbici da giardiniere, un manicotto di plastica, un po’ di sfagno e nastro adesivo.