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Se per tutto il mondo non c’è Natale senza albero, per una buona parte, quella legata alle radici cristiane, non può esserci senza il Presepe. Il presepe tradizionale prevedeva l’utilizzo di muschio (da acquistare e non da raccogliere!) per coprire la carta verde posta sul fondo e creare quell’effetto prato-pascolo dove disporre pecore e pastori. Le palme di contorno erano di filo di ferro e tessuto, le casette di legno o di sughero. Un paesaggio inesistente, a guardarlo con gli occhi critici di adesso, che mescolava elementi esotici, come la palma, e nostrani, come il soffice prato creato dal muschio per le pecore, forse mai visto in Palestina, nemmeno nelle annate più piovose. In questo paesaggio fantastico, possiamo introdurre qualche nuovo elemento acquistando piccole piante suggestive, che poi, concluse le festività, potremo conservare nei vasi sul davanzale. A seconda delle piante, avremo ambientazioni geografiche diverse, tutte originali e suggestive.
Il Presepe ambientato nell’oasi: con le palme
Per un Presepe in ambiente esotico, suggeriamo di introdurre piccole palme a crescita lenta come le camadoree dalle forme eleganti. Fra le specie coltivate Chamadorea elegans è la più apprezzata per i fusti robusti, per quanto sottili, e le fronde leggere, dalle foglie strette e lanceolate. Le foglie giovani crescono dal centro della rosetta e sostituiscono quelle più esterne man mano che invecchiano e seccano. Le piante in salute formano un cespuglio denso, ma sempre elegante; solo fra parecchi anni la pianta potrà raggiungere e superare i 180 cm. La pianta soffre l’aria secca degli ambienti riscaldati a temperatura elevata, cresce meglio a 18 °C se si pone su un largo sottovaso con uno strato di ghiaia da mantenere bagnata.
In stile montano: con piccole conifere
Chi preferisce ambientare il Presepe in un paesaggio montano, dove anche le casette di legno saranno apprezzate, potrà ottenere l’effetto bosco inserendo alcune piccole conifere in vaso, vere e proprie miniature di alberi, che nel periodo natalizio si trovano facilmente nei garden. Si tratta di specie diverse, talvolta difficili da individuare perché presentate al pubblico senza nessuna dicitura puntuale. Un esempio che qualche anno fa ha avuto molto successo è stato il Cupressus macrocarpa ‘Goldcrest’ riconoscibile per il tono fluorescente della chioma verde. Piante delicate più di quanto faccia pensare la loro natura devono la loro fragilità in ambiente domestico non tanto alle temperature elevate ma all’aria asciutta che provoca la “liofilizzazione” della chioma e la caduta degli aghi. Un buon stratagemma per salvarle è irrorarle tutti i giorni. Non solo loro ma anche il muschio (solo quello acquistato nei garden) che si potrebbe utilizzare come contorno.
Natività nel deserto: come la Palestina
Avete presente il classico cespuglio secco e privo di foglie degli ambienti desertici con dune ? Per chi vuole ambientare la Natività in questo contesto, Calocephalus brownii può giocare il ruolo giusto. L’aspetto scheletrico e rigido dovuto ai rami filiformi di colore argentato unito al bianco argento delle foglie ne fanno una pianta molto utilizzata nelle composizioni per valorizzare i diversi toni del verde. È pianta adatta a climi secchi e caldi, con terreni ben drenati e privi di ristagno. In natura o coltivata in piena terra in condizioni ottimali può raggiungere un’altezza di poco superiore al metro e un diametro pari ai due terzi dell’altezza ma in vaso è destinato a rimanere molto più piccolo. Ha scarsa resistenza al freddo essendo in natura una pianta da duna.
Sulle verdi colline
Per ottenere un effetto prato inglese, magari anche rilevato con qualche “collina”, si possono utilizzare diverse piante verdi, oppure non fiorite in questa stagione, di andamento piano o conformate a cuscino.
Per creare dossi e rilievi armoniosi potete utilizzare piante di garofanini, come Dianthus gratianopolitanus. Ordinato, rigoglioso, sagomato e sempreverde, con una vegetazione densa e compatta, formata da un intreccio di piccole foglie. Messo a dimora in autunno serve a formare bordure compatte. Piante resistente anche in situazioni difficili, avrà tempo di radicare e diventare una pianta di facile gestione capace di resistere anche in giardini “abbandonati”, senza problemi dal piano fino a 1500 metri. Fiorisce in primavera, un solo ciclo in diversi colori secondo le varietà
Sagina subulata è una pianta perenne e sempreverde che quando fiorirà, in bianco, in estate, con piccole corolle globose profumate, saprà sorprendervi. Folta e compatta, se non bagnata a sufficienza tende a diradarsi il segreto per mantenerla al meglio è abbinare alle bagnature regolari, così da mantenere il terriccio sempre più che fresco, irrorazioni sulla chioma per mantenere elevata l’umidità ambientale. Specie tappezzante, si presenta formata da sottili steli striscianti, sottili, alti da 3 a 5 centimetri con foglie che la rendono simile al muschio. È adatta a formare tappeti spessi e striscianti ideali per riempire gli spazi nei camminamenti fra una lastra di sasso e l’altra.
Con le piante grasse, la gestione è più facile
Inserire qualche vasetto di pianta succulenta nel Presepe presenta due vantaggi: scegliere ambientazioni diverse in base alla pianta acquistata ed evitare totalmente le bagnature, almeno nel periodo delle festività, perché basterà farlo prima dell’allestimento.
Per definire l’ambiente desertico arido, sarà perfetto qualche vaso di piante grasse mignon, come il cactus a pale, tipo Opuntia, che potrebbe ben figurare insieme al Calocephalus. Per creare un’ambientazione tipo oasi, si può optare per una Peperomia, con le sue foglie ricche, perfetta insieme alla camadorea.
Una volta terminate le feste e smontato il Presepe, le piante grasse andranno bagnate in modo regolare, una volta la settimana se le temperature superano i 24°C, una ogni due se le temperature sono sopra i 20°.
Si bagnano al piede, con acqua a temperatura ambiente lasciata riposare per eliminare e il cloro, possibilmente non calcarea per evitarne l’accumulo nel tempo. Sempre con moderazione e in modo che la pianta non possa riassorbire quella in eccesso.