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Edera, cissus, Ficus pumila, falangio e columnea sono piante da appartamento dalla vegetazione ricadente facili da coltivare. Per sfruttarne al massimo l’effetto, basta appoggiare il vaso sopra una mensola o sul ripiano di una libreria oppure, con una soluzione tecnicamente più articolata, inserendo i vasi in appositi contenitori dotati di corde o sottili catene metalliche per agganciarli a una trave o al soffitto. In tal modo si ottengono cesti appesi, sempreverdi o più raramente fioriti, del tutto simili ai basket usati negli spazi esterni. Per non avere difficoltà nella cura di queste piante, noi suggeriamo specie bisognose di pochissima acqua, che possono essere moderatamente trascurate senza che sia penalizzato il loro sviluppo e il pregio ornamentale.
Edera
Graziosa pianta da interni, molto rustica, quindi facile da coltivare e di buon valore ornamentale, l’edera (Hedera helix) è ampiamente diffusa nelle foreste dell’Europa. Dalle specie tipiche degli ambienti esterni, nel corso del tempo sono state selezionate varietà ben adatte anche alla coltivazione nei luoghi interni. Ha ingombro limitato, nelle condizioni ottimali si sviluppa velocemente e vive a lungo, anche se non è sottoposta a cure. Gli steli emettono foglie triangolari e producono corte radici aeree che consentono alla pianta di aderire a strutture di vario genere: in tal modo può essere utilizzata come rampicante da far crescere su strutture verticali, come ricadente, oppure come essenza strisciante in grado di coprire la superficie di grandi fioriere da interni.
In commercio esistono varietà diverse tra loro per la colorazione delle foglie:
- “Annette” e “Pittsburgh” a foglie completamente verdi scuro.
- “Esther” a foglie verdi chiaro, con margini bianchi.
- “Golden Esther” e “California Gold” con foglie verdi chiaro, screziate di giallo.
- “Tony” con foglie verdi e bianche.
Le cure: In appartamento l’edera può essere coltivata ovunque: sia in zone ben illuminate che in penombra. Durante l’estate può essere portata all’aperto, ma sempre posta in luogo semiombreggiato.
Temperatura: quella ottimale per la crescita è compresa tra 20 e 22 °C; è comunque una pianta discretamente resistente alle basse temperature, potendo ben resistere sino ai 10-12 °C. All’opposto soffre molto il caldo ed il secco, per cui se la temperatura è alta e la pianta è rimasta in casa è indispensabile spruzzare le foglie per aumentare il grado di umidità.
Acqua: la pianta soffre più l’eccesso di acqua che la carenza. Nei periodi di massima crescita, da aprile a settembre, va innaffiata quando il terriccio in superficie appare asciutto (1 volta ogni 2 settimane o di più secondo la temperatura esterna), una volta al mese durante il periodo autunno-invernale; se in casa la temperatura è alta, valutare il caso singolarmente.
Terriccio: deve essere coltivata in substrato fertile, ben drenante, composto per un terzo da torba, un terzo da terriccio universale per piante d’appartamento ed un terzo da sabbia di fiume.
Concime: è scarsamente esigente riguardo alle concimazioni, che vanno effettuate con un fertilizzante liquido, specifico per piante verdi da interno, a base principalmente di azoto, 1-2 volte in primavera ed una in autunno.
Altro: se si desidera avere una forma meno ricadente e più compatta, è indispensabile cimare regolarmente gli apici dei rami, almeno 2-3 volte all’anno. L’edera si moltiplica assai facilmente mediante talea di ramo, lunga 6-8 centimetri, in epoca primaverile-estiva.
CISSUS
Robusta pianta da interni, a crescita rapida, facile da coltivare e di buon valore ornamentale, il cissus è originario delle foreste pluviali dell’Asia orientale e dell’America meridionale. La specie più diffusa negli ambienti interni è il Cissus rhombifolia, dotato di lunghi e flessuosi rami, che portano foglie di colore verde intenso e lucenti, con tre o più lobi. Meno diffuso è il Cissus antarctica, caratterizzato da foglie cuoriformi o simili a quelle delle vite, con profonde incisioni, di colore verde molto scuro. Il cissus produce viticci, simili a quelli della vite, che gli permettono di agganciarsi alle più diverse strutture e ne rendono versatile l’impiego: può essere utilizzato come rampicante da far crescere su strutture verticali, oppure come ricadente da porre in coltivazione in basket appesi.
Le cure: In appartamento deve essere mantenuto in zone colpite da luce indiretta; tollera molto bene anche la penombra, ma non l’insolazione diretta, che causa ingiallimenti e disseccamenti delle foglie. Va garantito un buon ricircolo di aria attorno alla vegetazione al fine di evitare marciumi alle foglie. Durante l’estate può essere portato all’aperto, in luogo semiombreggiato.
Temperatura: quella ottimale per la crescita è compresa tra 22 e 24 °C; in inverno questa non deve mai scendere al di sotto dei 16-18 °C.
Acqua: il periodo di massima crescita va da fine marzo a fine agosto. In questi mesi il cissus va innaffiato regolarmente, ma senza inzuppare il terriccio e le radici, che potrebbero facilmente marcire; le bagnature vanno ridotte di circa un terzo durante il periodo autunno-invernale.
Terriccio: deve essere coltivato in terriccio soffice e fertile, composto per metà da torba e per metà da terriccio universale per piante d’appartamento. Generalmente è posto in vendita in contenitori di medio diametro (18-22 centimetri) all’interno dei quali risultano presenti 3-4 piante. I rinvasi si effettuano mediamente ogni 4-5 anni, procedendo, contemporaneamente a tale operazione, anche alla divisione della pianta madre.
Concime: il cissus è pianta mediamente esigente in nutrienti; la concimazione va effettuata con un fertilizzante liquido, specifico per piante verdi da interno, a base principalmente di azoto, 2-3 volte in primavera e 2 in autunno.
Altro: il cissus si può propagare mediante talea di ramo, lunga 8-10 centimetri e dotata di 2-3 foglie, durante il periodo che va da metà primavera, sino a fine estate. L’intervento è molto semplice e la percentuale di radicazione ed attecchimento delle nuove talee è generalmente elevata.
Falangio
È una delle piante più semplici da coltivare. Il Chlorophytum è caratterizzato dalla presenza di una rosetta centrale, alta al massimo 30 centimetri e formata da lunghe foglie sottili e nastriformi, di colore prevalentemente verde, dal centro della quale fuoriescono, a cascata, steli rigidi che portano ciuffi di germogli e piccoli fiori bianchi. La rigogliosa vegetazione crea un notevole effetto decorativo, soprattutto quando la pianta è utilizzata per allestire cesti sospesi o è appoggiata su mensole poste a buona altezza. Tra le 250 specie sempreverdi, rizomatose, la più coltivata è il Chlorophytum comosum dotato di foglie verde chiaro, con stria centrale bianca. Meno diffusi risultano essere il Chlorophytum laxum, con foglie di colore verde brillante e leggermente orlate di bianco e il Chlorophytum undulatum tipico per le foglie strette e dure.
Le cure: va collocato in spazi interni dotati di media luminosità; la luce è indispensabile per mantenere l’intensità della variegatura, ma non sopporta l’insolazione diretta, che può causare estese bruciature sulle foglie.
Temperature: cresce al meglio con temperature comprese tra 20 e 22 °C, tuttavia è in grado di resistere discretamente anche a valori di circa 14-15 °C, ma non inferiori e non troppo a lungo. Soffre però molto gli sbalzi improvvisi di temperatura e le correnti d’aria fredda che possono entrare in appartamento durante i mesi invernali. Durante l’estate può essere mantenuto all’aperto, rigorosamente a mezz’ombra.
Acqua: l’irrigazione deve essere regolare, e piuttosto abbondante durante i mesi più caldi, al fine di mantenere il substrato sempre ben inumidito in superficie. Soffre i ristagni idrici nei mesi più freddi, durante i quali l’irrigazione va dimezzata nel dosaggio.
Terriccio: per i rinvasi (spesso frequenti se la pianta cresce vigorosamente) o aggiunte di substrato, è opportuno usare un terriccio di buona qualità, organico, prevalentemente torboso, contenente foglie di bosco sminuzzate.
Concime: non deve essere trascurata, in quanto la pianta è discretamente vorace; è pertanto opportuno fertilizzare 2-3 volte in primavera e 2 in autunno, con prodotti liquidi specifici per piante verdi da interno e ricchi in azoto e fosforo.
Altro: si moltiplica facilmente in primavera ed in estate, mettendo a radicare i ciuffi che si formano all’apice dei lunghi steli, oppure per divisione delle piante madri.
Ficus pumila
Chiamato anche Ficus repens, è una specie rampicante sempreverde assai vigorosa, spesso presente stabilmente anche all’aperto, nelle zone con inverni non troppo rigidi, con la funzione di ricoprire muri o pareti. Le varietà selezionate per gli spazi interni hanno sviluppo più contenuto e si trovano in commercio in contenitori anche di piccolo diametro (8-10 centimetri). È una pianta di medio-piccola dimensione, estremamente decorativa, che presenta fusti sottili, ma robusti, ricadenti sino a 30-40 centimetri, sui quali si inseriscono piccole foglie di forma circolare o vagamente cuoriforme, di colore verde scuro o screziate e molto coriacee. Le due varietà più diffuse sono: “Minima” piccola e compatta, con foglie lunghe circa un centimetro, verdi scuro; “Variegata” con foglie sino a 2,5 centimetri, verdi, marmorizzate in crema; “White Sunny” con foglie verdi chiaro, con esteso margine bianco.
Le cure: negli spazi interni necessita di una buona luminosità, durante l’estate può essere trasferito all’aperto, a mezz’ombra.
Temperatura: necessita di una temperatura media compresa tra 20 e 25 °C. Tuttavia resiste bene sino ai 14-15 °C.
Acqua: pur sopportando meglio di altre piante da interno, temporanei, purché modesti, ristagni di acqua nel terriccio, va irrigato regolarmente, ma senza esagerare con i dosaggi, al fine di mantenere il substrato sempre leggermente inumidito in superficie. Durante il periodo di funzionamento del riscaldamento domestico, è consigliabile nebulizzare saltuariamente il fogliame.
Terriccio: per gli eventuali rinvasi si deve usare un terriccio di buona qualità, organico, torboso e non troppo leggero.
Concime: pur non essendo pianta vorace, la concimazione deve essere regolare (1-2 volte in primavera ed una in autunno) e va effettuata con prodotti liquidi ricchi in azoto.
Altro: si moltiplica piuttosto facilmente in estate mediante talea di stelo di 1-2 anni, lunga non più di 6-7 centimetri.
Columnea
Il genere Columnea è originario delle foreste pluviali del Sudamerica e comprende circa 150 specie arbustive sempreverdi che in natura crescono sugli alberi, sui fusti e rami dei quali si attaccano mediante radici avventizie, che spuntano lungo i fusti ricadenti. La specie più diffusa è la Columnea gloriosa, una sempreverde alta non più di 30-40 centimetri, caratterizzata da fusti ricadenti, lunghi sino a 70-80 centimetri, sui quali si sviluppano foglie ovali, di colore verde scuro, abbastanza carnose, che crescono opposte in coppia. Dall’autunno agli inizi della primavera presenta fiori di grande bellezza, che sbocciano all’ascella delle foglie, di colore rosso o arancione brillante, a forma tubulare, che ricorda quella di un pesce rosso con una grande bocca aperta.
Le cure: vuole buona e costante luminosità. Durante l’estate può essere trasferita all’aperto, in luogo solo parzialmente soleggiato.
Temperatura: quella ottimale per la crescita, ma soprattutto per la fioritura, compresa tra 22 e 25 °C. Resiste bene sino ai 16-18 °C, riducendo però, in tal caso, numero e dimensione dei fiori.
Acqua: va irrigata regolarmente, ma senza esagerare con i dosaggi, garantendo sempre un leggera umidità al substrato, indispensabile per favorire una corretta fioritura.
Terriccio: va coltivata in substrato di buona qualità, soffice ed organico, prevalentemente torboso e non troppo leggero.
Concime: è pianta discretamente esigente in nutrienti; una regolare concimazione (2 volte in primavera ed 2-3 in estate-autunno) effettuata con fertilizzanti liquidi specifici per piante fiorite da interno, è indispensabile per il corretto sviluppo vegetativo, ma soprattutto, per favorire e mantenere un regolare ritmo di fioritura annuo.
Altro: si moltiplica in estate mediante talea di stelo di 1-2 anni, lunga 8-10 centimetri.