Contenuti trattati
La calathea, chiamata comunemente “coda di pavone” per via dell’ampio fogliame di forma ovale di c. makoyana, appartiene alla famiglia delle Marantacee. Originaria del Brasile, la pianta in vaso può raggiungere l’altezza di 50-60 centimetri, ma quando il contenitore si rivelerà essere troppo piccolo, giugno è il mese ideale per effettuare un cambio. Per capire se lo spazio a disposizione della calathea non è più sufficiente, basta osservare le radici: se queste fuoriescono dai fori di fondo del vaso significa che è il momento di rinvasare. Vanno rinvasati anche gli esemplari che hanno il terriccio ormai completamente esaurito: se, bagnando la pianta, l’acqua esce immediatamente dal foro e non viene trattenuta dal terriccio, significa che questo deve essere sostituito.
Se c’è la possibilità, a giugno si possono anche trasferire all’aperto le piante, in posizione ombreggiata.
Occorrente
Calathea richiede un terriccio specifico per piante acidofile, quindi, prima di procedere al rinvaso, è bene procurarsene un sacchetto nuovo e di buona qualità, perché spesso il terriccio vecchio di più anni ha perso consistenza e umidità, diventando povero.
Il nuovo vaso dovrà essere di qualche centimetro di circonferenza più grande di quello precedente. Per la scelta del materiale, in linea generale, i vasi di terracotta sono più decorativi ma traspirano più velocemente di quelli in resina e plastica e quindi le annaffiature dovranno essere più frequenti.
Procurarsi anche un telo plastico da disporre sul tavolo da lavoro per evitare di sporcare con la terra il piano.
Procedimento
Per procedere correttamente al rinvaso, è consigliabile due o tre giorni prima dell’operazione, irrigare abbondantemente la pianta: in questo modo le radici risulteranno ben idratate e sarà meno traumatico il distacco dell’apparato radicale dalle pareti del vaso.
Come prima cosa, stendere sul fondo del nuovo vaso alcuni cocci, per chiudere il foro di scolo, e 3-4 cm di argilla espansa.
Al momento di togliere la pianta dal vecchio vaso, estrarla con delicatezza aiutandosi con alcuni colpetti sul bordo del contenitore e poi smuovere con le mani il pane di terra avendo cura di non rompere le radici e di eliminare una parte del vecchio terriccio. Con un paio di forbici ben affilate e pulite, asportare le parti delle vecchie radici rovinate, marcescenti o annerite.
Inserire la pianta di calathea nel vaso nuovo e riempire lo spazio utilizzando specifico terriccio per piante acidofile.
Premere con le mani il terriccio per compattarlo ed eliminare eventuali spazi vuoti rimasti, dopodiché annaffiare copiosamente ma delicatamente la calathea per favorire l’assestamento e trasferire la pianta su un sottovaso con argilla espansa o ghiaia. Infine, eliminare dopo un’ora circa l’acqua in eccesso rimasta nel sottovaso.
Come curare la calathea
Negli spazi interni la calathea necessita di una esposizione in mezz’ombra, adattandosi molto bene anche a luoghi pienamente ombreggiati: è pertanto la pianta ideale per gli ambienti poco luminosi o molto scuri, purché non freddi. Non tollera minimamente i luoghi troppo luminosi e facilmente subisce scottature per il contatto diretto con i raggi solari o con sorgenti luminose artificiali.
Necessita di temperatura medio-alta: questa, durante l’autunno e l’inverno non deve mai scendere al di sotto dei 14-15°C , mentre in primavera-estate quella ideale si attesta attorno ai 20-22°C. La calathea soffre molto gli sbalzi improvvisi di temperatura e le correnti d’aria fredda che possono entrare in appartamento durante i mesi invernali. Durante il periodo estivo può temporaneamente essere collocata all’aperto, sempre rigorosamente in ombra, quindi generalmente al di sotto di altre piante.
La calathea è pianta esigente per quanto concerne il substrato: il terriccio deve essere di buona qualità, organico e molto torboso, con una discreta presenza di foglie secche di bosco macinate o terra d’erica; le irrigazioni devono essere regolari e più abbondanti durante i periodi caldi: il substrato deve sempre rimanere ben inumidito in superficie e la pianta tollera anche un moderato ristagno di acqua. Il fogliame va nebulizzato regolarmente, soprattutto durante il periodo di funzionamento dell’impianto di riscaldamento, quindi in presenza di aria secca, e in estate, specialmente se la pianta è costretta a rimanere in luoghi chiusi.
Poiché durante i mesi estivi la pianta richiede un’elevata umidità ambientale, si consiglia di usare sempre un sottovaso riempito con uno strato di argilla espansa da mantenere costantemente umida: in questo modo tutta la pianta potrà beneficiare dell’umidità che si viene a creare e le radici, non essendo a contatto diretto con l’acqua, non soffriranno di ristagni idrici.
Se l’acqua è molto calcarea potrebbero però comparire incrostazioni biancastre sulla superficie fogliare: impiegare pertanto acqua lasciata depositare per almeno 24 ore o acqua demineralizzata. La concimazione deve essere regolare (una volta primavera e una in autunno), soprattutto per gli esemplari discretamente grandi e ormai difficili da rinvasare, e va effettuata con prodotti liquidi specifici per piante verdi d’appartamento.
I problemi più comuni
Specie se mal curata, la calathea si mostra sensibile agli attacchi di parassiti e funghi, tra cui:
- Cocciniglia a scudetto. Si presenta sotto forma di piccole incrostazioni di colore bruno e forma circolare e causa decolorazioni e ingiallimento delle foglie per sottrazione di linfa e poi disseccamenti fogliari, perdita di foglie e generale deperimento. Le cocciniglie, secondariamente, possono favorire lo sviluppo di melata e di fumaggine.
- Afidi. Sono di colore verde o bruno e si alimentano dei succhi cellulari della pianta, causando varie alterazioni quali: ingiallimento delle foglie, deformazioni delle lamine fogliari, rallentamento di crescita nelle giovani piante. Possono inoltre trasmettere pericolosi virus.
In entrambi i casi occorre intervenire tempestivamente con insetticidi generici, o più specifici, alla prima comparsa degli attacchi; nel caso di forte infestazione eliminare le porzioni più colpite. Gli attacchi sono generalmente più frequenti in piante indebolite (poco concimate o mantenute in vasi troppo piccoli).
Pochi sono i funghi che possono colpire la calathea, ma i più pericolosi causano il marciume del colletto e delle radici: l’eccesso di acqua, specialmente nelle giovani piante, causa il rammollimento di tali zone, che, una volta lesionate, possono determinare l’afflosciamento a terra dell’intera pianta. Anche in questo caso, è importante intervenire tempestivamente alla prima comparsa dei sintomi, utilizzando anticrittogamici a base di rame o più specifici, per piante d’appartamento.