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Solitamente l’operazione di rinvasare le orchidee si esegue ogni due anni quando le radici fuoriescono non nella parte superiore del contenitore (questo è normale dal momento che la pianta è epifita), ma quando fanno la loro comparsa dai buchi di drenaggio sotto il vaso. Il recipiente andrà aumentato di uno o due centimetri di diametro e dovrà essere rigorosamente di plastica trasparente. Si tratta di un’operazione molto delicata, per cui si deve procedere solo nei casi in cui la pianta necessiti effettivamente di un contenitore più grande, oppure se il terreno è deteriorato o troppo umido e si intravede la muffa.
Il substrato ideale
Le orchidee devono poter beneficiare di substrati che siano quanto più possibile drenanti e offrano all’apparato radicale un composto ossigenato. Per rinvasare le orchidee è quindi fondamentale assicurarsi che il nuovo contenitore abbia un numero sufficiente di fori di drenaggio per consentire all’acqua di defluire senza il rischio di marciumi radicali.
Il substrato ideale è un composto molto leggero formato da sfagno, torba di sfagno oppure bark.
Il bark: è un misto di cortecce di conifere sminuzzate in pezzetti grandi pochi millimetri che vengono immerse in acqua per un’intera giornata prima dell’uso; le cortecce sono mescolate con pezzetti di polistirolo o di spugne per aumentare la capacità di drenaggio. La corteccia può degradarsi abbastanza velocemente, bisogna quindi controllarne lo stato di decomposizione perché quando è avanzato rischia di alterare le sue caratteristiche e danneggiare la pianta.
Lo sfagno: altro ottimo materiale è lo sfagno, un muschio palustre che si può utilizzare sia vivo sia morto. Sono muschi senza radici, filamenti dal colore scuro e caldo, bruno rossastri, che producono da vivi minuscole foglie di un verde quasi impercettibile, e che hanno la caratteristica di assorbire molta acqua e rilasciarla gradualmente.
La torba di sfagno: è un insieme di muschi morti che si possono prelevare dal fondo di acquitrini e paludi, e ancor più dello sfagno hanno la capacità di assorbire l’acqua per cederla in modo graduale; come lo sfagno però la torba va mescolata con altri elementi, altrimenti risulta essere troppo compatta.
Preparare due giorni prima
Per rinvasare le orchidee si dovranno scegliere delle giornate fresche, anche fredde, perché le orchidee tendono a disidratarsi velocemente quando il caldo è persistente. Prima di eseguire le operazioni di estrazione della pianta dal vaso si consiglia di bagnarne le radici con un giorno di anticipo. L’apparato radicale sarà più morbido e l’estrazione dal vaso potrà avvenire con più facilità. Preparandosi alle operazioni ci si assicuri di aver sterilizzato con cura gli strumenti da utilizzare, come le cesoie da giardino per eliminare le parti morte della pianta, o i vasi se di recupero; l’utilizzo di strumenti non disinfettati o sporchi potrebbe, infatti, compromettere la salute degli esemplari.
COME SI RINVASANO LE ORCHIDEE TROPPO CRESCIUTE