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La fortuna e la popolarità di una pianta dipendono certamente dalla bellezza e rispondenza al gusto del momento, dalla facilità di coltivazione, dalla durata e richiesta di cure. Eppure a parità di questi requisiti esistono inspiegabili differenze nella loro diffusione. Gli streptocarpus, per esempio, sono piante di coltivazione non difficile se si rispettano poche condizioni basilari, belle al pari delle violette africane, eppure sono quasi del tutto sconosciuti. In genere lo Streptocarpus fiorisce dall’estate alle soglie dell’inverno, ma non deve stupire se adesso lo si può trovare fiorito: si tratta di nuovi ibridi rifiorenti, quelli della serie Crystal, dal grande appeal sul quale la floricoltura oggi sta puntando.
Di provenienza sudafricana
La foglia degli streptocarpus può trarci in inganno e far pensare che si tratti di piante strettamente imparentate con le primule, mentre in realtà fanno parte della Famiglia delle Gesneriaceae, la stessa delle violette africane e degli Achimenes. Sono un altro esempio di quanto la flora del Sud dell’Africa abbia conquistato le nostre case e i nostri giardini. Sono piante che in natura colonizzano ambienti boschivi e dirupi di montagna. La pianta è conosciuta anche come Primula del Capo. In natura l’areale delle circa cento specie di streptocarpus comprende anche il Madagascar e parte dell’Asia.
Piante ad habitus sempreverde, presentano una rosetta di foglie di colore verde (anche se esistono diverse specie unifoliate), arrotondate, con superficie rugosa, e lamina sottile sempre ricoperta da una sottile e setosa tomentosità. Dalla rosetta di foglia si elevano gli steli fioriferi.
Fiori vivaci e sempre diversi
Il fiore degli streptocarpus coltivati come piante da interno è fra i più seducenti. Tubuloso si apre in una ricca corolla, di forma variabile, divisa in cinque lobi ben identificati, con margine liscio od ondulato, continua e un poco imbutiforme o piatta, riccamente colorato, con disegni precisi o mélange di colori. Di aspetto delicato, prezioso e romantico, gli streptocarpus sono in realtà abbastanza robusti e durevoli tanto da poter essere utilizzati come fiore reciso. Gli ibridi che potrete trovare in commercio o presso siti specializzati (come http://www.strepsy.pl che gli appassionati hanno potuto conoscere direttamente perché presente ad alcune mostre del settore nel nostro Paese), sono innumerevoli. Sono così tanti che, come succede per altre specie, non tutti hanno un nome proprio di fantasia dato dall’ibridatore, ma una sigla numerica.
La posizione migliore
In natura, come in casa, non devono essere esposti al sole diretto che provoca sulle foglie delle bruciature fino a seccarle e decolora i fiori facendogli perdere quella nota decisa e squillante che li rende unici. Amano la luce abbondante e diffusa e quindi la loro posizione ideale è verso Est e Ovest così che abbiano il sole il mattino o verso sera. Se esposte sul lato Nord o protette da tendaggi le piante possono ricevere luce un quantitativo di luce insufficiente. Per capirlo basta osservarle: formeranno foglie grandi e nessuno o pochi fiori.
Il range di temperatura ideale è fra i 16 ed i 22 °C. Ricordate che la pianta è particolarmente sensibile alle correnti.
Quanta acqua?
Bagnare gli streptocarpus è più un fattore di sensibilità che di quantità prestabilite. I fattori da tenere in considerazione sono diversi:
- temperatura
- stato vegetativo
- dimensioni del vaso
- dimensioni della pianta
- luce
La regola è bagnare, anche una volta ogni due o tre giorni, lasciando che il substrato asciughi fra due interventi successivi. Le piante non tollerano il ristagno e quindi si consiglia di eliminare il sottovaso o, meglio, porle in condizioni di non riassorbire l’acqua che attraversa il terriccio e sgronda sul fondo. Basta porre nel sottovaso uno strato di ghiaia o un semplice rialzo. Contrariamente ad altre piante verdi di origine tropicale non serve tenere lo strato di ghiaia bagnato perché gli streptocarpus temono anche l’eccesso di umidità ambientale ed è sempre consigliato arieggiare gli ambienti per favorire un buon ricambio d’aria.
Il problema del marciume si manifesta come nella violetta africana, alla base dei piccioli fogliari: eventualmente, tagliate e ripristinate subito una corretta gestione dell’acqua, evitando che ci sia riassorbimento dal sottovaso.
Terreno e fertilizzante
Il terriccio ideale è al contempo ricco di sostanza organica ben decomposta per sostenere una crescita vivace, e ben drenato per scongiurare l’insorgere di marciumi.
Sempre leggero e poroso, ottenibile mescolando 2 parti di torba per assicurare una certa acidità, altrettanto terriccio organico, e come drenante una parte di perlite o vermiculite o sabbia. Si consiglia di aggiungere un poco di carbone triturato.
Ogni anno, solo se le piante sono in ottimo stato vegetativo, si consiglia il cambio di vaso ma utilizzandone uno più grande di una sola misura per mantenere una buona fioritura. Le piante rinvasate in contenitori troppo grandi indirizzano lo sviluppo prima nell’espansione dell’apparato radicale e solo dopo verso foglie e fiori.
Le fertilizzazioni devono riprendere solo dopo che si sono registrati i primi segni di crescita, in genere all’inizio della primavera, per facilitare il nuovo sviluppo e nuove fioriture. Utilizzate un fertilizzante ricco di fosforo e potassio, come sono quelli per piante da fiore, oppure procuratevi prodotti specifici reperibili in rete. I sovradosaggi sono facili e favoriscono lo sviluppo di una rigogliosa vegetazione a discapito della fioritura. Lo stesso fa l’utilizzo di un prodotto non indicato, molto ricco di azoto.
Come superare l’inverno
L’inverno, quando la maggior parte delle specie non ha fiori, e quindi cattura meno la nostra attenzione, è la stagione più difficile per gli streptocarpus perché si è portati a trattarli come una comune pianta verde da interno.
Durante l’inverno bisogna sospendere le somministrazioni di fertilizzante e diradare le bagnature, fornendo solo l’acqua necessaria a non farle avvizzire per favorire un riposo vegetativo della pianta. Durante l’inverno non si parla tanto di bagnare il substrato quanto di inumidirlo.
Per dare più luce e compensare così la minore durata del giorno e l’intensità della radiazione si possono spostare su un davanzale esposto a Sud.
Ricordatevi che in condizioni di terriccio asciutto possono sopportare temperature minime di 5 °C. Esporre le piante al freddo, temperature al di sotto dei 15 °C, con il terriccio umido significa con buona probabilità a condannarle ad una rapida morte per marciume.
Gli ibridi rifiorenti
Gli ibridi rifiorenti continuano a fiorire, seppure con intensità minore, anche durante l’inverno e questo ne fa una pianta di grande fascino, perfettamente rispondente alle richieste del consumatore medio che difficilmente adatta i propri comportamenti alla ciclicità annuale delle piante e finisce per scartarne molte per mancanza di informazioni e costanza nelle cure.
Per queste piante, la prima e più semplice operazione da ricordare è tagliare alla base gli steli dei fiori sciupati per mantenere un’elevata rifiorenza. Così come eliminare le foglie che muoiono nel naturale rinnovamento del cespo: sono quelle più grandi ed esterne. Come per le violette africane ricordate di non bagnare le foglie perché possono facilmente macchiarsi e sviluppare muffe.
Gli errori da non commettere
Piante africane, ma di montagna, gli streptocarpus non amano temperature troppo elevate e in estate devono essere poste in un luogo fresco, ombreggiato e ventilato. È forse questo il vero limite della loro coltivazione se non si possiede la possibilità di ricoverarle adeguatamente. La comparsa di muffa grigia sulle foglie può essere dovuta non tanto a un eccesso d’acqua quanto a un insufficiente ricambio d’aria. Trattate con prodotti fungicidi e arieggiate regolarmente, eliminando le fonti di umidità.
Per avere una nuova pianta
La talea fogliare è il sistema più diffuso. In tarda primavera prendete delle foglie tagliando il picciolo alla base. Scegliete foglie sane e vigorose. Ponetele in un mix di sabbia e torba, inserendo il picciolo nel terriccio. Mantenete il substrato umido ad una temperatura costante intorno ai 20 °C.