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In questa stagione, chi ama il verde può dedicarsi a nuove tecniche di coltivazione, adatte all’ambiente domestico, per esempio ai giardini in bottiglia. “Bottle garden”, detto anche terrarium, è il termine inglese che indica la coltivazione di piante in bottiglia o, più genericamente, dentro contenitori in vetro trasparente: si possono utilizzare allo scopo damigiane, grossi vasi, boule di vetro apposite, vaschette rettangolari come gli acquari, l’importante è che le pareti siano trasparenti e che sia presente una chiusura superiore.
All’interno dei contenitori si ricrea un’atmosfera adatta alla coltivazione, con condizioni climatiche simili a quelle tropicali, con umidità e calore elevati. Una volta raggiunto il giusto equilibrio, il giardino in bottiglia si manterrà vitale e rigoglioso per molto tempo, regalando soddisfazioni e un tocco di originalità alla casa.
Le piante più adatte al terrarium
Per il terrarium l’ideale è inserire giovani piantine verdi ottenute per talea e radicate da poco; non ingombranti e facili da maneggiare. Per esempio: Bromelia spp, Caladium spp., Chlorophytum spp., Ficus pumila, Fittonia spp., Guzmania spp., Hypoestes phyllostachya, Maranta leuconeura, Peperomia spp., Pilea cadierei, Vriesea, e tante altre, caratterizzate da foglie di colori e tonalità svariate, per rendere unico ed estremamente decorativo il terrarium. L’inserimento delle piante è l’operazione più complicata, soprattutto nel caso di utilizzo di contenitori con apertura stretta: servirà tanta pazienza, oltre che manualità e delicatezza.
Lo schema
Come prima cosa, è utile fare uno schema della disposizione delle singole piante nel terrarium, considerando le loro dimensioni e lo sviluppo: per esempio, all’interno di una bottiglia o damigiana, è bene mettere le piantine più alte al centro e quelle di taglia ridotta più vicine ai bordi.
Preparare il substrato
Una volta procurato il terrarium, si procede a preparare il substrato di crescita, costituito da diversi strati così disposti:
- sul fondo si stende uno strato (di 2 cm circa) di palline di argilla espansa, necessario al drenaggio dell’acqua;
- in seguito si stende uno strato (5-7 cm) di terriccio, composto da terra di tipo universale miscelata a sabbia (quest’ultima in ragione di 1/5);
- infine, a piacere, si possono inserire elementi decorativi: sassi bianchi, ghiaia o lapillo vulcanico… quel che più piace.
Come si fa
E dopo?
Una volta inserite tutte le piantine, si procede a bagnare il terreno, fornendo un quantitativo di acqua sufficiente (né in eccesso né troppo poco) alla vita delle piante stesse. Quindi si può nebulizzare acqua poco calcarea a temperatura ambiente all’interno del contenitore. Il “bottle garden” va posizionato in un angolo luminoso della casa, ma assolutamente lontano dai raggi del sole, anche indiretti, che per effetto lente provocherebbero la bruciatura delle piante.
Si bagna per capillarità
Il metodo più idoneo per bagnare è quello di fornire l’acqua per capillarità, inserendo l’estremità di una corda nel terreno all’interno della bottiglia e l’altra estremità all’interno di una bacinella esterna, piena di acqua. In questo modo, il terreno assorbirà il giusto quantitativo di acqua. Una volta chiuso superiormente il contenitore in vetro, al suo interno si creerà un microclima saturo di umidità, ideale per la coltivazione delle piantine verdi. Queste condizioni verranno mantenute nel tempo sia dalla traspirazione delle piante sia dall’evaporazione dell’umidità nel terreno.
Con le grasse
Nel caso si vogliano coltivare nel terrarium piantine succulente, o grasse, è meglio non chiudere superiormente il contenitore, così da limitare l’accumulo di umidità al suo interno e nel terriccio; questo tipo di piante, infatti, preferisce ambienti più asciutti.