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È uno dei più difficili da “colorare”, ma ci sono tante fioriture di novembre che possono resistere con le loro corolle colorate fino a quando le temperature non si avvicinano allo zero. È quindi possibile scegliere piante che anche in questo periodo regalino il piacere di un’inaspettata fioritura. Tra quelle più indicate ci sono alcune varietà di rose che fioriscono fino alle prime gelate, alcune specie di dalie dalla fioritura tardiva, i classici crisantemi, l’elleboro che preannuncia l’inverno, il gladiolo novembrino, il colorato ciclamino.
Un elenco utile per scegliere e coltivare le fioriture di novembre più belle per il giardino e per il balcone!
1) Rosa Bukavu
Le rose fioriscono sporadicamente fino al gelo, ma esistono varietà e specie che si comportano così normalmente e nelle rifiorenti, con la pratica agronomica della potatura e della rimozione dei cinorrodi in formazione, non si fa che esaltare questa caratteristica.
La rosa Bukavu è fra quelle che ci offrono fiori a novembre. Ottenuta da Lens nel 1998, questa rosa fiorisce fino al tardo autunno, aprendo corolle di cinque centimetri di diametro, semplici, formate da cinque petali fra il rosa e il rosso vivace e brillante con cuore centrale bianco. I fiori, riuniti in mazzi, sono solo leggermente profumati; sono adatti anche per essere recisi e portati in casa, lasciano il posto a cinorrodi arrotondati aranciati. Si tratta di una pianta vigorosa che produce dalla primavera nuovi getti basali, forma cespugli folti, ampi ed eretti, alti circa 120 cm. Fiorisce a partire dalla primavera e la rifiorenza elevata è una certezza. Si utilizza isolata, in macchie, in bordure miste e nelle siepi.
2) Dalia Café au Lait e Dalia Honka
Molte dalie continuano a fiorire fino all’arrivo del freddo, fino a quando la pianta ha esaurito i boccioli prodotti. Spesso gli ultimi fiori si mostrano imperfetti e le geometrie rigide dell’estate lasciano il posto anche a variazioni sul tema. Fra quelle che più “fanno autunno” ricordiamo la Dalia Café au lait e la Dalia Honka.
La prima viene chiamata così per il suo colore inconsueto, quasi un caffelatte, che mescola nel centro dei grandi fiori nocciola, beige e pesca mentre è più chiaro ai margini, in un mélange ricco di fascino.
La seconda ha una forma del fiore semplice, formata da otto petali separati fra loro e in parte arrotolati così da sembrare ancora più sottili, sempre leggermente disordinati. È perfetta nei giardini a bassa manutenzione perché i fiori leggeri, portati da steli robusti, non sono piegati dalla pioggia e quindi non è necessario dotare i fusti di tutori. Fioriscono entrambe da luglio fino all’arrivo del gelo.
3) Crisantemi
I Chrysanthemum sono i tipici fiori di novembre, e non solo perché sono legati alla ricorrenza religiosa della memoria, ma perché fioriscono naturalmente quando le giornate si accorciano, trattandosi di piante brevidiurne.
I crisantemi in giardino sono resistentissimi ma per ripresentarsi ogni anno come al momento dell’acquisto, compatti, densi e uniformemente fioriti, hanno bisogno di essere cimati due volte: a maggio ad un’altezza di 15 cm per obbligare la pianta a emettere nuovi getti laterali e ad agosto per eliminare la gemma centrale per favorire l’emissione di molti capolini laterali.
Ci sono diversi ibridi e nuove varietà. Tra questi ci sono ad esempio l’ibrido di origine orticola Chrysanthemum Tapestry rose, con corolle poco più che semplici di colore rosa scuro e centro fra il giallo e il verde, e Chrysanthemum Dance salmon, seducente per la forma dei fiori ligulati tubolari, distanziati uno dall’altro, che mescolano rosso, salmone e arancione in contrasto con il centro giallo carico. Entrambi sono alti circa 75 centimetri.
I crisantemi si possono coltivare anche in vaso. Tra le varietà in forma di margherita semplice e non con fiore attiniforme si può segnalare Chrysanthemum Swifty orange bicolour, noto per il suo aspetto semplice e colorato giocato sul giallo, sul verde e l’arancio. Una volta sfioriti possono essere mantenuti in vaso all’esterno o posti in piena terra.
4) Non solo salvie
Lepechina salviifolia, originaria di Columbia e Venezuela, appartiene alla famiglia delle Labiate ed è facilmente confusa con una delle tante salvie che ci offre fioriture di novembre. L’equivoco è possibile perché la forma, il colore e la consistenza della lamina fogliare sono quasi identici a quelli della salvia. I fiori sono di un bel colore viola granato e di forma allungata, portati orizzontalmente sopra le foglie.
È una specie adatta a terreni ben drenati e climi asciutti e secchi, da porre in pieno sole; resiste al freddo dell’inverno purché non vi siano ristagni. Il consiglio è di proteggerla con un monticello di terricciato di letame rivestito di foglie che facciano scivolare verso l’esterno le piogge invernali. La fioritura tardiva e molto duratura, dal mese di settembre fino all’arrivo del freddo intenso, la rende preziosa per dare colore al giardino o al terrazzo a fine stagione. Il suo utilizzo come pianta ornamentale è piuttosto recente, ma altre specie potranno seguire perché molte hanno fiori in diverse tonalità di viola.
5) Gladiolo papilio Ruby
Non tutti i gladioli sono a fioritura estiva. Questa specie è detta gladiolo novembrino per la sua tardiva fioritura di novembre. In particolare, la varietà ibrida Ruby si distingue per il colore rosso dei petali che permea anche le guaine che avvolgono gli steli fioriferi. Pianta di buon vigore, può raggiungere i 90 cm di altezza ed è resistente al freddo, tanto da poter restare nel terreno senza essere rimossa durante l’inverno purché sia piantata in suolo molto ben drenato e in una posizione soleggiata. L’abbondante fioritura tardiva inizia proprio in autunno inoltrato ed è messa in risalto dal verde brillante del fogliame. Per il portamento, le dimensioni del fiore e il rapporto fra queste e il fusto, potrebbe essere considerata una forma intermedia fra un gladiolo coltivato e un gladiolo selvatico. I fiori, rispetto alla struttura della pianta, sono grandi e molto appariscenti, tanto che bastano poche piante per creare un punto focale capace di attirare l’attenzione.
6) Un insolito tanaceto
Sembra una camomilla, ma è un Tanacetum parthenium, una specie da poco tempo utilizzata come pianta ornamentale, mentre ha una lunga storia come erba a uso medicinale. Alta circa 60 cm, ha fiori bianchi con disco giallo e fiori ligulati non sempre disposti uno vicino all’altro.
Le foglie sono ovate e hanno la particolarità di diventare più grandi quanto la pianta è cresciuta in mezz’ombra. Si diffonde attivamente per seme ed è bene tagliare i fiori sciupati prima che salgano a seme. Per mantenerla compatta va privata dei boccioli quando raggiunge i 20 cm, ripetendo l’operazione tre settimane dopo. La fioritura inizia ad aprile ma la sbocciolatura consente di avere fiori fino al freddo.
7) Ortensie cangianti
Le ortensie mantengono i fiori per mesi, perdendo il colore originario e virando progressivamente verso il verde. Molte Hydrangea macrophylla classiche si accendono di improvvise fiammate di colore, rosa carico e vinato, ma alcune fra le varietà più tardive sono state selezionate per un carattere cromatico particolare: i fiori, dal colore originario, virano al verde intenso.
Una di queste è Hydrangea macrophylla Enziandom, nota in passato come Gentian Dome, selezionata dal tedesco August Steiniger nel 1950. La sua particolarità è quella di virare in modo disforme verso un colore verde blu petrolio facilmente riconoscibile. Le infiorescenze globose, tipiche delle macrophylle, sono in estate di un intenso color genziana, una delle tonalità più forti di blu fino a ora ottenute. Perché questo carattere si manifesti appieno si deve garantire alla pianta un terreno acido e una somministrazione di solfato di alluminio. La pianta, alta 120-150 centimetri e larga altrettanto, forma un cespuglio tondeggiante e regolare, con vegetazione compatta e steli robusti che portano grandi foglie ellittiche di colore verde scuro con margine più scuro.
Un’altra varietà da segnalare è la robusta Magical amethyst, capace di offrire grandi infiorescenze semisferiche con un diametro superiore ai 30 cm.
In questa stagione le ortensie richiedono poche cure: evitate di commettere l’errore ancora piuttosto comune di potarle, ma limitatevi a eliminare i rami deboli o spezzati. Si potano a fine inverno, quando il rischio di gelate tardive è cessato. Tutte le macrophylle fioriscono sui getti dell’anno precedente: bisogna quindi accorciare i rami che hanno fiorito l’anno precedente lasciando una o due coppie di gemme per ramo. I rami vecchi vanno tagliati all’età di cinque anni per favorire un rinnovo e contenere le dimensioni dei cespugli.
8) Elleboro, per anticipare l’inverno
Fiore tipico dell’inverno, l’elleboro è disponibile come pianta fiorita fin dal mese di ottobre scegliendo le varietà precoci. L’Helleborus Niger Jasper è una selezione della serie a marchio depositato HGC, Helleborus Gold Collection, che ci accompagna per tutto l’inverno fiorendo fino a fine febbraio – inizio di marzo, spesso sotto la neve.
È una pianta rustica, naturalmente precoce e non forzata, che impiega circa tre anni per raggiungere il pieno sviluppo in altezza, raggiungendo i 50 centimetri circa. I grandi fiori bianchi, con corolle dai petali sovrapposti e numerosi stami gialli, compaiono già quando le piante hanno un’altezza limitata. Il cespo cresce con buon vigore fino a diventare arrotondato. La vegetazione scura e brillante è di tipo semi-sempreverde. La pianta al termine della fioritura va pulita dal secco ma non potata; deve essere irrigata durante i mesi estivi solo sporadicamente, senza mai infradiciare il terreno. Si piantano a 60 centimetri una dall’altra in posizione ombreggiata o in ombra parziale.
9) Buddleia a fiori gialli, un ibrido dalle fioriture sferiche
La buddleia a fiori gialli, meno appariscente delle classiche B. davidii a fiore viola, lilla o bianco, stupisce per l’incredibile capacità di continuare a fiorire fino all’arrivo della neve; chi la pota prima dell’inverno sacrifica ancora molte infiorescenze. Pianta ibrida ottenuta dall’incrocio di B. davidii e B. globosa, Buddleia x weyeriana ® Sungold produce infiorescenze non a spiga ma subsferiche, leggermente allungate, in numero di tre o più per ogni apice. I fiori leggermente profumati di miele, sono leggeri e molto decorativi. È una pianta a crescita molto rapida, più leggera e aperta delle buddleie classiche; non si sa ancora quale dimensione finale potrà raggiungere perché i 200 cm con cui è stata presentata sono già stati abbondantemente superati nelle piante non cimate. Resistente al secco, è da porre in pieno sole e desidera terreni ben drenati. Le foglie, grigio verdi, sono semi persistenti.
10) Camelia cinese, fiori tutto l’anno
Proposta come Camelia Chin. Changii, si tratta in realtà di una specie a parte, scoperta da pochi anni nella provincia cinese di Guangdong, in una zona lunga appena quattro chilometri e ora soggetta a vincolo di protezione. Qui resistono un migliaio di piante spontanee. La peculiarità di questa splendida camelia, adatta solo per i climi caldi, è la capacità di vegetare e fiorire tutto l’anno. I fiori, grandi e luminosi, di colore fra il rosso e l’arancione con un centro di stami gialli, ricordano quelli di una magnolia per il portamento elegante e leggero seppur vigoroso. Si tratta di una pianta rara e difficile da riprodurre sia per seme sia per talea; oggi è riprodotta per innesto su C. japonica o C. sasanqua. Sono già iniziati interessanti programmi di ibridazione per garantire alle nuove varietà una maggiore resistenza al freddo, pur conservando la rifiorenza.
Raggiunge un’altezza di circa un metro e mezzo, ha foglie allungate color verde scuro (7-9 cm) e fiori portati all’apice dei rami dove si formano fino a 7 boccioli insolitamente grandi per una camelia: fino a 12 cm di diametro.
11) Aster ageratoides Murasaki, sorprendentemente tardivo
Gli astri settembrini sono da sempre considerati le piante che concludono il ciclo delle fioriture in giardino, ma oggi non è più così. Ne esistono varietà a fioritura estiva, precoci, tardive, ed eccezionalmente tardive come Aster ageratoides Ezo Murasaki. Si tratta di una pianta erbacea, perenne, cespitosa, a portamento eretto e di dimensioni contenute. L’altezza si aggira intorno ai 60 cm e il cespo si allarga nel tempo fino a tre metri di diametro. La massa sviluppata non è paragonabile a quella dei settembrini tradizionali perché i fusti restano separati uno dall’altro: sono scuri, resistenti, di portamento eretto, solo leggermente divaricati.
I fiori, medio-piccoli, sono di un colore fra il porpora ed il viola molto intenso, con disco centrale giallo limone. Esercitano un forte richiamo sulle farfalle, tanto che questa specie può essere inserita in un apposito giardino per lepidotteri come fioritura tardiva. Fioriscono a partire dalla fine di settembre per arrivare fino a novembre e, caratteristica importante, resistono con successo alle prime gelate. Per sostenere la rigogliosa massa vegetativa e le abbondanti fioriture necessitano di essere nutriti senza parsimonia, ogni nuova concimazione ha sempre effetti positivi sullo sviluppo della pianta. Si dovrebbe quindi somministrare un concime bilanciato in granuli a lenta cessione una volta al mese fino al termine della fioritura.
12) Ciclamini, un classico intramontabile
I ciclamini ogni anno, con l’arrivo del freddo, riconquistano una posizione di spicco nelle vetrine dei fioristi e nelle nostre case. Sempre gradita come pianta regalo, in realtà ha spesso vita breve. La causa è sempre la stessa: condizioni ambientali inadatte.
Il ciclamino richiede di essere posto in piena luce ma, come anche i soggetti spontanei, mai esposto direttamente ai raggi del sole. In autunno avanzato, in inverno e in primavera sopporta il sole del mattino o della sera, purché non sia troppo forte, rivelandosi un’ottima pianta da davanzale. Al buio perde forza e si affloscia, così come in locali troppo caldi e asciutti, con temperature sopra i 15°C, in cui può soggiornare solo per brevi periodi. A novembre si può tenere sul davanzale richiudendo le imposte la sera se fa molto freddo, successivamente si può spostare in veranda o fra i doppi vetri, escludendo i davanzali esposti a sud per evitare sbalzi termici troppo elevati. All’arrivo dell’inverno si può porre il vaso nella stanza più fredda della casa o sulle scale vetrate.
Esiste un solo modo per annaffiare il ciclamino senza danneggiarlo: bagnarlo da sotto ponendo l’acqua nel sottovaso. La terra deve essere umida, specie quando vi è l’emissione di nuove foglie e durante la fioritura, ma mai inzuppata. Il ciclamino ama gli ambienti umidi e con umidità costante, ma non essere irrorato.
13) Calluna ed erica, possibili ma non facili
Calluna ed erica conquistano ogni anno sempre più estimatori anche grazie alla selezione di nuove varietà compatte, colorate e fiorifere e alle proposte commerciali che abbinano nello stesso contenitore due o più piante in contrasto cromatico fra loro, talvolta in vasi particolari o in piccoli cesti già pronti per essere collocati sui davanzali.
E questo è l’errore ricorrente: dimenticarsene. Proposte come piante facilissime da curare, sono sì piante resistenti, longeve e rustiche, ma solo quando poste in piena terra e con un substrato adatto. Si tratta di piante acidofile, tipiche della brughiera, che richiedono dunque un terreno acido, bagnature con acqua non calcarea e substrato soffice, organico e non argilloso. Le piante in vaso per raggiungere la taglia richiesta e una piena fioritura richiedono un lungo allevamento, che si può dedurre dal pannicolo di radici, a consistenza legnosa e difficili da districare senza rompere le principali, sempre molto sviluppato. Questo grande capillizzio radicale finisce per occupare gran parte del volume disponibile all’interno dei piccoli vasi. Ne consegue che la terra è poca e la pianta se non è irrigata spesso, ogni due giorni, secca improvvisamente.