Contenuti trattati
Il ciliegio, Prunus avium, è fra le piante più rustiche che esistano, la riprova è la sua grande diffusione allo stato spontaneo, dal piano al monte, da nord a sud. Albero discreto rende manifesta la sua presenza in due stagioni: a primavera quando fiorisce e tra maggio e giugno (per alcune varietà anche luglio) quando è carico di frutti colorati. Nel resto dell’anno tende a uniformarsi con la vegetazione presente senza mai spiccare e può essere dimenticato. Invece, come ogni altro albero da frutto ha bisogno di cure anche dopo il raccolto. Entro l’estate bisogna bagnare a fondo, diradare il verde e concimare. Con l’autunno, quando comincia a spogliarsi, necessita anche di trattamenti sanitari.
Bagnare a fondo
Dopo il raccolto, il ciliegio affronta la stagione estiva vera e propria. Pianta eliofila ma amante di climi temperati e suoli freschi, il ciliegio in coltivazione non sempre riesce a superare senza difficoltà il periodo caldo e per capirlo basta osservare il portamento decombente delle foglie, talvolta anche il loro ingiallimento fuori stagione. La pianta per fruttificare con forza il prossimo anno, senza andare soggetta al fenomeno dell’alternanza, dovrà essere aiutata e una buona irrigazione, anche se i frutti non sono più presenti, è di certo gradita. La tecnica giusta è quella di lasciare filare l’acqua sul terreno da un tubo di gomma attaccato al rubinetto aperto.
Diradare il verde
Per risparmiare acqua e consentire il maggior accumulo di sostanze nutritive nei tessuti è consigliata anche una potatura verde di diradamento. Può sembrare un controsenso perché, tagliando rami e foglie, si riduce la superficie fotosintetizzante della pianta. In realtà, eliminando i rami con un diametro massimo alla base di 2 cm, riduciamo la perdita d’acqua per evapotraspirazione delle foglie e consentiamo alle foglie rimaste di poter disporre di più acqua, di una migliore radiazione solare e, in prospettiva, di poter svolgere al meglio l’organicazione della linfa greggia, la sostanza che contiene i nutrienti che contribuiranno ad alimentare le gemme. E una nutrizione insufficiente si traduce in una fruttificazione minore e alterata.
Concimare al momento giusto
Non solo la concimazione primaverile o autunnale è importante. Dopo il raccolto è necessario intervenire per apportare:
- azoto: un ciliegio ha bisogno di circa 120 grammi di azoto all’anno da distribuire in tre interventi distinti: al momento dell’allegagione (cioè quando il fiore si trasforma in frutto), a inizio estate e dopo il raccolto. Adesso bisogna somministrare 35 grammi di azoto frazionato: l’ideale è utilizzare prodotti a rilascio programmato su ogni singolo albero si potranno. Una carenza di azoto provoca crescita stentata, un eccesso porta ad un maggiore sviluppo della chioma a scapito della fruttificazione.
- potassio svolge un importante ruolo nei processi di maturazione del frutto. Dopo il raccolto per reintegrare le riserve che si impoveriscono soprattutto in anni caldi e in terreni sciolti deficitari per struttura è necessario distribuirne 80 g.
A ottobre: i trattamenti sanitari
I prodotti rameici applicati al ciliegio quando ha inizio la caduta delle foglie prevengono molte malattie tipiche delle piante da frutta, come monilia, bolla, nebbia e corineo. Il ciliegio può essere trattato con ossicloruro di rame, tenore 50, sciogliendo 100 grammi di prodotto in dieci litri di acqua da distribuire con la pompa a spalla, evitando i giorni di vento ed utilizzando tutte le precauzioni del caso (mascherina, occhiali, guanti). In alternativa, perché non sempre si riesce a trovare l’ossicloruro di rame, potrà essere utilizzata la poltiglia bordolese in vendita in tutti i garden e in tutti i consorzi agrari ad un dosaggio doppio.