Come coltivare l’edera e prendersene cura

È forse il rampicante più famoso e diffuso in assoluto, complice la rapidità di crescita e la semplicità di gestione, ma forse non tutti sanno che può crescere bene anche in vaso in appartamento.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 01/06/2017 Aggiornato il 01/06/2017
edera rampicante

Il genere Hedera appartiene alla famiglia delle Araliaceae e comprende piante perenni, sempreverdi, a crescita di tipo rampicante, molto rustiche e facili da mantenere, adatte, a seconda delle varietà, sia alla permanenza all’aperto, sia per l’arredo verde di ambienti interni.

Evitando i ristagni idrici, rispettando la temperatura ideale diversa per ogni specie e garantendo agli esemplari coltivati in vaso, o in giardino, un buon grado di umidità, la pianta può durare moltissimi anni. Chi volesse, può anche moltiplicarla tramite talea di ramo.

Vediamo allora nel dettaglio come si coltiva l’edera all’esterno e in casa.

Tipologie di edera

Le varie specie da esterno si differenziano tra loro soprattutto per l’aspetto del fogliame e la dimensione della pianta.

Rispetto a quelle indicate per gli spazi chiusi, le specie e le varietà da esterno hanno crescita più veloce, sviluppo e dimensioni maggiori e sono generalmente più robuste, riuscendo a sopportare anche ambienti urbani fortemente inquinati ed eventi climatici estremi (freddo invernale, caldo intenso).

Le edere da esterno offrono molteplici soluzioni di arredo verde, come la realizzazione di una ciotola fiorita con la verbena, oppure di un’elegante cassetta con i ciclamini, mentre l’edera da interno può vegetare con successo anche in luoghi moderatamente ombreggiati, laddove altre piante soffrirebbero per la mancanza di luce.

La famiglia delle edere è molto numerosa e la loro classificazione più accettata, e tra tutte la più semplice, è basata essenzialmente sull’area di provenienza, riconoscendo con ciò solo 5 specie:

  • Hedera canariensis: chiamata anche edera algerina, edera delle Canarie o edera africana.
  • Hedera colchica: chiamata anche edera di Persia.
  • Hedera helix: chiamata anche edera inglese, è l’unica che cresce allo stato spontaneo in Italia.
  • Hedera nepalensis: chiamata anche edera dell’Himalaya.
  • Hedera rhombea: chiamata anche edera giapponese.

Esiste poi un numero notevole di varietà che si distinguono, in base alle foglie, per:

  • grandezza e colore: miniature, se le foglie hanno lunghezza inferiore ai 2-3 centimetri; variegate, quando le foglie non sono uniformemente verdi (da notare che le varietà a foglie variegate non assumono il colore tipico se non sono in condizioni ottimali di luce e che, generalmente, sono anche meno resistenti alle basse temperature).
  • forma della foglia: quella tipica è pentapalmata (cioè con 5 punte, o lobi), a cuore (cordate), triangolari vistosamente venate, a zampa di uccello, arricciate; è da tenere comunque presente che le edere sono interessate da un fenomeno, legato all’età ed alla funzionalità, chiamato “dimorfismo fogliare”: quando lo stelo giunge in cima al supporto, esso cessa di produrre le radici avventizie tipiche del genere, si ispessisce, la pianta fiorisce su questi apici mentre le foglie diventano più o meno rotonde tanto da apparire, a volte, senza lobi o punte.

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Dal punto di vista dell’utilizzo, comunque, la differenza principale che deve guidare la scelta consiste nella grandezza del fogliame, che solitamente è anche indice della rapidità di accrescimento della pianta: la velocità di crescita può essere una virtù, ma anche diventare un problema. Le specie a foglia grande (colchica, canariensis e loro varietà) si sviluppano, infatti, velocemente rivelandosi insostituibili nel ricoprire superfici molto ampie; ma se lo spazio è limitato, tale eccesso di vigore porta a necessari e continui interventi di manutenzione con faticose, e molto spesso disagevoli, potature di contenimento.

Come piantare l’edera

In giardino, l’edera si presta a vari utilizzi, tra cui:

  • Ricoprire muri, rispettando alcuni criteri precauzionali: se i muri sono quelli dell’abitazione, deve essere mantenuta al di sotto del livello del tetto per evitare che, raggiungendolo, ne sollevi le tegole; l’edera rovinerà comunque l’intonaco o la superficie dei muri cui si attaccherà, ed è sconsigliato farla crescere su muri porosi (mattoni a nudo) o comunque con crepe: in tal caso, infatti, le radici, che di solito fungono solo da ancora, esplorano le fessure in cui si raccoglie l’umidità danneggiando lentamente la struttura.
  • Formare siepi o barriere sempreverdi, senza dover ricorrere ad arbusti più voluminosi: in questo caso, occorre piantare le giovani piantine a 80 cm l’una dall’altra, un poco distanti dalla rete o dalla struttura che le dovrà sostenere, inserendo magari qua e là un esemplare di edera variegata affinché la siepe possa apparire ancora più interessante.
  • Come tappezzante: data la propensione a espandersi, l’edera è una pianta eccellente per ricoprire il terreno, magari alla base di ombrose e dense conifere (le più indicate sono edera hibernica ma soprattutto edera colchica dentata, che si espande in maniera più compatta ed estesa).
  • Consolidare terreni: avendo radici profonde, l’edera è una pianta con notevoli capacità di consolidamento dei terreni in pendenza. Allo scopo, utilizzare da 3 a 9 piantine per metro quadrato, in terra ben lavorata e arricchita: durante i primi anni, per limitare la crescita delle erbe infestanti e mantenere più a lungo l’umidità, il terreno andrà ricoperto con uno strato di pacciamatura.

L'edera cresce su qualsiasi supporto verticale grazie alle radichette aeree di cui sono dotati i rami giovani.

Prima di piantare l’edera occorre valutare con attenzione la collocazione: nelle posizioni ombrose o nelle pareti esposte a Nord è preferibile coltivare le edere a foglie verdi; in genere, infatti, le varietà screziate o a foglie gialle preferiscono la luce (in ombra perdono parte dei contrasti), sono meno rustiche e, nel corso di inverni particolarmente rigidi, possono riportare gravi danni. Le piante di edera verdi, in piena terra, resistono al freddo fino a ben oltre i -10°C (se sono protette dalla neve). Quelle variegate, e le piante in vaso, sono assai meno resistenti e sarebbe bene ricoverare le seconde in un luogo fresco e umido, sempre lontano dai caloriferi. L’intervallo di benessere è compreso fra i 10 ed i 18°C.

Essendo molto rustica e resistente alle più diverse tipologie di terreno, clima ed esposizione, l’edera non richiede cure particolari se non all’atto della messa a dimora: l’edera va piantata in autunno o a inizio primavera, mantenendo il terreno umido per qualche settimana dopo la piantagione e assicurando i fusti principali a un supporto. Non sono necessarie protezioni invernali, mentre è consigliabile potare annualmente in febbraio-marzo le edere coltivate contro i muri delle case, per evitare che si allunghino eccessivamente e arrivino a coprire tetti e grondaie.

Se per le specie a foglia piccola la potatura può essere effettuata con la normale cesoia da siepe, per quelle a foglie grandi è meglio utilizzare forbici o cesoie più piccole, tagliando i singoli rami e non l’intera chioma, per evitare che le foglie tagliate a metà secchino deturpando l’insieme. Le specie variegate producono occasionalmente vigorosi steli verdi (polloni): tali polloni vanno immediatamente rimossi perché avrebbero ben presto il sopravvento.

Le cure alla pianta

Le edere coltivate in piena terra si adattano a qualsivoglia esposizione, se solo si ha l’accortezza di scegliere la varietà più indicata, quindi valutando il colore delle foglie, come già anticipato, e la dimensione delle stesse (foglie piccole per luoghi ombrosi che ricordino la situazione naturale dei boschi, foglie grandi per luoghi ben esposti come le piante al margine della vegetazione). L’edera coltivata in vaso sul terrazzo, invece, deve essere poste al riparo del sole diretto, in un luogo dove vi sia un efficiente ricambio d’aria.

Tutte le piante di edera temono il ristagno idrico, ma amano un buon grado di umidità: in terreni non argillosi o pesanti annaffiare, anche con moderazione, ogni giorno dalla primavera inoltrata all’arrivo delle piogge autunnali; in inverno sospendere le bagnature e intervenire solo in caso di prolungata siccità, di mattino e quando non sembri imminente il rischio di gelate. Le piante in vaso temono particolarmente l’aria secca delle case, per cui, oltre a mantenere il terreno appena umido, si dovrà provvedere a nebulizzare il fogliame due volte la settimana.

La polvere che spesso opacizza le foglie può essere rimossa con veloci spugnature o con un lavaggio (usando acqua non fredda).

L'edera è una pianta perenne, sempreverde, straordinariamente robusta e facile da mantenere.

Le edere sono poco esigenti riguardo al terriccio: in piena terra aggiungere compost al terreno; in vaso impiegare un terriccio universale sopra un buon drenaggio di ghiaia e rinvasare quando le radici sbucheranno dal fondo del vaso. Per concimare, durante la bella stagione impiegare un prodotto per piante verdi diluito nell’acqua ogni due settimane.

Come moltiplicare l’edera

L’edera si moltiplica mediante talea di ramo, durante il periodo che va da metà primavera, sino agli inizi dell’autunno: l’operazione è molto semplice e la percentuale di radicazione ed attecchimento delle talee è generalmente elevata.

Fondamentale è partire da una pianta madre in buone condizioni vegetative, non sofferente per malattie parassitarie o carenze nutritive e dotata di rami ben sviluppati, con foglie di normale dimensione e di colore brillante. Inoltre, il substrato per la radicazione delle talee deve essere formato da terriccio torboso finemente setacciato e da sabbia di fiume, in parti uguali; deve essere soffice e poroso, per facilitare lo sgrondo dell’acqua e ad esso non va aggiunto alcun fertilizzante in granuli.

Per ottenere una pianta ben cespugliata, è opportuno scegliere una ciotola in grado di contenere almeno 7-8 talee, sul fondo della quale va posto un sottile strato drenante di argilla espansa.

Le talee si preparano tagliando porzioni lunghe 15-20 centimetri, scegliendo steli in fase di crescita attiva e di 1-2 anni di vita, quindi non troppo lignificati. Le parti prelevate vanno poi suddivise in piccoli pezzetti, ognuno dei quali con 1-2 foglie e lungo non più di 4-5 centimetri, in quanto talee troppo lunghe radicano con più difficoltà.

Ogni talea va interrata nel contenitore per circa metà della sua lunghezza totale, aiutandosi con un piccolo bacchetto di legno o plastica, utile per aprire il foro nel substrato. Il terriccio attorno alla base della talea va premuto delicatamente, senza schiacciarlo troppo vigorosamente. 

Le talee di edera radicano facilmente, anche senza l’utilizzo dell’ormone radicante in polvere.

Appena terminata la messa a dimora delle talee, il substrato va bagnato con modeste dosi di acqua; l’intervento va ripetuto non appena il terriccio tende ad asciugarsi. I vasi vanno mantenuti in ambiente caldo (20-23°C) e leggermente ombreggiato. Durante la fase di radicazione non va effettuata alcuna concimazione.

Nelle condizioni ambientali migliori bastano circa 3-4 settimane affinché le talee inizino ad emettere nuove radici; contemporaneamente alla emissione delle radici, iniziano a formarsi nuovi germogli mentre le vecchie foglie rattrappiscono e seccano.

A distanza di circa un anno l’edera si presenterà in pieno vigore vegetativo, con rami lunghi anche 25-30 centimetri.

In alternativa, le talee possono radicare anche in acqua, mantenuta a temperatura ambiente, in un contenitore trasparente, in grado quindi di mostrare la crescita delle radici. Quando le nuove radici saranno lunghe circa 3-4 centimetri, le talee andranno tolte dall’acqua e poste in vasetti contenenti il substrato per la radicazione.

Edera in casa, si può

Quasi tutte le varietà di edera vivono perfettamente anche in vaso negli appartamenti, ma a condizione che l’ambiente non sia eccessivamente riscaldato: se l’aria è troppo secca, infatti, le piante possono venire attaccate dai ragnetti rossi. In commercio, comunque, si trovano numerosissime varietà adatte a crescere in ambienti riscaldati, chiamate “edere da interno”.

Le varietà più adatte alla coltivazione in casa sono quelle a foglia piccola, compatte e a crescita lenta: si può scegliere varietà di Hedera helix a foglia verde come Gerda e Fleur de Lys, a foglia riccia come Filigram e Telecurt, arrotondate come Leopold e Wonder, a zampa d’uccello come Sagittifolia e Tripod, variegate di bianco come Calico e Minty o di giallo come in Golden Gate, Golden Ingot o Goldchild.

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Tenendo conto che la temperatura ideale per la loro crescita è di 10-18°C, le edere da interni vanno disposte lontano dai termosifoni: in genere ingressi, cucine e bagni offrono buone condizioni climatiche perché più freschi e più umidi del resto della casa. Si possono così disporre:

  • lasciarle ricadere da una mensola o da un cesto appeso, piantandone 2-3 insieme per un migliore effetto: da preferire specie con numerosi fusti a crescita lenta, forniti di foglie piccole ed addensate (Calico, Crispy, Golden Gate)
  • farle crescere a cordone lungo muri e finestre, guidandone la crescita con alcuni chiodi ai quali legare i tralci: scegliere, specialmente se la finestra è esposta a Sud, le edere variegate di giallo, optando invece per le varietà a foglia verde scuro per adornare ingressi o corridoi bui;
  • lasciarle arrampicare su una piccola struttura di sostegno, legandovi i tralci e incoraggiandone la crescita con frequenti cimature: in questi casi, preferire varietà caratterizzate da pochi tralci lunghi e robusti come Conglomerata Erecta, Deltoidea o Natasha Cure.

Per quanto riguarda l’annaffiatura, occorre irrigare le piante 1-2 volte alla settimana, lasciando asciugare il terriccio tra una bagnatura e l’altra. Se l’aria asciutta le fa deperire, per mantenerle sane occorre provvedere al lavaggio delle foglie, una volta al mese, con una leggera doccia a temperatura ambiente, o portandole all’aperto durante una giornata di pioggia.

Nella bella stagione, tra aprile e metà ottobre, ogni 15 giorni diluire nell’acqua delle annaffiature un prodotto liquido per piante verdi in modo da fornire il concime necessario all’edera.

Le giovani piante di edera vanno rinvasate ogni 1-2 anni, oppure quando le radici spuntano dal contenitore (l’operazione va effettuata di preferenza a fine inverno). In seguito, quando le piante sono diventate adulte e i vasi difficili da cambiare, basterà limitarsi a sostituire i primi 3-4 cm di terriccio superficiale.

Altra manutenzione molto importante è la cimatura, di tanto in tanto, della chioma al fine di infoltirla, tagliando alla base i rami deboli e filati (questi ultimi indicano che la luminosità è insufficiente, e in tal caso sarebbe consigliabile spostare il vaso in un luogo più adatto).

Al momento dell’acquisto, controllare che le edere siano state coltivate in serra e non all’aperto: si adatteranno meglio alla vita in appartamento. Inoltre, se durante la bella stagione vengono portate all’aperto, si abbia l’accortezza di collocarle in leggera ombra; vanno riportate in casa prima dell’accensione dei caloriferi, affinché si adattino pian piano alla maggiore secchezza dell’aria.

Tre motivi per apprezzare l’edera

  1. L’edera ha crescita veloce ed è generalmente robusta; riesce a raggiungere dimensioni ragguardevoli e a sopportare anche ambienti urbani fortemente inquinati ed eventi climatici estremi.
  2. Cresce anche nelle situazioni “limite”, caratterizzate ad esempio da scarsità di luce o da limitato spessore del substrato di coltivazione.
  3. Grazie al ridotto sviluppo dell’apparato radicale, l’edera può facilmente adattarsi anche alla crescita in contenitori, sia quelli posti a terra, sia quelli appesi, sfruttando in questo secondo caso l’effetto ornamentale della vigorosa ricaduta della vegetazione.
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