Come proteggere le piante dal freddo con le serre

Prima dell'arrivo del gelo, in giardino occorre rimettere a posto le serre, sia quelle sempre pronte (di solito trasformate in depositi durante l'estate), sia quelle da rimontare ogni anno. Quindi procedere alla pulizia, alla sanificazione, poi al trasferimento dei vasi con le specie più delicate, secondo una logica precisa.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 29/11/2022Aggiornato il 29/11/2022
strutture per proteggere le piante

In previsione del gelo in arrivo occorre proteggere le piante in vaso più delicate, che soffrono le basse temperature. Oltre ai teli di TNT (tessuto non tessuto) o di plastica, più utili per coprire le piante in piena terra, un’ottima soluzione è la serra.  Chi ne possiede una, anche piccola, acquistata negli scorsi anni e smontata a inizio primavera, dovrà ora recuperarla dal deposito e ripristinarla adeguatamente per trasferirvi le piante all’interno, così che possano trascorrere il riposo invernale senza il rischio di gelare, oppure per coltivare alcuni ortaggi invernali in alternativa al tunnel. Prima di rimettere in funzione la serra, però, è bene verificarne le condizioni generali ed eseguire una serie di operazioni di manutenzione.

Che materiale usare per rivestire la serra

Le piccole serre da hobbista, non dotate di riscaldamento, sono strutture pratiche e maneggevoli, poco ingombranti, alcune anche da montare e smontare secondo le necessità. Tutte sono dotate di un’intelaiatura leggera ma allo stesso tempo resistente, in metallo (come l’alluminio o l’acciaio zincato), oppure in legno trattato per resistere alle condizioni climatiche esterne (freddo e umidità), o anche in plastica. La copertura può essere in vetro, ma più frequentemente in materiale plastico (film in polietilene-PET, policarbonato-PC, cloruro di polivinile-PVC) o in tessuto-non-tessuto (TNT). Le lastre in vetro sono preferibili dal punto di vista estetico e per la perfetta trasparenza che le contraddistingue, ma sono le più delicate, poiché rigide e più pesanti rispetto a quelle in materiale plastico. Vengono utilizzate preferibilmente per strutture di piccole dimensioni, come le micro-serre da interni. Le coperture in materiale plastico, anche esteticamente meno performanti, sono più resistenti e meno fragili, sono flessibili e leggere: consentono una buona trasmissione della luce e un buon isolamento termico. Le coperture in tessuto-non-tessuto sono quelle più comode da allestire perché pratiche e leggere. Il TNT è costituito da un telo poroso che consente una buona penetrazione della luce e allo stesso tempo una perfetta traspirazione, senza creare dannose condense all’interno della struttura. Vengono spesso utilizzati anche senza l’ausilio di intelaiature, forgiati a cappuccio per proteggere singole piante di media dimensione, come gli agrumi coltivati in vaso.

Come togliere l’umidità dalla serra

La possibilità di aprire la serra è una caratteristica indispensabile, non solo per poter inserire o estrarre le piante a piacimento ma anche per arieggiare periodicamente la serra, in base alle condizioni climatiche, e consentire una corretta ventilazione interna. Anche nelle giornate più fredde, infatti, durante le ore centrali di giornate soleggiate, è opportuno aprire leggermente le serre in modo da far circolare un po’ di aria (senza tuttavia fare precipitare le temperature) e scongiurare la formazione di dannose condense di umidità, principale causa di sviluppo di muffe e marciumi deleteri per le piante, anche se in fase di riposo. Per questo motivo, le serre sono dotate generalmente di finestrelle o della possibilità di rimuovere o aprire con facilità le coperture, grazie alla presenza di cerniere o nastri in velcro.

Pulizia della serra 

Prima di rimetterla in funzione dopo lunghi mesi di inutilizzo, la serra sicuramente richiederà un po’ di pulizia. Bisognerà inoltre controllare che sia integra, cioè senza rotture dell’intelaiatura né della copertura. Per quel che riguarda la pulizia, le pareti (in lastre di vetro, policarbonato o film di plastica) devono riacquistare la loro originale trasparenza, offuscata dalla polvere o da altre impurità e sporcizia che vi si è depositata e accumulata nel tempo, sia sul lato interno sia su quello esterno. Il passaggio della luce è fondamentale per l’efficienza di una serra ed è quindi importante non usare spugne ruvide per evitare di rigare le pareti e, nel tempo, diminuire la trasparenza.
• La pulizia può essere eseguita semplicemente con una spugna e un detergente non aggressivo disciolto in acqua a temperatura ambiente. In caso di presenza di muschio, è necessario utilizzare un detergente apposito, in grado di rimuoverlo in maniera efficace (l’etichetta sulla confezione del prodotto riporta sempre le istruzioni da seguire). Per sciacquarle da eventuali residui di detergente si utilizzi abbondante acqua; per asciugarle, serve un panno morbido. Infine, per disinfettare le pareti della serra, si consiglia di utilizzare la comune candeggina (ipoclorito di sodio), opportunamente diluita in acqua (1 a 10), senza la necessità di risciacqui. I teli in tessuto-non-tessuto, al contrario delle coperture in vetro o materiale plastico, non possono essere lavati, ma dovranno essere sostituiti con teli nuovi: la loro durata è notevolmente inferiore (come il prezzo) e, oltre a sporcarsi, si deteriorano con più facilità. Anche l’intelaiatura della serra potrebbe aver bisogno di pulizia, da eseguire con l’aiuto di una spazzola robusta, a setole di media durezza, in grado di rimuovere facilmente lo sporco. Nel caso di intelaiatura in legno, la manutenzione è più impegnativa rispetto a quella in alluminio o acciaio zincato. Il legno, se viene sottoposto al freddo e agli agenti atmosferici si rovina facilmente e, per durare nel tempo, è necessario, all’inizio di ogni stagione, rinnovare la sua impermeabilizzazione trattandolo con un prodotto impregnante e protettivo apposito per materiali in legno da esterno. Si tenga presente che i materiali con cui sono realizzate le serre per uso domestico sono deteriorabili, più o meno velocemente. Di anno in anno potrebbe essere necessario sostituire alcune parti della struttura: vetri rotti, lastre in materiale plastico che hanno perso la loro originaria trasparenza, film in materiale plastico tagliato. Anche il funzionamento delle aperture deve essere verificato: le cerniere e le chiusure in velcro devono essere sane e integre. 

Come gestire le piante in serra?

Quest’operazione, apparentemente semplice, richiede alcuni accorgimenti importanti al fine di mantenere le piante in vaso sane, oltre a facilitare la loro gestione, ottimizzando lo spazio disponibile.

Preparare le piante: la chioma delle piante da spostare in serra non deve essere troppo fitta ma ben arieggiata per evitare la formazione di muffe e di conseguenti marciumi, eventualmente anche facendo qualche potatura mirata. Eventuali foglie secche o residue sulla chioma devono essere eliminate.

Non introdurre esemplari malati; prima di inserire una pianta all’interno della serra, è bene verificare che non presenti muffe, marciumi o parassiti. Inserire una pianta malata rappresenterebbe un serio pericolo, in quanto fonte di trasmissione per gli altri esemplari sani presenti.

Controllare e pulire i vasi prima di spostarli dentro la serra: potrebbero infatti nascondere insetti, ragni o lumache che continuerebbero a proliferare e a compiere danni. Controllare soprattutto i fondi e dentro eventuali bordi ripiegati.

Disporre le piante con un senso logico: nel caso di serre a parete, le piante più voluminose e alte andranno sistemate sul fondo, vicino alle pareti trasparenti, facendo in modo che le foglie non siano a contatto con le pareti. Poi, sul davanti, andranno collocate le piante più piccole. Nel caso di serre a casetta, con tetto a due spioventi, le piante più alte andranno appoggiate al centro, dove il tetto è più alto, mentre quelle più basse ai bordi. Questa disposizione è necessaria per consentire a tutta la vegetazione di essere egualmente esposta alla luce oltre a poterla gestire con più facilità e quindi con meno fatica.

Mantenere una minima distanza tra le chiome: è importante lasciare sempre almeno 20 cm tra una pianta e l’altra, per evitare che si tocchino. Questo permette all’aria di circolare meglio e limita i danni in caso si sviluppi una malattia o si diffonda un parassita.

Sollevare di qualche centimetro i vasi da terra: in questo modo si isolano dal pavimento freddo e si evita che l’apparato radicale all’interno possa gelare. In più, si permette all’aria di circolare anche al di sotto delle piante e si consente all’acqua in eccesso di sgrondare senza ristagnare sotto i vasi. A questo scopo si possono posare sul pavimento mattonelle di recupero, assi di legno o altro materiale isolante.

Il terrarium che cos’è?

terrarium

Molto di moda in questi ultimi anni, è un’evoluzione delle serre da casa. Consente di coltivare piccole piante (anche grasse) in un ambiente creato artificialmente, dentro contenitori in vetro trasparente, quali bottiglie, damigiane, arbanelle, bocce o altro. All’interno dei terrarium, chiusi con un tappo di sughero, viene ricreato l’ambiente giusto per la coltivazione delle piante che possono sopravvivere grazie all’aria e all’acqua riciclate nel contenitore. In più, il substrato viene disposto in strati e permette di regolare nella maniera più corretta l’umidità e il drenaggio, condizioni di vitale importanza per le piante. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la manutenzione richiesta dai terrarium è minima. La condensa che si forma all’interno (che non deve essere eccessiva e in alcuni terrarium può essere regolata aprendo e chiudendo il contenitore) e che rappresenta l’umidità necessaria alle piante che vi vengono coltivate, è formata da acqua distillata. Quindi non provoca la formazione di antiestetiche macchie di calcare sulle pareti interne. Dunque ci si può limitare a pulire le sole pareti esterne con acqua e sapone e una spugnetta, così da rimuovere la polvere e la sporcizia che vi si accumula. Spesso, all’interno del terrarium, oltre alle piante vengono inseriti anche piccoli elementi decorativi (per esempio ghiaia, sassolini o piccole pietre), per ricreare paesaggi in miniatura.

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