Da oltre un secolo le aiuole miste dei giardini del Nord Europa ci fanno sognare per la loro particolarità. Oggi sono ancora più interessanti, perché reinterpretate da paesaggisti e designer che pongono grande attenzione alla scelta delle specie con portamento decombente e ai colori, sempre in nuance, preferibilmente dal bianco al lilla, al rosa. Ma come rendere più interessante una vecchia aiuola del nostro giardino? Di seguito, un esempio a cui ispirarsi: oltre a essere uno dei progetti corredato di immagini apprezzatissime sui social, ha anche l’apprezzabile vantaggio di richiedere poca manutenzione e poca acqua.
Tradizionalmente la preparazione delle aiuole segue criteri rigidi. La distribuzione delle altezze procede dalle piante più alte alle più basse e viceversa, creando una pendenza graduale. La messa a dimora è a blocchi di almeno tre esemplari o più (comunque dispari), formando un raggruppamento più largo che profondo, in cui le piante sono tipicamente disposte in uno schema sfalsato simile a una “W” capovolta (tecnicamente chiamata quinconce) e seguono uno schema basato sull’accordo del colore dei fiori. Le piante usate sono le più note e care al giardinaggio tradizionale che, in alcuni casi, possono necessitare di tutori. L’aspetto più importante è che richiedono annaffiature costanti durante tutta la stagione, indipendentemente dalla latitudine.
Oggi, designer e giardinieri preferiscono rompere la monotonia dell’altezza graduale, inserendo specie mescolate, anche più alte nella parte anteriore e più basse all’interno. Prestano meno attenzione al colore dei fiori e alla loro sequenza, soffermandosi più sulla forma e sulla consistenza, oltre che sull’aspetto delle foglie. In altre parole, si privilegia uno stile di impianto più informale. I progettisti più all’avanguardia oggi cercano di valorizzare la bellezza intrinseca di una pianta in ogni suo stadio di sviluppo, anche in inverno. E questo porta ad avere un atteggiamento più rilassato nei confronti della manutenzione, lasciando in situ una pianta anche quando è secca e le foglie hanno colore marrone (bisogna ricordare che è anch’essa cromia, come già sosteneva la paesaggista inglese Rosemary Verey oltre 30 anni fa), i fiori sono appassiti e le capsule dei semi restano bene in vista. Questo atteggiamento, che richiede di ridurre al minimo gli interventi in giardino e utilizza piante in grado di attirare gli insetti utili, è frutto di nuova sensibilità nei confronti delle problematiche ambientali e dell’utilizzo responsabile di risorse naturali limitate, come l’acqua, oltre che di un interesse rinnovato per la biodiversità. Si tratta di un approccio radicalmente nuovo, che ha ispirato numerosi appassionati di piante e, di conseguenza, i loro giardini. Su scala collettiva, è un contributo significativo nel regolare e migliorare l’impatto dell’uomo sull’ambiente.
La grande aiuola di forma circolare, nella fotografia qui accanto, è stata concepita con uno stile libero. La resa finale è di grande impatto estetico e visivo. Riproporla nel proprio giardino non è difficile. Le piante scelte per realizzare l’aiuola nella fotografia della pagina accanto sono un mix di erbacee perenni e graminacee ornamentali, con due concessioni agli arbusti: il tutto a minima richiesta di acqua e di manutenzione. Si crea così una piccola comunità vegetale in grado di sostenersi quasi autonomamente dopo il primo anno di impianto, fatti salvi minimi interventi di manutenzione necessari a fine inverno. Considerata nel suo insieme, questa mescolanza di piante offre un lungo periodo di interesse, da marzo a novembre, non solo grazie alle fioriture (con le graminacee a fioritura tardiva e quelle precoci), ma anche alla trama di fogliami presenti, una quinta verde che muta nel tempo. Viene attribuita molta importanza alla gamma cromatica dei verdi, valutati e scelti con attenzione rispetto al colore dei fiori, dal momento che è meno duraturo. Anche la leggerezza degli steli, la mobilità a ogni soffio di vento, la varietà delle trame, tutto concorre a creare un’aiuola dotata di grande personalità e di forte impatto visivo che conferisce unicità al luogo in cui è posta.
Le comunità vegetali naturali sono composte da specie mescolate tra di loro e distribuite in modo non uniforme, con alcune piante che si distinguono dal resto per forma, altezza o colore. Nell’aiuola in fotografia si è ragionato accuratamente su quali piante mettere e dove, per ottenere un effetto il più naturale possibile. È stato adottato come linea di principio il criterio della mescolanza (o intermingling). L’aiuola nella fotografia occupa un totale di circa 15 metri di diametro. Si può tuttavia ricreare lo stesso effetto in una scala più piccola che ne mantenga lo spirito, anche se, in uno spazio ridotto, le piante presenti saranno in quantità limitata.
Perovskia
Perovskia atriplicifolia (ora chiamata anche Salvia yangii) è un piccolo arbusto (o meglio suffrutice) dal portamento eretto, espanso ma leggero e molto ramificato. In estate e fino all’autunno, dai suoi boccioli argentati si apre una grande quantità di fiori tubolari azzurro-lilla, riuniti in pannocchie sopra le foglie aromatiche grigio argentee, incise e profumate. Gli steli argentei e le foglie aggiungono interesse alla pianta, anche quando è fuori fioritura.
Miscanthus
La pianta che più si distingue dalle altre è Miscanthus sinensis ‘Gracillimus’, graminacea di insuperabile bellezza quanto a fogliame, colore autunnale e adattabile anche in condizioni colturali difficili. M. s. ‘Gracillimus è la cultivar forse più conosciuta: presenta ligule dalla tessitura finissima (da cui il nome ‘Gracillimus’) verde chiaro brillante che ondeggiano al vento, forma arrotondata (a fontana) e infiorescenze rosso ramate, che si aprono a inizio autunno.
Verbena
Verbena bonariensis, dai minuscoli fiori viola chiaro su steli alti, sottili e largamente distanziati, sembra fluttuare nell’aria. Nel nostro caso si rivela preziosa: il suo attributo chiave è la trasparenza, che consente di piantarla ovunque senza oscurare gli esemplari retrostanti. È una pianta rustica nei climi più caldi, ma può resistere anche nelle regioni settentrionali del nostro paese, se le temperature minime invernali non sono troppo rigide per un periodo prolungato. In ogni caso, la specie produce semi che si disperdono e assicurano nuove piante per l’anno successivo, magari in un altro luogo, proprio come avverrebbe in natura.
Pennisetum
Nella foto anche Pennisetum alopecuroides ‘Hameln’ è in crescita, ma in poco tempo raggiungerà la sua dimensione finale; è una graminacea a foglia stretta, verde e dalla forma arrotondata. In primavera le spighe saranno allo stadio di maturazione e sviluppo in colore verde chiaro; a fine agosto saranno prodotte in quantità e il colore muterà al bianco, per assumere una colorazione ambrata in autunno, trasformandosi in uno spettacolo di luce se colpito dal sole.
Artemisia
Artemisia ‘Powis Castle’ è coltivata principalmente per le belle foglie che formano un cuscino ordinato grigio argenteo, con le lamine finemente dentellate e piacevolmente profumate; fiorisce tardivamente con minuscoli fiorellini gialli poco appariscenti. Nell’aiuola, l’artemisia è libera di insinuarsi ovunque ci sia spazio libero per lei (riesce a espandersi oltre il metro e mezzo), sui bordi e anche all’interno.
Festuca
Già sfiorita in fotografia, Festuca glauca ‘Elijah Blue’ è una piccola graminacea dal fogliame stretto e glauco, che forma un ciuffo alto non più di 25 cm, che fiorisce in tarda primavera con piccole spighe verdi, che subito sfumano al bianco.
Nassella
In questo periodo dell’anno l’occhio corre subito su Nassella tenuissima, una graminacea leggerissima, dalle ligule quasi filiformi leggermente arcuate, che fiorisce a inizio estate diventando giallo oro, un colore che si distingue tra tutti. Occupa il piano frontale della piantagione, per poter ammirare questa sua caratteristica, ma qualche esemplare è posto anche all’interno, dove riesce dare luce, come accadrebbe in natura.
Le euforbie
Nell’aiuola sono state utilizzate due Euphorbia, presenti agli albori della loro crescita: E. characias subsp. wulfenii, che a maturità avrà uno sviluppo di oltre un metro e la piccola E. ‘Red Wings’, che arriverà a 70 cm. Sono piante interessanti in ogni stagione, per il particolare portamento eretto, con foglie semplici lanceolate blu-verdi disposte a spirale, per la forma decisamente unica delle infiorescenze (in realtà delle brattee metamorfosate), composte da più ricettacoli a forma di coppa e chiamate ciazi che appaiono a inizio primavera. Nella E. characias subsp. wulfenii le infiorescenze sono decisamente vistose, quanto a dimensione. A caratterizzare ‘Red Wings’ sono le foglie che prima dell’emissione dei fiori si tingono di un porpora intenso, che contrasta con il colore dei fiori. Anche queste piante, fiorendo quando gli esemplari più alti sono ancora in crescita, sono piantate qua e là, vicino ai bordi e anche all’interno. Libere cioè di prendersi la scena quando in fiore, lasciarla quando le altre piante saranno al top e riprendersela quando queste saranno tagliate.
Negli spazi lasciati liberi dalle piante più alte si possono collocare piantine più basse, libere di espandersi, come per esempio Euphorbia myrsinites che raggiunge poco più di 10 cm. L’ideale è scegliere erbacee interessanti per le foglie, ma dalla fioritura quasi insignificante, per dare un effetto di pienezza senza rubare la scena alle piante più importanti.
Tutte le piante usate richiedono minime irrigazioni, eccezion fatta per l’anno di impianto, in cui andranno seguite maggiormente. Si adattano a qualunque tipo di terreno, purché ben drenato (temono i ristagni idrici) e vogliono esposizione in pieno sole, anche se tollerano un’ombra leggera. A fine inverno si tagliano i rami, le foglie e le infiorescenze appassite.
Chi volesse rendere l’aiuola interessante sia a fine inverno, sia a inizio primavera, potrà mettere a dimora anche delle bulbose, quali bucaneve, anemone, Ipheion, Hyacinthoides, muscari e narcisi. Sono piante che offrono un duplice vantaggio: possono naturalizzarsi e le loro foglie nel tempo verranno nascoste dalla crescita delle altre piante. Una volta messe a dimora, l’unico intervento richiesto e solo per alcune, è la rimozione dello stelo sfiorito, per evitare la produzione di semi.
Progetto dell’arch. Cristiana Ruspa, http://www.giardinosegreto.com