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Per tagliare l’erba dove altre macchine incontrerebbero difficoltà di accesso entra in campo il decespugliatore che, per quanto piccolo e leggero, deve essere trattato con rispetto perché è una macchina estremamente potente. Il decespugliatore è indispensabile per la pulizia di argini e strade, vicino a fusti di piante legnose, cordoli, panchine, cestini, muretti, lampioni, vicino a cespugli fioriti o lungo i bordi dei vialetti, dove la vegetazione cresce vicina al muro, per togliere le sterpaglie nel sottobosco e per rifinire il taglio del tosaerba dove questo ha difficoltà d’azione. Infine è fondamentale anche per tagliare l’erba in caso di piccolissime superfici oppure quando l’erba è troppo alta per un normale tosaerba. Vediamo come è fatto e come deve essere usato per sfruttarlo al meglio.
A motore o elettrico
Un decespugliatore è formato da un corpo motore che può essere a benzina o elettrico.
Il primo è utilizzato per un uso più intenso e prolungato; si possono avere motori a due tempi nella maggior parte dei modelli con cilindrate comprese tra 20 e 65 cm3 o anche a quattro tempi, con il vantaggio che il motore essendo sempre lubrificato, non rischia di grippare come nei modelli a due tempi.
Esistono anche modelli a motore elettrico con batterie ricaricabili che hanno prestazioni leggermente inferiori ma hanno il vantaggio di una maggior leggerezza, meno rumore e dell’assenza dei fumi di scarico.
I decespugliatori si compongono poi di un’asta in lega leggera con diametri variabili (a seconda siano a livello hobbistico o professionali) che ha il compito di trasmettere il moto rotatorio alla testina finale dove è presente il filo o il disco che hanno il compito di tagliare. In genere l’asta è flessibile per poterla usare anche in zone in pendenza o difficili, quali scarpate, rive di corsi d’acqua, muretti ecc.
La testina di taglio è coperta da una scocca di protezione di plastica dura o metallo, per evitare che frammenti di sassi, terra, schegge di legno o altri materiali che si sollevano quando la macchina è al lavoro possano colpire l’operatore che usa la macchina.
L’impugnatura ha il compito di permettere il controllo della macchina ed è provvista dei comandi di acceleratore e tasto start/stop. Può avere forma semicircolare oppure può essere a forma di corna di bue.
I decespugliatori possono essere “spalleggiati”: in questi casi il motore è montato su un’apposita intelaiatura metallica, munita di spalline, che ne consente l’uso portandolo sulla schiena, come se fosse uno zaino.
Tutti devono essere regolarmente puliti dopo ogni utilizzo e la manutenzione è necessaria ogni anno prima del primo utilizzo.
Il filo che taglia
Lo strumento di taglio nel decespugliatore più comune, quello definito a filo, è un filo di plastica rigida, con diametro compreso tra 1 e 4 mm, con sezione che va dalla forma tonda, quadrata, stellare, seghettata o ritorta. Il filo ruota a grande velocità e trancia tutto quello che tocca. Il filo è arrotolato all’interno della testina e quando è consumato, occorre intervenire manualmente per allungarlo. Nei modelli più recenti è possibile, accelerando i giri del motore e battendo al suolo la testina, fare uscire in automatico il filo dal suo alloggiamento.
Esistono anche decespugliatori che al posto del filo montano un disco metallico con un numero di denti variabile. In genere questi attrezzi non si usano per il taglio dell’erba nella classica operazione di rifilatura dei bordi del prato, ma solo per tagliare aree ricoperte di arbusti, rovi o giovani alberi.
Le protezioni necessarie
Data l’altissima velocità con la quale gira il filo, e la sua potenza, è importante proteggere i giovani alberi da possibili danni che potrebbero essere provocati se il decespugliatore funzionante fosse accostato troppo alla corteccia di una pianta.
Per evitare scortecciamenti e ferite pericolose per la pianta, occorre mettere una protezione alla base dei fusti: semplicemente si può tagliare longitudinalmente una bottiglietta di plastica dell’acqua e collocarla attorno alla corteccia.
Quali pericoli
I decespugliatori vanno impiegati con i dispositivi di protezione individuale (DPI), che prevedono l’uso di guanti da lavoro robusti, occhiali protettivi o caschetto dotati di visiera a maglia fine, per evitare possibili danni da parte di piccoli frammenti che il filo rotante può sollevare durante il lavoro. Anche l’abbigliamento deve essere adeguato e deve comprendere anche gli stivali per i motivi sopraddetti.
Altri rischi possibili sono legati al contatto dell’operatore con le parti calde dei modelli a motore termico. Oppure al rumore che emettono, specie i modelli a motore, e che possono superare i 90 dB; quindi è indispensabile, specie per molte ore di lavoro, l’uso di tappi auricolari o cuffie.
In caso di presenza di persone terze entro il raggio d’azione dell’operatore, circa 15 metri, occorre sospendere l’attività lavorativa per evitare possibili danni ai passanti, sino a che le persone non si siano allontanate.
I modelli a lama sono pericolosi perché estremamente taglienti: meglio usarli solo su terreni pianeggianti dove non sia possibile scivolare o cadere e perdere il controllo della macchina.
Si ringrazia per la collaborazione l’agronomo Virgilio Piatti e Davide Ostini della scuola della Fondazione Minoprio di Vertemate con Minoprio (CO).