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Ci sono molti buoni motivi per circondare la nostra proprietà con una siepe. Negli appezzamenti più piccoli può prevalere la tutela della privacy, in quelli più grandi le siepi collaborano alla segnalazione certa dei confini di proprietà, all’azione frangivento, alla delimitazione di aree coltivate. In linea generale una siepe rappresenta una valida dissuasione contro le intrusioni indesiderate di piccoli animali, attira insetti impollinatori e offre spazio alla nidificazione degli uccelli; è certamente decorativa e spesso produce frutti commestibili. Purtroppo non esiste una siepe ideale, che possa essere considerata la migliore, dal momento che l’Italia presenta una variabilità climatica eccezionale: si va dalle zone alpine alle spiagge delle isole. In questo articolo suggeriamo delle siepi che possano svolgere più o meno tutte le funzioni indicate, nelle diverse condizioni di altitudine e temperatura.
Nelle zone più calde, a clima mediterraneo
Nelle zone con vegetazione mediterranea (come olivo, corbezzolo, alloro e oleandro), le essenze più caratteristiche per fare la siepe sono il fico d’India e il melograno.
Fico d’India
È una pianta succulenta proveniente dal Messico ma molto ben ambientata nel sud dell’Italia. Si adatta anche a condizioni estreme, con giornate caldissime e notti gelide. Il fusto della pianta è costituito dalle pale, in pratica rami modificati che svolgono la funzione di foglie. È una pianta spinosa e fitta che produce da luglio in poi i frutti dai vari colori, dal verde al giallo al rosso, a seconda delle varietà. La moltiplicazione per seme è sconsigliata, si adotta quella per talea che si pratica preferibilmente in primavera o fine estate: si prelevano delle pale di un anno e si interrano per metà della loro larghezza alla distanza minima di 150 cm tra l’una e l’altra, in modo che emettano nuove radici. È importante che siano interrate di taglio e non verticalmente, altrimenti emetteranno poche nuove pale e pochi frutti.
Melograno
Il melograno è una pianta alta fino a 4 metri, che può essere coltivata sia ad alberetto che a cespuglio: nel secondo caso è sufficiente non eliminare i getti basali. Costituisce una siepe molto fitta e spinosa. All’inizio dell’estate produce bei fiori rossi cui seguono i caratteristici frutti, che maturano dall’autunno. Ne esiste anche una varietà nana, Punicum granatum nana, che raggiunge l’altezza di 150 cm e produce melagrane del diametro di 2-4 cm, decorative ma non commestibili.
Pianure interne fino a 600 metri d’altitudine
Le piante adatte a questa fascia sono largamente coltivate in quasi tutta d’Italia.
Viburno
Il viburno è un arbusto molto decorativo, di cui esistono numerose specie. Alcune sono spoglianti, come il Viburnum opulus e il Viburnum lantana; altre invece sono sempreverdi, come il Viburnum tinum, chiamato comunemente Laurotino o Lentaggine. La fioritura è abbondante e si estende dalla primavera all’autunno, con fiori solitamente bianchi o crema riuniti a corimbo, cioè in cime ombrelliformi. I frutti sono delle bacche blu-nerastre.
Lauroceraso
Molto comune tra le essenze da siepe perché si sviluppa da terra in forma di arbusto molto difficile da penetrare. Si sceglie soprattutto perché sempreverde dalle foglie verde lucido ovale molto decorative. Fiorisce tra aprile e giugno con piccoli fiori bianchi, e fruttifica dalla fine dell’estate producendo delle piccole drupe del diametro di 1 cm circa, inizialmente rosse e poi blu-nerastre, velenose. Si tratta di una pianta molto resistente che si adatta alle potature più decise. Nelle primavere molto umide e con poco ricircolo d’aria può soffrire di oidio.
Evonimo o Fusaggine
Arbusto molto ramificato, dalla crescita lenta. Le foglie diventano rosse in autunno. I fiori sono bianco-verdastri e compaiono in maggio. I frutti autunnali sono capsule molto particolari con quattro lobi di colore rosa carminio che a maturità si aprono e mettono in mostra quattro semi di colore arancione.
Sambuco nero
Cresce rapidamente e, se allevato in forma di arbusto, non supera i 5 metri. Le foglie sono composte, formate da 5 o 7 foglioline ellittiche con il margine seghettato. I fiori del sambuco nero sono di colore bianco, riuniti in vistose cime ombrelliformi, e compaiono da giugno. I frutti sono delle piccole drupe sferiche, nero-violacee a maturità. Sopporta anche terreni umidi soggetti a sommersioni temporanee. I frutti costituiscono un grande richiamo per gli uccelli.
In collina tra i 600 e i 1200 metri
Anche queste essenze sono coltivate pressoché dappertutto in Italia, ma riescono meglio nelle zone collinari.
Biancospino
Il biancospino può crescere anche molto rapidamente, se al momento dell’impianto si fa una buona concimazione di fondo. È molto spinoso, per cui può assumere una particolare funzione protettiva. La fioritura inizia a maggio, con fiori bianchi a 5 petali riuniti in gruppi. I frutti piccoli e sferici diventano rossi in autunno.
Corniolo
Arbusto che si caratterizza per il legno durissimo, il corniolo produce fiori gialli, ancor prima che compaiano le foglie, assicurando un notevole effetto decorativo. I frutti sono delle piccole drupe ovoidali, rosse in autunno, molto gradite agli uccelli ma commestibili anche per l’uomo e spesso usate nella preparazione di confetture. Preferisce i terreni calcarei e non è molto esigente in fatto di irrigazione. Sopporta bene le potature.
Nocciolo
Pianta dalla crescita rapida, dal legno morbido e di aspetto “arioso”, caducifoglie. I fiori non sono molto appariscenti, in effetti sono delle piccole code pendule giallastre. I frutti sono le caratteristiche nocciole di forma globosa e con guscio legnoso commestibili. Coltivato ad arbusto emette molti getti laterali che in pochi anni creano dei grossi cespi dai quali si può ricavare anche legna da ardere. Il nocciolo è esigente in fatto di irrigazione, non tollera l’aridità.
Prugnolo
Arbusto spinoso con foglie semplici, più scure nella parte superiore. I fiori bianchi compaiono da marzo in quantità spettacolari. I frutti sono delle piccole drupe tonde, blu-nerastre a maturazione. Si tratta di una essenza molto adattabile e poco esigente, tollera anche la carenza prolungata di acqua.
In montagna: al di sopra dei 1200 metri
In questa fascia climatica il numero delle specie coltivabili si riduce molto; tuttavia, anche qui ci sono specie tradizionalmente usate nella costruzione di siepi, che possono dare risultati eccezionali.
Cipresso di Leyland
È la più caratteristica pianta da siepe della zona alpina. Forma un muro verde impenetrabile, grazie anche alla sua estrema adattabilità alle potature. La pianta non va lasciata crescere oltre 3-4 metri perché, a causa dell’apparato radicale ridotto, può cedere all’azione del vento; la coltivazione in forma di siepe le conferisce tutta la robustezza necessaria. Le foglie sono quelle caratteristiche di tutti i cipressi, fiori e frutti non compaiono o sono molto rari.
Pinus mugo
È una conifera dal portamento prostrato e contorto, coltivabile anche in forma di cespuglio o di alberetto. Ha una crescita lenta, ed è la pianta ideale nelle zone dove la neve fa da padrona per più mesi. Cresce difficilmente sotto i 1500 metri.
Cotoneaster
Raggiunge velocemente l’altezza di 200 cm ed è praticamente impenetrabile. il fogliame è verde scuro, argentato nella parte inferiore. Produce fiori bianchi in primavera. Le bacche sono rosse e spiccano in grande quantità tra il groviglio dei rami, per la gioia degli uccelli. Non tollera le carenze idriche prolungate.
Chaenomeles speciosa
È detta anche Cydonia, Fiore di pesco o Cotogno da fiore. È una rosacea dalla fioritura rossa o rosa che si sviluppa da febbraio-marzo, prima della emissione delle foglie. In autunno porta a maturazione dei frutti simili a piccole mele cotogne, molto profumati.
Alcune essenze da siepe coltivabili nelle diverse zone climatiche italiane
* L’altezza si riferisce a piante che crescono liberamente in uno spazio adeguato. La pianta coltivata in funzione di siepe deve essere mantenuta ad altezze inferiori, per favorire la densità basale del fogliame.
** Nelle coltivazioni a siepe la distanza di impianto viene molto ridotta, per favorire una maggiore densità della vegetazione.
Più decorative se sono miste
Le essenze proposte possono essere associate tra loro in diversi modi, così da garantire un effetto decorativo più efficace, dovuto a fioriture e fruttificazioni che si sviluppano con colori diversi secondo le stagioni. Per esempio, nelle zone collinari fino a 1200 metri possiamo utilizzare tutte le essenze proposte in questo articolo, alternandole a degli esemplari di acero campestre, e mettendole a dimora alla distanza di 150 cm una dall’altra secondo una sequenza del tipo:
- Acero campestre
- Biancospino
- Corniolo
- Prugnolo
- Acero campestre
- Biancospino
L’acero campestre fiorisce a giugno con fiori tra il giallo ed il verde, il biancospino in aprile con fiori bianchi, il corniolo a febbraio con fiori gialli, il prugnolo in marzo con fiori bianchi.
L’acquisto: meglio in vivaio
Per impiantare qualsiasi tipo di siepe è sconsigliabile ricorrere ai semi, a meno che non si vogliano attendere alcuni anni per vedere dei risultati peraltro incerti. Conviene approvvigionarsi presso i vivai locali, che possono fornire le varietà più adatte al luogo consentendo spesso la scelta delle piantine migliori. I prezzi variano molto a seconda della specie, del numero di anni e della difficoltà necessaria per ottenere le piante. Qualunque vivaio praticherà sconti sensibili sulle quantità.