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D’estate le erbe infestanti, chiamate anche malerbe, crescono in ogni angolo: dall’orto alle aiuole, dai vasi sul balcone alle fessure dell’asfalto. Per eliminarle si sconsiglia vivamente di usare i diserbanti in commercio: si tratta di prodotti chimici di sintesi che provocano modificazioni profonde all’ecosistema, al mondo vegetale e animale. Per il rispetto dell’ambiente e della nostra salute, meglio optare per due tecniche tradizionali ma efficaci: il diserbo manuale e la pacciamatura, spesso anche da associare.
Il diserbo manuale
Consiste nell’estirpare tutte le malerbe. Se si lavora su aree di piccole dimensioni o nei vasi si può procedere a mano, tirando direttamente la pianta dal colletto. Si consiglia di procedere su terreno umido perché in questo modo viene facilitata l’estrazione completa della radice. Se si elimina solo la parte aerea (quella fuori terra) della pianta, le radici rimaste nel terreno emetteranno nuovi germogli in breve tempo.
Con gli attrezzi giusti
Se occorre diserbare per la preparazione di nuove aiuole, il diserbo manuale si realizza mediante l’utilizzo di attrezzi tradizionali come per esempio la zappa e/o il sarchiatore. La zappa rompe la zolla e le radici a seconda di come viene usata, il sarchiatore invece ha una lama che passa sotto al livello del terreno tagliando a quella misura l’apparato radicale. Sono entrambi strumenti adatti per eliminare le infestanti, meno faticosi rispetto al lavoro effettuato interamente a mano.
In commercio è inoltre possibile acquistare estirpatori/estrattori, costituiti da un’asta in acciaio con due lame contrapposte. Questo attrezzo permette di estirpare le erbe infestanti tramite carotatura del terreno; sul manico è presente un meccanismo che permette di liberare facilmente le lame dall’erba. L’estirpatore essendo provvisto di una lunga asta non affatica la schiena e non sporca le mani.
Per diserbare manualmente vialetti pavimentati particolarmente estesi e in particolare dove è difficile intervenire manualmente, è possibile utilizzare il decespugliatore dotato di un filo di nylon che però agisce rimuovendo solo la parte aerea e quindi per mantenere pulita l’area è necessario operare periodicamente.
La pacciamatura
Un altro sistema piuttosto diffuso e molto efficace per mantenere sotto controllo la crescita delle erbe infestanti è la pacciamatura estiva. Questa pratica riproduce quanto avviene in natura con il fogliame e altri residui vegetali, che si depositano al suolo e formano un tappeto che impedisce, soprattutto per mancanza di luce, la germinazione della vegetazione spontanea sottostante.
La pacciamatura nel nostro giardino consiste nella copertura del terreno con materiale appropriato (corteccia di aghifoglia, paglia, foglie, torba); è il sistema ecologico più efficace per controllare lo sviluppo delle infestanti.
L’utilizzo della pacciamatura nel giardino garantisce oltre che la limitazione della nascita delle infestanti anche, soprattutto d’estate, la protezione dal caldo e la limitazione della traspirazione di acqua dal terreno ed evita, inoltre, il dilavamento dei nutrienti.
I materiali giusti
Tra materiali più comuni che possono essere utilizzati per la pacciamatura troviamo la corteccia delle aghifoglie, le foglie secche, l’argilla espansa, il telo da pacciamatura e le pietre e/o ciottoli, ma funziona bene anche il telo in tnt.
- Le foglie secche possono essere stese sulle aiuole che non vengono utilizzate per alcuni periodi dell’anno meglio se in inverno perché con l’umidità rimangono maggiormente a contatto con il terreno. Le foglie possono essere poi mischiate al substrato con una leggera zappettatura prima dell’utilizzo dell’aiuola.
- Le pietre e i ciottoli sono particolarmente indicati per coprire aiuole di forme diverse soprattutto a vicino al tappeto erboso. In commercio è possibile acquistare rocce e ghiaia di dimensioni, colori e forme diverse.
- Il telo pacciamante di solito di colore verde/grigio scuro viene utilizzato nelle aiuole e si stende sopra la zona che si intende pacciamare. Prima dell’utilizzo è necessario togliere tutte le erbe infestanti (comprese le radici). Dopo aver steso il telo è necessario praticare dei fori in corrispondenza delle piante che si vorranno far fuoriuscire dal telo; in seguito potrà essere fissato con dei picchetti o con dei sassi. È sempre consigliato utilizzare teli in tessuto non tessuto (TNT) perché sono traspiranti, in modo da evitare la creazione di ristagni d’acqua o di zone asfittiche. Se l’aspetto non convince, possono essere ricoperti da materiali esteticamente più gradevoli come corteccia o sassolini colorati.
Una questione di spessore
Quando per la pacciamatura si utilizzano corteccia di aghifoglie e argilla espansa, perché l’operazione sia veramente efficace è importante rispettare lo spessore minimo dello strato che non dovrebbe essere inferiore ai 5 cm per un massimo spessore di 10 cm. Per stendere il materiale in modo uniforme utilizzare un rastrello. La pacciamatura con corteccia di aghifoglie va rinnovata ogni anno quando, una volta degradata , entra nella struttura del terreno. È possibile accelerare la decomposizione, interrando la vecchia pacciamatura con una vanga. Per la pacciamatura con argilla espansa è solo necessario rinnovare lo strato che nel tempo si riduce.