Contenuti trattati
Anche se il tempo regala ancora qualche giornata di sole, l’autunno è cominciato ed è giunto il momento di dedicarsi al rimessaggio degli arredi da giardino. Dopo lo spazio sembrerà stranamente vuoto e con un inequivocabile sapore di fine stagione, ma non ci sono scuse, non si può rimandare.
Perché farlo ora
Ritardare il rimessaggio degli arredi outdoor significa aumentare le possibilità di esporre gli arredi alla pioggia e a temperature più basse. Questo significa che i tempi di asciugatura, rapidissimi in estate dopo un acquazzone, ora si allungano di molto, rischiando di favorire la penetrazione dell’acqua dove le impermeabilizzazioni non sono più efficienti, con il rischio di innescare fenomeni di marcescenza a carico delle parti degradabili, come quelle in legno. In più, il gelo è nemico di tutti gli arredi da giardino, in particolare di quelli in legno, perché l’acqua assorbita ghiaccia aumentando di volume e quindi degrada rapidamente la struttura interna, che diventa via via capace di assorbire più acqua, ingrigirsi e sgretolarsi.
Attenzione ai detergenti
L’utilizzo di un’idropulitrice e di prodotti detergenti, anche se è bene scegliere quelli su base ecologica, può danneggiare il prato. Per eseguire una pulizia corretta è sempre consigliato trasferirsi su una superficie lastricata leggermente inclinata, dotata di una griglia o di una fognatura di raccolta dell’acqua. Sempre lontano da muri che possano essere investiti dagli schizzi che potrebbero macchiarli.
I mobili in legno naturale
Per colore, disegno, piacevolezza al tocco e origine naturale, questo materiale non ha pari, neppure tra quelli più leggeri e tecnologici. Che il materiale di partenza sia di grande qualità, duro e poco marcescibile (come teak, robinia ed eucalipto) o sia più economico (conifera), in ogni caso va pulito. Del legno bisogna preservare il disegno, ravvivare il colore, proteggere la superficie da agenti aggressivi. Per quanto sia difficilmente applicabile, la teoria prevede che ogni qualvolta piova si debba asciugare con un panno la superficie degli arredi in legno e che una pulizia approfondita vada svolta a primavera inoltrata, dopo i primi utilizzi, in estate e al rimessaggio. In realtà ci si può accontentare di quella di fine stagione, che comunque va fatta.
Come procedere alla pulizia:
- passare sulle superfici un panno pulito per togliere polvere e incrostazioni superficiali
- poi ripassarle con una spugna non abrasiva e un detergente neutro in acqua tiepida
- eseguire un secondo passaggio con solo spugna e acqua tiepida per risciacquare, passando più volte se necessario
- ripetere entrambe le operazioni sulle zone macchiate che non abbiano mostrato miglioramenti sufficienti
- lasciare asciugare perfettamente
- se necessario applicare un trattamento di protezione con cere o olio.
Un trattamento all’olio ravviva il colore ed è di norma necessario per i legni più economici, che tendono a ingrigire. Il trattamento con la cera, più lungo e laborioso, chiude i pori del legno e fa sì che l’acqua non entri e non possa iniziare la sua azione di degrado. Nei mobili di legno, anche per sdraio e simili, particolare attenzione va prestata al piede, cioè alla zona di contatto fra legno e terreno, quella che resta più a lungo bagnata: è soggetta a urti e sfregamenti che erodono la superficie. Con il tempo potrebbe rendersi necessario dotarla di un rinforzo o di una protezione in gomma o in metallo, perché non si formi fra questa e il legno una fessura dove l’acqua si raccolga ogni volta che piove o si irriga a pioggia il prato. Usare l’idropulitrice sul legno è sconsigliato, se non a una certa distanza per un ultimo risciacquo veloce, seguito da asciugatura e mai in modo ravvicinato a pressione (anche se sono presenti macchie d’olio). Anche le spugne abrasive sono da evitare. I mobili di legno si puliscono in una bella giornata di sole e se non sono perfettamente asciutti, a sera andrebbero ritirati.
Piccole riparazioni e altri problemi
Prima di pulire gli arredi in modo approfondito, occorre provvedere a quelle piccole riparazioni che si possono rendere necessarie per migliorare nel tempo la tenuta degli arredi.In un arredo in legno, una scheggiatura può essere eliminata togliendo le asperità con la carta vetrata fine e provvedendo poi a stendere un nuovo velo di protezione (con olio o cera). I mobili di legno verniciati, che per urti o sfregamento hanno perso una parte del colore, andranno subito riverniciati perché lo strato esterno funge anche da protezione per il materiale sottostante. Se gli arredi sono di metallo con eventuali parti arrugginite, intervenire sulla ruggine carteggiando le parti danneggiate, senza temere di asportare anche una porzione di vernice. Poi pulire con acquaragia tirata con una pezza di tessuto, stendere un primer antiruggine e solo quando asciutto provvedere al ritocco con pennello e vernice. Sempre per i mobili di legno, combattere la muffa e arginare il suo propagarsi trattando le superfici con acqua e ammoniaca, o acqua e candeggina.
Pulire gli oggetti in plastica
I materiali che generalmente indichiamo con questo nome, sono talmente tanti che procedere per generalizzazioni non sempre è la scelta migliore. I mobili di plastica di qualità sono tutti accomunati da elevata resistenza al caldo e al freddo, tanto che non richiedono di essere ritirati per l’inverno, agli sforzi meccanici, anche alle torsioni, alle intemperie, ai raggi UV, ma non agli agenti corrosivi. Per questo, mantenerli puliti significa anche preservarli. Per pulirli dalla polvere e dalla terra, il consiglio è di bagnarli, passarli con un panno spugna e un detergente non corrosivo, aspettare che questo faccia effetto e quindi agisca per contatto. Sciacquare, ed eventualmente ripetere l’operazione strofinando sulle parti che non sono perfette con una semplice spugna non abrasiva. L’utilizzo di una lancia a pressione per il risciacquo rende le operazioni più spedite, ma non bisogna superare i 40 °C di temperatura dell’acqua e occorre mantenere una distanza tale che consenta di eliminare detersivo e sporcizia, senza rovinare la plastica con la forza fisica del getto ravvicinato. Sono sempre proibite spazzole e spugne abrasive, che causano microrigature della superficie rendendola più facile da sporcare, detergenti che contengano anche solo in bassa percentuale ingredienti aggressivi come la trielina e l’alcool, che nel tempo tende a opacizzare le superfici. Per sbiancare i mobili di plastica bianca, dopo il lavaggio si può provare a passarli con un panno e acqua ossigenata. Per la resina non esistono particolari attenzioni e si consiglia di lavarla con acqua e sapone neutro. Gli arredi di materiale plastico che simulano gli intrecci naturali, oggi di tendenza, devono essere puliti con detergenti non aggressivi, ma spazzolati prima delicatamente per togliere quanto più sporco a secco si è depositato, tra una “fibra” e l’altra.
Pulire bambù, vimini e midollino
Si tratta di fibre vegetali leggere, spesso cave, usate anche intrecciate, belle ma delicate. I mobili in bambù, vimini e midollino sono più delicati di quelli in legno e, in genere, sono protetti da un trattamento di verniciatura, per difenderli dall’acqua che potrebbe imbibirli favorendo l’azione di muffe e funghi. Devono sempre essere ritirati durante la brutta stagione, ponendoli almeno al riparo dalla pioggia. Si puliscono con un panno asciutto, poi con acqua e aceto, intervenendo sulle zone macchiate con un detergente neutro.
Pulire cuscini, imbottiture e teli
Sfoderare i cuscini e lavare l’imbottitura solo se necessario. Individuare le eventuali macchie da pretrattare, poi lavare a temperature non troppo elevate, per evitare che il tessuto restringendosi perda la forma originaria. Una volta asciugati perfettamente, riassemblare ogni pezzo così che resti in forma perfetta per tutto l’inverno. L’imbottitura, se di poliuretano espanso, deve essere lavata a secco.
Asciugare e imballare
Prima di ritirare gli arredi da giardino, assicurarsi sempre che siano perfettamente asciutti e nel dubbio passare con un panno nei punti di raccolta per togliere l’umidità che si è accumulata. Negli snodi di materiale plastico o metallico si può usare un soffio d’aria in pressione. Imballare con cura usando fogli di plastica o di carta, ben fissati con nastro adesivo, non tanto per l’accumulo di polvere, quanto per la patina oleosa che i gas di scarico, inevitabili in un garage usato anche come deposito, lasciano nel tempo su tutte le superfici.
Gli arredi in metallo
Sono di pulizia più facile perché, se di qualità (e non in lamiera verniciata), sono robusti, con superfici continue e repellenti. Per pulire gli arredi in metallo, si bagna, si spruzza un detergente sgrassatore che agisce per contatto, si passa una spugna e si provvede al risciacquo con l’idropulitrice, per velocizzare il lavoro. Controllare e ripassare i punti dove muffa e muschi si possono insediare, favoriti dall’umidità ambientale elevata. Gli arredi anticati non hanno problemi: se compaiono nuovi puntini di colore rugginoso, fanno parte del loro fascino. Gli arredi di metallo verniciato, a vernice o a polvere, sono più delicati e la finitura potrà danneggiarsi se la superficie è deformata da un urto o da un graffio. Evitare quindi spugne corrosive o spazzole dure e usare detergenti neutri. L’acciaio, utilizzato per lo più nelle cucine all’aperto, è il metallo più duro per definizione, ma deve essere trattato con cura per mantenere le sue caratteristiche di lucentezza. Mai utilizzare polveri e spugnette abrasive, ma un panno, acqua e un detergente neutro. Il calcare va tolto con acqua e aceto e non con anticalcare.
Per gli arredi che restano all’esterno
Se, per mancanza di spazio, alcune strutture dovranno restare all’esterno (può essere anche un tavolo), dopo la pulizia e l’asciugatura vanno ricoperte con un foglio di plastica trasparente, per evitare di avere antiestetici imballi giganti che ingombrano il giardino. Vanno fissati, così che il vento non possa spostarli e che l’acqua della pioggia sgrondi correttamente. Ricordare che le foglie, in particolare di specie come querce e noce, decomponendosi rilasciano sostanze tanniche che possono macchiare anche gli arredi di plastica, formando una patina scura che non sempre si riesce a rimuovere del tutto.