Edgeworthia chrysantha è arbusto poco comune ma di facile coltivazione, profumato e fiorito quando il giardino non ha ancora preso colore, esotico d’origine ma ben adattato ai nostri climi. Pianta dal fascino algido attira gli appassionati che ne apprezzano le geometrie essenziali e la fioritura unica. Il genere Edgeworthia annovera solo poche specie, da due a tre secondo le fonti, ma una soltanto è attivamente coltivata: Edgeworthia chrysantha.
La vecchia nomenclatura, Edgeworthia papyrifera, fa riferimento al fatto che nei paesi d’origine il legno della pianta era utilizzato per produrre carte di pregio destinate alla scrittura come forma d’arte o alla stampa di carta moneta.
Il nome della specie è invece un tributo al naturalista inglese M. P. Edgeworth che, lavorando nella Compagnia delle Indie a metà dell’800, tanto si adoperò per il riconoscimento e la diffusione di nuove piante.
Portamento ordinato e fiori profumati
Edgeworthia chrysantha è un arbusto dal portamento espanso e molto ramificato che, per la forma, ricorda un albero in miniatura capace di raggiungere un’altezza compresa fra i 120 e i 180 cm, mentre si allarga, grazie all’emissione di polloni basali, fino a tre metri di diametro formando una chioma folta e compatta, cosa che è difficile da credere osservando le piante acquistate in vaso. Pianta spogliante ha foglie di forma oblunga, a margine intero, concentrate nella parte terminale dei rami che sembrano così pennacchi conferendo alla pianta una buona somiglianza con la stilizzazione operata dai bambini nei loro primi disegni. Sono di colore grigio nella pagina inferiore, verde intenso in quella superiore, lunghe da 8 a 14 cm, disposte in modo alterno lungo i rami.
I rami sono estremamente flessibili tanto che nel caso uno si dovesse troncare potrete piegarlo fino ad annodarlo senza che si spezzi e questo gli ha valso il nome popolare di “albero di gomma”. La ramificazione segue uno schema “a tre” perché da ogni apice si generano tre nuovi getti. Questa caratteristica, insolita nei cespugli da fiore, conferisce alle piante adulte un aspetto ordinato e definito.
I fiori, colorati di giallo, più o meno vivido, sono profumatissimi e raccolti in dense infiorescenze che compaiono già in autunno ma si schiudono solo a primavera. Le infiorescenze, ombrelle tondeggianti larghe fino a 5 cm, brevemente peduncolate, si formano in posizione ascellare, e sempre sul legno dell’anno precedente.
I fiori, tubolari che si aprono in quattro lobi. Ogni infiorescenza ne raccoglie da 40 a 50 elementi. La varietà “Red Dragon” ha fiori di colore rosso.
Norme di coltivazione dell’Edgeworthia chrysantha
Il clima giusto
Le vecchie indicazioni raccomandavano il ricovero invernale dell’Edgeworthia, nella pratica si è visto che anche in collina, se ben esposti e dove la neve e il gelo siano un fatto occasionale e non troppo protratto, questi arbusti riescono a resistere sia in piena terra sia in grandi vasi. Più che il freddo, sopportando diversi grado sotto zero, teme le correnti gelide, ed è per questo che preferisce posizioni riparate, con luce abbondante ma non diretta nelle ore più calde della giornata, mai troppo calde. Esposizione consigliata a sud-est riparata dalla chioma di un grande albero a mezzodì.
Le bagnature con acqua dolce
Pianta esigente in fatto d’acqua durante la stagione vegetativa deve essere bagnata spesso per mantenere il terriccio più che fresco ma sole se è assicurato un efficiente drenaggio perché teme i ristagni. Quindi per le piante in vaso il consiglio è quello di eliminare il sottovaso mentre per quelle in piena terra si consiglia i formare sul fondo della buca un vespaio di sassi, cocci e sabbia per favorire il percolamento verso gli strati profondi dell’acqua in eccesso. Pianta molto sensibile al calcare deve essere irrigata con acqua dolce, piovana o acidulata in modo che il calcare precipiti e resti sul fondo dell’annaffiatoio.
Il substrato
Il terriccio di coltivazione potrà essere preparato mescolando due parti di terriccio di buona qualità ricco di sostanza organica con una parte di sabbia a granulometria grossa e una parte di torba non sminuzzata.
Riproduzione
Si sfrutta il suo carattere pollonifero per riprodurre la pianta. I polloni basali si staccano in autunno quando la pianta si è interamente spogliata e si rimettono subito a dimora con le stesse avvertenze per il trapianto di soggetti in vaso. Non si alleva in vivaio per poi trasferirla perché la pianta si rivela piuttosto sensibile ai traumi subiti dall’apparato radicale e deve essere collocata in quella che sarà la sua posizione definitiva. In alternativa a primavera si prelevano le talee che si mettono a radicare in un cassone o sotto campana di vetro in un mix di sabbia e terriccio in parti uguali da mantenere umido ma non intriso.
Niente potature
Scordatevi le forbici: la pianta non richiede nessuna potatura se non la rimozione dei rami secchi, pena alterare completamente la forma del cespuglio, mettendone a rischio la stessa sopravvivenza.