Eliminare le erbacce

Per eliminare le più diffuse erbe infestanti occorre prima di tutto capire che tipo di apparato radicale possiedono. Poi, con un po’ di tecnica e una paletta, si tolgono dal terreno.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 28/07/2016Aggiornato il 28/07/2016
come estirpare radici fittonanti carnose

Una porzione di terreno lavorata e ben preparata, così come un’aiuola del giardino che avete appena liberato dalle infestanti, sembra un invito irresistibile per le malerbe. In realtà accade che in estate i semi diffusi dal vento e da altri vettori siano nelle migliori condizioni per germinare e, dove cadono, germogliano. Per toglierle occorre diserbare manualmente: è un lavoro lungo e faticoso, da ripetere a scadenze fisse, quindi prima di affrontarlo chiediamoci se è necessario praticarlo ovunque oppure solo nelle porzioni che più ci interessano.
Nelle aree periferiche come i confini della proprietà, la fascia inerbita al di là di reti e cancelli, le zone scoscese poco frequentate, si può optare per un semplice taglio dell’erba ripetuto a scadenze, fisse e ravvicinate, così da non lasciare salire a seme le malerbe.
Ricordiamo che è meglio evitare l’utilizzo dei diserbanti chimici, benché siano efficaci e selettivi, non solo nell’orto, ma anche sul prato e in giardino perché permangono nel terreno e inquinano la falda acquifera.
Non esistono efficaci diserbanti naturali se non il lavoro costante dell’uomo, buone pratiche agronomiche e tanta fatica.

Quando diserbare

Il consiglio è di diserbare manualmente a rotazione, una volta ogni tre settimane, tutte le aiuole del giardino. Il turno può essere stretto in maggio quando il rigoglio è massimo, rallentato in agosto quando il tasso di crescita è inferiore.
Si diserba quando il terreno è umido, non intriso d’acqua, ma bagnato da un evento meteorico importante che non interessi solo i primi centimetri di terreno. Nelle aiuole dove il terreno è stato lavorato, quindi si presenta soffice, è ricco di sostanza organica, torba e sabbia, quindi con una minor resistenza rispetto alla terra di campo o ai substrati argillosi.

Radici diverse, tecniche diverse

Le radici fascicolate

radici-fascicolate-1

Le radici fascicolate sono tipiche della grande famiglia delle graminacee, quelle a foglia lunga e strette che formano cespi che si allargano sul terreno, ginocchiando lo stelo, prima di elevarsi verso l’alto. Si tratta di apparati radicali formati da molti elementi sottili che si dipartono tutte dalla base del cespo, scarsamente ramificate che avvolgono una zolla di terreno. La loro presa sul terreno che abbracciano è molto forte e questo ci consente, se agiamo in modo corretto, di estirparle senza l’aiuto di strumenti.

Impugniamo alla base tutti gli steli che formano il cespo, nessuno escluso e radunandoli verso l’alto, e iniziamo ad applicare una trazione costante, oscillando lentamente a destra e a sinistra. La zolla, abbracciata dalle radici, sarà estratta dal terreno. A questo punto non resta che togliere la terra dall’intreccio del capillizio perché è un elemento prezioso che non deve andare gettato. Quando le piante sono dell’anno, molto giovani e presentano un solo stelo è facile estrarle afferrandole alla base e tirandole verso l’alto perché l’apparato radicale deve ancora espandersi.

Impugniamo alla base tutti gli steli che formano il cespo, nessuno escluso e radunandoli verso l’alto, e iniziamo ad applicare una trazione costante, oscillando lentamente a destra e a sinistra. La zolla, abbracciata dalle radici, sarà estratta dal terreno. A questo punto non resta che togliere la terra dall’intreccio del capillizio perché è un elemento prezioso che non deve andare gettato. Quando le radici fascicolate sono dell’anno, molto giovani e presentano un solo stelo è facile estrarle afferrandole alla base e tirandole verso l’alto perché l’apparato radicale deve ancora espandersi.

Le radici fittonanti

Le radici fittonanti Filiforme

Filiforme

radici fittonanti Carnosa

Carnosa

Più complessa l’estrazione delle piante con radice fittonante, che può essere di due tipi: filiforme o carnosa. In entrambi i casi esercitando semplicemente una trazione, anche ben applicata, le piante si romperanno alla base separando la radice dalla parte aerea. La radice sarà così capace di emettere nuove foglie, restando difficile da estrarre dal terreno perché continuerà a svilupparsi.

Per le radici fittonanti filiformi potremo avvalerci di un semplice estirpatore che infileremo nel terreno alla base della pianta cosi da scalzarla. Smovendo il terreno questo non aderirà più alla radice e sarà possibile estrarlo.

Per le radici fittonanti filiformi potremo avvalerci di un semplice estirpatore che infileremo nel terreno alla base della pianta cosi da scalzarla. Smovendo il terreno questo non aderirà più alla radice e sarà possibile estrarlo.

Per le radici fittonanti carnose, quelle del tarassaco sono le più famose, dovremo munirci di una paletta da giardinaggio molto robusta da infiggere nel terreno a fianco del cespo in più punti così da “tagliare” una zolla che, aiutandoci con la trazione e facendo leva con la paletta, estrarremo. La rottura è molto facile, anche agendo correttamente, specie nella parte terminale della radice.

Per le radici fittonanti carnose, quelle del tarassaco sono le più famose, dovremo munirci di una paletta da giardinaggio molto robusta da infiggere nel terreno a fianco del cespo in più punti così da “tagliare” una zolla che, aiutandoci con la trazione e facendo leva con la paletta, estrarremo. La rottura è molto facile, anche agendo correttamente, specie nella parte terminale della radice.

 

Da buttare o da riutilizzare

Le malerbe estirpate possono essere allontanate, distrutte, introdotte in compostiera, o utilizzate per creare un tappeto vegetale con funzione pacciamante che crei nel tempo una sorta di strato in grado di non permettere ai semi di raggiungere il terriccio e radicare. Quelle che riusciranno a germinare sulla pacciamatura saranno facilmente eliminabili. Per questo utilizzo, per ridurre i tempi di decomposizione, spezzatele alla lunghezza di pochi centimetri.
Non introducete in compostiera piante già salite a seme o con radici carnose, ma eliminatele in altro modo.
malva, tarassaco, cicorie selvatiche e molte altre ancora possono essere consumate come piante alimentari, da utilizzare crude se estirpate giovani o lessate se più vecchie.

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