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Quando si studia la composizione del giardino uno degli elementi più trascurati è spesso il vialetto che lo attraversa. Si tende a sottovalutare l’importanza dei camminamenti pedonali che possono invece contribuire, in base alle loro caratteristiche estetiche, a rafforzare in modo peculiare lo stile scelto per il giardino.
Il giardino informale
Se l’ambiente è rustico, con la vegetazione dislocata secondo un ordine non regolare, con accostamenti di piante grandi e piccole, a portamento arbustivo o arboreo, arricchite di fiori e bacche, e accanto ci sono un orto e una piccola radura di fiori spontanei, ci troviamo di fronte a un giardino dall’aspetto informale. Un vialetto realizzato in questo giardino sarà ben contestualizzato se rivestito in pacciamatura di corteccia o in ghiaia fine.
Il minimalista
È il giardino dalle forme pulite e geometriche, con poca vegetazione oltre al prato, uniforme per colore e forma, ordinatamente disposta. Per non essere snaturato, questo giardino deve essere attraversato da vialetti in materiale possibilmente monocromo e di forma regolare. Possono essere utilizzate grosse lastre di pietra, tagliate in forma geometrica, appoggiate direttamente sull’erba, oppure piastrelle per esterni in gres porcellanato antiscivolo.
Il giardino giapponese
Si tratta di una progettazione particolare che coinvolge forme animate e inanimate della natura, piante e pietre. Ogni elemento contribuisce a creare un insieme di mistica perfezione. I percorsi all’interno di questi giardini sono creati dai “passi giapponesi”, pietre scelte con cura e di forma armonica con il contesto dello spazio progettato.
In forma geometrica
Un modello di giardino “all’italiana”, con aiuole geometriche e filari di alberi molto regolari, piccole fontane come punti focali delle scenografie disegnate a tavolino, ben si sposeranno con un vialetto in ghiaino fine monocromo oppure con ciottoli bicromi neri e bianchi, con cui creare dei disegni simili a ricami.
Il sottofondo: quando serve e quando non serve
Tutti i vialetti devono essere più o meno strutturati, a seconda dei materiali, perché le piogge non disperdano o dilavino i suoi componenti, oppure l’uso frequente non li disconnetta. Serve pertanto un sottofondo ben strutturato, che permetta il mantenimento del vialetto nel tempo.
Corteccia e ghiaino
Nel caso della pacciamatura in corteccia o del ghiaino, si dovrà provvedere alla stabilizzazione, ovvero a fare, lungo il tracciato, uno scavo di almeno 10 cm di profondità, da riempire con un sottofondo di 6-8 cm di spaccato di medie dimensioni. È consigliabile perimetrare lo scavo con filette di metallo per evitare che eventuale materiale friabile possa fuoriuscire dalla sede.
Pietra e piastrelle
Per quanto riguarda le lastre e i passi giapponesi, si può evitare di stabilizzarli come descritto, quando il materiale avesse già un certo spessore e un conseguente importante peso, in grado di assicurarne una buona stabilità. Se però le lastre fossero sottili , il rischio che si rompano o vengano scalzate dalla sede di posa è elevato, e a quel punto è necessario un lavoro di stabilizzazione puntuale con scavo e spaccato di fondo. Nel caso invece del sentiero in ciottoli, le pietre composte su uno strato di sabbia verranno poi rese solidali tramite un legante cementizio.