La mimosa, Acacia dealbata, fiorisce a marzo

La tradizione vuole che il mese di marzo sia legato al fiore giallo della mimosa, dono ricorrente per la Festa delle Donne. Coltivarla in giardino è facile, se il clima lo consente.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 07/03/2020Aggiornato il 07/03/2020
Acacia Dealbata

La mimosa che conosciamo tutti, con i mazzi di fiori gialli piumosi, appartiene al genere Acacia, specie A. dealbata. Si tratta di una pianta arborea che nei luoghi d’origine è in grado di raggiungere e superare i 10 metri di altezza, ma che in coltivazione misura fra i 4 ed i 9 metri, mentre la chioma, se non potata, si allarga in misura paragonabile.

La chioma ha forma irregolare, le foglie sono composte, di forma bipennata lungo il rachide centrale. Lunghe fino a 25 cm sono di colore verde – grigio. Ogni “penna” è a sua volta una foglia composta che riunisce da 60 ad 80 foglioline disposte sui due lati di un asse centrale flessibile. La finezza delle foglioline e la flessibilità degli assi conferiscono alla chioma un senso di grande leggerezza.

Fiori spettacolari

La mimosa si coltiva soprattutto per la fioritura di fine febbraio – marzo, secondo l’esposizione e l’andamento stagionale. Il profumo è intenso. Ogni singolo fiore ha forma sferica e numerosi stami di colore giallo. Sono raccolti in un’infiorescenza racemosa piuttosto grande, fino a trenta unità, che si origina in posizione ascellare. Dai fiori fecondati si formano i frutti, legumi con semi evidenti nel baccello.

Dove si coltiva

La mimosa è un albero sempreverde che non è in grado di resistere per lungo tempo al gelo. Sotto allo zero termico le piante soffrono, e sotto i –5 °C è facile che muoia. La coltivazione è consigliata solo nelle regioni costiere del Centro e del Sud dove gli inverni sono miti e il gelo un evento eccezionale.

La caratteristica della mimosa adulta è la sua scarsa richiesta d’acqua: bisogna bagnare solo a fronte di perdurante siccità. Però vuole esposizione soleggiata, clima caldo e terreno dal drenaggio particolarmente efficiente. Evitare l’esposizione a venti forti o freddi.

Potare o non potare?

La potatura della mimosa è fra le più difficili e deve sempre essere leggera e ragionata.

1. In fase giovanile si eliminano i rami basali, accompagnando la crescita della pianta, prima accorciandoli e poi tagliandoli a raso così da ottenere piante con tronco libero e chioma definita.

1. In fase giovanile si eliminano i rami basali, accompagnando la crescita della pianta, prima accorciandoli e poi tagliandoli a raso così da ottenere piante con tronco libero e chioma definita.

2. I rami nudi, vale a dire privi di foglie, andranno eliminati perché difficilmente ne emetteranno di nuove.

2. I rami nudi, vale a dire privi di foglie, andranno eliminati perché difficilmente ne emetteranno di nuove.

3. Dopo la fioritura, in primavera, si accorciano i rami, si eliminano quelli secchi, deboli o filati.

3. Dopo la fioritura, in primavera, si accorciano i rami, si eliminano quelli secchi, deboli o filati.

3. Dopo la fioritura, in primavera, si accorciano i rami, si eliminano quelli secchi, deboli o filati.

4. In estate lo sfoltimento nei soggetti con vegetazione ricca e compatta può servire a dare luce alle fronde interne così che la vegetazione con il tempo non si localizzi solo sull’esterno della chioma.

Conservare i mazzetti recisi

Con l’occasione della Festa della Donna, l’8 marzo, è facile ricevere in regalo mazzi di mimosa recisa. Per conservarli il più possibile, occorre scegliere un vaso con la bocca ampia, per non “strozzare” i gambi e non schiacciare i fiori.

Prima di mettere i fiori nel vaso si provveda a staccare le foglie più basse in modo che non stiano a contatto con l’acqua e a rimuovere la parte terminale dello stelo. Quindi immergerli nell’acqua, alla temperatura intorno ai 20°C. Non mettere nel vaso più di 6-10 cm d’acqua. L’acqua andrà cambiata tutti i giorni se non si sono utilizzati conservanti nel vaso (le bustine da addizionare all’acqua che servono come nutrimento per i fiori recisi e hanno potere battericida). In caso contrario, l’operazione andrà eseguita ogni tre giorni circa, rabboccando quotidianamente solo il livello dell’acqua evaporata o assorbita.

 

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