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Per preparare le piante all’arrivo dell’inverno occorrono tre operazioni fondamentali: un’ultima concimazione autunnale, povera in azoto e ricca in fosforo e potassio, che migliora l’accumulo di sostanze di riserva negli organi svernanti e la maturazione dei tessuti, il taglio corto delle erbacee perenni e, soprattutto, la pacciamatura per proteggere le radici e non solo.
Questa operazione però deve essere preceduta dalla lavorazione superficiale del terreno per arieggiarlo ed aumentarne la permeabilità. Già questo è un primo intervento corretto perché una sostanza ricca di cavità piene d’aria (il terreno lavorato) trasmette il freddo meno di un corpo solido (il terreno compresso).
La pacciamatura è indispensabile anche per alcune piante in vaso che teniamo in giardino o sul terrazzo e che sono troppo grandi, oppure rampicanti e intrecciate ai graticci, per essere spostate.
Le caratteristiche della pacciamatura
Il materiale di pacciamatura per proteggere le radici deve essere :
- abbastanza spesso da consentirgli di svolgere la sua funzione. In altre parole 1 cm di corteccia ha una funzione estetica e non un potere isolante, 8 cm, invece, esercitano un’azione di protezione efficace,
- soffice e difficile da compattare o infradiciare perché così manterrà un potere termico isolante elevato,
- facilmente maneggiabile, leggero e ben confezionato,
- riutilizzabile nel tempo rimanendo in loco o recuperato ed asciugato a primavera per un successivo utilizzo, oppure avere una funzione aggiuntiva che ne giustifichi l’impiego tutto l’anno,
- possibilmente poco costoso,
- atossico e biodegradabile,
- piacevole a vedersi visto il lungo tempo di permanenza in giardino.
I materiali migliori per la pacciamatura
Foglie secche
Si tratta del materiale più a buon mercato, disponibile in tutti i giardini, anche se alcune foglie si prestano più di altre perché poco marcescibili come quercia, castagno e faggio. Per proteggere le radici e difendere il colletto di una pianta, si può costruire una struttura leggera con un poco di rete da riempire di foglie secche come si trattasse di un cesto. Per fermarle e non farle portare via dal vento porre sopra il mucchio qualche stecco di legno.
Paglia
È un altro materiale dal costo irrisorio, che si trova con facilità presso gli allevamenti di bovini da latte dove nessuno ve ne negherà un bel sacco. Preferitela lunga così da poterla legare o fissare al terreno. Ha un buon potere isolante per proteggere le radici e sarà di facile rimozione in primavera quando, già in parte macerata, potrà essere introdotta in compostiera.
Altri materiali
Il cippato di legno, la torba, la corteccia, gli aghi di pino, le pigne, i gusci di frutta secca sono altri materiali naturali utilizzabili, tutti con la stessa finalità di costruire uno strato soffice, aerato, isolante che sarà in grado di proteggere le radici della pianta dal gelo.
Contro i marciumi
Dove gli inverni sono piovosi e i terreni pesanti può nascere l’esigenza di proteggere l’apparato radicale non solo dal freddo, ma anche dai marciumi. Quindi occorre ricoprire l’area interessata dalle radici con un buono strato di foglie, da comprimere con le mani così da appiattirle, aggiungere uno strato di paglia e, per finire, coprire con della terra. È l’alternativa naturale ai teli di plastica che eliminano, e non regolano, il flusso di precipitazioni sul terreno.
La rincalzatura
In caso di piante semirustiche è bene applicare il materiale di pacciamatura anche a difesa del colletto e del piede della pianta, magari rincalzandolo, cioè apportando terra da sagomare a forma di cono che andrà rimossa all’arrivo della primavera.
La protezione della chioma
In aree a climi rigidi, con venti dominanti molto freddi, alberi e cespugli semi rustici devono essere protetti anche nella parte aerea.