L’agnocasto, Vitex agnus-castus, fiorisce adesso

Un arbusto ornamentale poco comune che regala una ricca fioritura profumata, di colore viola, dalla primavera alla fine dell'estate. Ad agosto è possibile riprodurlo per talea.

Francesca Meinardi
A cura di Francesca Meinardi
Pubblicato il 20/08/2021Aggiornato il 20/08/2021
L’agnocasto, Vitex agnus-castus, fiorisce adesso

Vitex agnus-castus, l’agnocasto, è un arbusto rustico, che regala fioriture profumate ad agosto, mese in cui sono poche le piante a farlo. Può essere messo a dimora come piccolo arbusto (è la forma di coltivazione più diffusa), oppure può essere piantato come un vero e proprio albero.

È una pianta a foglia caduca che possiede un vigoroso apparato radicale che si sviluppa in profondità nel terreno, mentre la sua struttura aerea è disegnata da fusti sottili e flessibili. Ha foglie lanceolate disposte a raggiera, ruvide al tatto, di colore verde scuro. La corteccia è marrone-grigio, ricoperta da una diffusa peluria.

I fiori compaiono già in primavera, ma la particolarità dell’agnocasto è che continua a produrne ininterrottamente fino alle porte dell’autunno, raggiungendo il culmine nel mese di agosto. I fiori, molto profumati, sono raccolti in pannocchie erette lunghe circa 15 cm; i più comuni hanno colore viola tendente al blu, anche se esistono altre cultivar di colore bianco o rosato. Se lasciati sulla pianta, portano allo sviluppo di frutti a bacca neri che contengono i semi. Agosto è il momento migliore per preparare le talee e moltiplicare la pianta.

Dove si coltiva 

La fascia in cui l’agnocasto cresce bene va dal livello del mare fino a circa 500 m di altitudine. Non patisce eccessivamente le basse temperature, ma queste non devono diventare troppo rigide. Ama l’entroterra più che le fasce costiere perché, nel caso di venti eccessivi, rischia una eccessiva traspirazione che porterebbe all’afflosciamento dei rami. L’esposizione da favorire è quella semi-ombreggiata, ma per avere una fioritura copiosa servono diverse ore di irraggiamento diretto. Si può mettere a dimora come punto focale di un singolo giardino, circondato da un prato, oppure in piccoli gruppi apparentemente spontanei nel loro costruito disordine.

Poche richieste 

In questo momento la pianta è al culmine della fioritura ed è quindi importante apportare una corretta annaffiatura, ma solo se la pianta è giovane o se la stagione è siccitosa. Non far mancare un sistema d’irrigazione a goccia se la zona d’impianto fosse ventosa. Assicurarsi un substrato ben drenante, perché soffre nei terreni troppo duri. 

Si riproduce per talea 

Munirsi di cesoie affilate, per non sfrangiare il taglio e ben disinfettate, per non rischiare di compromettere l’esemplare. Prelevare dei pezzetti di ramo nella parte terminale, che misurino 20 cm circa con almeno due foglie.

Munirsi di cesoie affilate, per non sfrangiare il taglio e ben disinfettate, per non rischiare di compromettere l’esemplare. Prelevare dei pezzetti di ramo nella parte terminale, che misurino 20 cm circa con almeno due foglie.

Preparare un letto composto nelle medesime quantità da torba e sabbia o da perlite e sabbia,
dove inserire le talee.

Preparare un letto composto nelle medesime quantità da torba e sabbia o da perlite e sabbia, dove inserire le talee.

Collocare i contenitori in un luogo che sia caldo, luminoso, ma non esposto all’irraggiamento diretto. Per capire che stanno radicando verificare l’insorgere di nuove foglioline; una volta irrobustite le nuove piantine dovranno essere coltivate in vaso per almeno due anni.

Collocare i contenitori in un luogo che sia caldo, luminoso, ma non esposto all’irraggiamento diretto. Per capire che stanno radicando verificare l’insorgere di nuove foglioline; una volta irrobustite le nuove piantine dovranno essere coltivate in vaso per almeno due anni.

Si usa anche in erboristeria

L’agnocasto veniva coltivato già nei tempi antichi, sia perché i suoi rami flessibili servivano per intrecciare ceste e sedute, sia perché gli venivano riconosciute proprietà medicamentose. La caratteristica più nota era quella di anafrodisiaco, tanto che la pianta era chiamata anche con il nome di Pepe dei monaci, per il sapore piccante delle sue bacche, che essiccate somigliano molto a quelle del pepe e per la proprietà di smorzare la libido.

In fitoterapia, oggi la pianta è apprezzata per le capacità di agire sui livelli di differenti ormoni che operano nel ciclo riproduttivo femminile, per alleviare sindromi premestruali e malesseri legati alla menopausa. In ogni caso, per scopi terapeutici è molto importante usare le composizioni sintetizzate in principi attivi e quindi i prodotti pronti
per il commercio, così da poter stabilire dosaggi precisi.

Azioni terapeutiche su altri problemi di salute più generici sono in fase di studio, come dolori di stomaco, alle articolazioni, mal di testa o ancora disturbi legati ad ansia e stress.

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