Contenuti trattati
Quando si parla della camelia a fioritura invernale, di solito ci si riferisce a Camellia sasanqua che sboccia da novembre a marzo. In realtà esistono altre due specie idonee alla coltivazione ornamentale che aprono i loro fiori durante la stagione fredda: si tratta di Camellia x hiemalis e di Camellia x vernalis. Sono arbusti sempreverdi di taglia media (in piena terra superano i 3 m di altezza), facili da coltivare, apprezzati anche per la chioma composta da foglie di consistenza coriacea, di colore verde scuro e lucide, che permangono sulla pianta tutto l’anno.
Quando fioriscono le camelie invernali
I fiori di Camellia x hiemalis e di Camellia x vernalis sbocciano da novembre a marzo e sono appariscenti, con corolla semplice, doppia o semidoppia, larga mediamente 4-5 cm, composta da petali di colore rosa intenso, ma anche in tonalità più tenui, fino al bianco, o addirittura rossi.Al centro della corolla spiccano gli stami, gialli. Le varietà e gli ibridi selezionati sono tanti e si distinguono proprio per le caratteristiche dei fiori, l’epoca di fioritura più o meno precoce o tardiva, oltre che per lo sviluppo della pianta.
Dove mettere le camelie
Le camelie invernali sono piante rustiche e resistenti al freddo (sopportano fino a -12 °C, per periodi brevi), motivo per cui sono scelte per i giardini delle regioni settentrionali. La posizione di coltivazione è molto importante per ottenere piante forti, in grado di regalare una generosa fioritura. È importante che Camellia x hiemalis e Camellia x vernalis siano messe a dimora in una posizione riparata dal vento, luminosa ed esposta al sole per almeno mezza giornata, ovvero in mezz’ombra.
Quale concime per la camelia
Tutte le camelie, come le azalee e i rododendri, sono specie acidofile che richiedono terreni a reazione tendenzialmente acida (pH 5,5-6), fertili, ricchi di sostanza organica. Per queste piante, dunque, è bene scegliere un concime specifico per specie acidofile, formulato appositamente per soddisfare le esigenze nutritive di questo gruppo di piante. In questo periodo che precede la fioritura, è consigliabile eseguire una somministrazione con un prodotto naturale, quale il letame in pellet, ricco in fosforo e potassio, elementi nutritivi che incoraggiano l’imminente fioritura. Una pianta ben nutrita, forte e vigorosa, darà una fioritura più ricca e vivacemente colorata. Terminata la fioritura sarà possibile interrompere le concimazioni fino alla prossima primavera, poiché la pianta entrerà in un periodo di riposo. Al risveglio vegetativo, da marzo fino a fine estate è bene nutrire la pianta somministrando un prodotto specifico per acidofile ricco in azoto; è necessario seguire le indicazioni fornite sull’etichetta del prodotto scelto. I prodotti in formato granulare vanno somministrati al terreno così come sono: rilasceranno i nutrienti di cui sono composti a contatto con l’umidità del terreno. I prodotti liquidi, invece, vanno diluiti in acqua e forniti tramite irrigazione.
Quanta acqua vuole la camelia
In inverno, le irrigazioni vanno ridotte al minimo indispensabile, in funzione dell’andamento climatico stagionale e soprattutto delle temperature. La pianta va bagnata nelle ore centrali del giorno con acqua non calcarea, solo in caso di giornate particolarmente asciutte e se il terreno risulta essere secco, così da mantenerlo umido ma non troppo. Il substrato deve essere ben drenante, in modo tale da evitare ristagni idrici, soprattutto in autunno.
La pacciamatura della camelia
Per mantenere la giusta umidità è importante pacciamare il terreno attorno al colletto con uno strato di 5-6 cm di materiale naturale, il più indicato per la camelia è costituito da frammenti grossolani di corteccia di conifere (chiamato col termine ‘bark’). Oltre a mantenere la giusta umidità, la pacciamatura funge da regolatore termico e protegge la parte basale della pianta e l’apparato radicale dal freddo da eventuali sbalzi termici (anche dal caldo dell’estate). I frammenti di corteccia di conifere aiutano anche ad acidificare il terreno, oltre a offrire un buon effetto decorativo. Perché sia sempre efficace, verificare che le condizioni della pacciamatura siano ottimali ed eventualmente rinnovare il bark deteriorato.