12 piante fiorite invernali per l’appartamento

Spesso è solo con l’arrivo della primavera che viene voglia di circondarsi di spettacolari fiori profumati, ma il colore si può portare in casa anche nei mesi freddi: ecco le più belle piante fiorite invernali per il tuo appartamento.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 19/02/2024Aggiornato il 05/09/2024
12 piante fiorite invernali per l’appartamento

Avere in casa delle piante fiorite invernali è un ottimo modo per portare allegria nel proprio appartamento anche nei mesi più freddi, e tradizionalmente grigi, dell’anno. Piante resistenti e caparbie, sanno regalare magnifiche fioriture e, se correttamente curate, possono durare anni. Al ricovero invernale può far seguito l’esposizione in balcone durante la primavera e l’inizio estate, così che anche l’esterno di casa possa ravvivarsi dei magnifici colori di queste piante particolari. Calendula, ranuncolo, campanula, glossinia, clivia, amaryllis e gloriosa sono le specie che meglio si adattano anche alla vita in appartamento: basta scegliere la migliore per le nostre esigenze tenendo conto della posizione in cui verrà collocata e del tempo che abbiamo a disposizione per prendercene cura. Ma non finisce qui: chi desidera abbellire il proprio balcone acquistando in inverno una bellissima pianta fiorita da spostare all’esterno non appena le temperature si faranno più miti, può puntare su ornitogalo, calla, cineraria, scilla peruviana o primula

Calendula, rustica ma incantevole

Calendula officinalis è tra le piante fiorite invernali più facilmente adattabile e capace di offrire grandi soddisfazioni. Cresce allo stato spontaneo ma si può anche coltivare. Gli esemplari coltivati hanno fiori doppi e pieni, con numerosissimi strati di petali. Il centro del fiore può essere scuro, cangiante fra il bruno carico e il marrone cioccolata, o anche verde. I colori delle corolle hanno tutte tonalità comprese fra il giallo e l’arancio, passando dal giallo pallido all’albicocca. I fiori ligulati possono essere anche ricurvi e quelli del centro increspati. La fioritura delle piante è influenzata in misura determinante dalla temperatura. Quando le temperature sono molto elevate la fioritura diviene meno importante e i fiori si aprono isolati qua e là senza raggiungere grosse dimensioni. Al contrario, quando il clima è fresco ma la radiazione solare resta intensa, la fioritura diviene generalizzata, i fiori sono grandi e il rinnovo è costante. La calendula fiorisce con generosità anche se tenuta in casa, purché sia posta davanti a una finestra. Eliminare i capolini sfioriti è una pratica necessaria per avere una fioritura ricca e continua. Appena le temperature notturne non scendono più sotto i 10 °C, i vasi di calendula si possono spostare all’esterno: balcone, davanzale o piena terra sono tutte alternative accettabili.

Calendula a fiori bianchi.

Come curare la calendula

  • Luce: la posizione ideale per la calendula, anche in casa, deve essere ben soleggiata. Nei luoghi ombreggiati la pianta tende a filare flettendosi sotto il peso dei capolini.
  • Irrigazione: gli apporti idrici dovranno essere tanto più ravvicinati quanto più soleggiata sarà l’esposizione delle piante. La calendula è capace di sopportare bene la siccità, ma per dare grandi fioriture deve essere coltivata in un terreno mantenuto sempre leggermente umido. Evitare di bagnare a pioggia per non favorire l’insorgenza di malattie fungine.
  • Temperatura: pianta resistente, la calendula sopporta le gelate solo se sporadiche e di breve durata, ma quando le temperature scendono stabilmente sotto i 5°C dissecca la parte aerea. La temperatura ideale di coltivazione è 18-20°C. Le temperature troppo elevate, unite alla mancanza di bagnature continua, sono la causa più frequente di insuccesso nella coltivazione della calendula.
  • Terriccio: la calendula non ha particolari esigenze in fatto di terreno, purché questo non sia stato pressato, e deve essere garantito un buon drenaggio perché le radici temono i marciumi causati dal ristagno d’acqua. Preferisce substrati con pH neutro o subalcalino (con valori compresi fra il 7 e l’8) ma è pianta molto adattabile dato che riesce a sopravvivere anche con un pH di 4.5, decisamente acido, e fino a 8.3, spiccatamente basico.
  • Concime: le calendule sono esigenti dal punto di vista degli apporti nutrizionali e per ottenere fioriture abbondanti e prolungate occorre effettuare concimazioni settimanali con un prodotto liquido scelto fra quelli poveri di azoto. Un eccesso di azoto promuove, infatti, una crescita vigorosa della parte verde delle piante, ma disordinata e antiestetica. Solo prima dell’inizio della fioritura impiegare un concime completo per favorire “l’esplosione” del colore.

Ranuncolo, per un anticipo di primavera

Il ranuncolo è molto versatile nel novero delle piante fiorite invernali, perché capace di resistere tanto in una veranda o su scale vetrate, quanto sul davanzale durante il giorno (purché le temperature non siano sotto lo zero e non si ponga il vaso sotto il sole a picco). Dentro casa le piante di ranuncolo devono essere poste lontano dai termosifoni, nelle stanze più fresche, sempre molto luminose e con una buona umidità ambientale. Il drenaggio troppo spesso insufficiente, sommato alla convinzione che la pianta necessiti di bagnature abbondanti e continue, sono i punti deboli principali che portano al fallimento nella coltivazione del ranuncolo. Non potendo eliminare il sottovaso, evitate i ristagni eliminando l’acqua in eccesso e rialzando i vasi così che non riassorbano acqua.

Il ranuncolo ha una fioritura tardo invernale-primaverile.

Come curare il ranuncolo

  • Luce: il ranuncolo deve essere esposto al sole, almeno parzialmente, in modo che sia al caldo e, sul balcone, stia riparato dal vento che potrebbe allettare gli steli più alti resi pesanti dai grossi boccioli. Nei climi caldi, all’esterno, è meglio scegliere posizioni ombreggiate durante le ore centrali della giornata per prolungare la durata dei fiori. In montagna la posizione migliore è ai piedi di un muro a secco, dove il riverbero del sole riscalda il terreno.
  • Irrigazione: la patologia più diffusa cui è soggetto il ranuncolo è il marciume radicale. Per questo motivo è necessario garantire alla pianta un buon drenaggio in modo che non si creino ristagni. Una volta assicuratisi di questo, il ranuncolo si deve bagnare con abbondanza in modo da mantenere il terreno sempre fresco. Solo nei terreni argillosi e pesanti, dove è più facile che si verifichi il ristagno, si deve procedere con maggiore cautela. Le piante si bagnano sempre al piede.
  • Temperatura: il ranuncolo è una pianta molto rustica, che non teme né il caldo né il freddo. Poiché, in ogni caso, la temperatura ideale per la sua coltivazione è compresa tra 10 e 25°, è bene che in casa la pianta venga posta in una stanza fresca ma molto luminosa.
  • Terriccio: il ranuncolo ha bisogno di un terreno fertile, ricco di sostanza organica e caldo, oltre che perfettamente drenato. Per questo, sia per le piante in vaso sia per quelle poste in un’aiuola, si consiglia di mescolare tre parti di terriccio da fiore con una di sabbia, al fine di garantire lo sgrondo di tutta l’acqua in eccesso.
  • Concime: il ranuncolo in vaso può essere concimato con un fertilizzante liquido per piante fiorite da diluire nell’acqua per l’irrigazione, ogni 15 giorni da marzo ad agosto.

Campanula, facile per tutti

La famiglia delle campanule è fra le più ricche e variegate nel mondo del giardinaggio. Si tratta di piante fiorite invernali di coltivazione facilissima, adatte a tutti e a quasi tutti i tipi di condizioni ambientali poiché tolleranti, resistenti e tenaci. In vaso si coltivano varietà compatte o striscianti che tendono a diventare disordinate e andranno regolate per contenerne l’esuberanza, oppure lasciate libere di crescere allungandosi oltre i bordi del vaso in cordoni verdi e fioriti. Le più recenti proposte, frutto della selezione della floricoltura danese, sono campanule di forma eretta, quasi a cono, ricoperte di fiori azzurri, bianchi o rosati.

campanula

Come curare la campanula

  • Luce: le campanule in vaso gradiscono un’esposizione a mezz’ombra, comunque ben luminosa. Ideale è la collocazione a Est, che permette alle piante di ricevere la luce del sole al mattino, e dove non ci sia mai troppo caldo.
  • Irrigazione: per far vivere bene in casa le piante di campanula è fondamentale garantire loro un buon tasso di umidità perché l’aria eccessivamente asciutta danneggia i fiori e ne abbrevia di molto la durata. A questo si aggiungano annaffiature regolari in grado di mantenere sempre leggermente umido il terriccio, senza farlo mai seccare.
  • Temperatura: quella ideale per la coltivazione della campanula è compresa tra 10 e 18°C. La pianta può sopportare anche temperature più elevate ma solo in presenza di buona umidità. Sebbene resista abbastanza bene al freddo, in inverno è opportuno ricoverarla sotto una veranda o in una zona fresca della casa.
  • Terriccio: sul fondo del contenitore disporre uno strato di 1-2 cm di argilla espansa, quindi terriccio universale. La piantina appena acquistata presso un vivaio deve essere svasata e alloggiata nel suo nuovo vaso, allargando leggermente e delicatamente il pane radicale; attenzione a posizionare le campanule in vaso in modo che la zona del colletto sia allineata alla superficie del terreno. Il vaso va colmato ai bordi con ulteriore terriccio, quindi si preme con le mani per far aderire bene la terra all’apparato radicale; infine si bagna.
  • Concime: per dare più energia alla piantina, è utile somministrare un pochino di concime granulare a lenta cessione (leggere sempre le dosi e modalità di utilizzo indicate sull’etichetta del prodotto), che rilascerà gradualmente, durante tutta la stagione, gli elementi nutritivi necessari alla campanula per crescere vigorosa e a fiorire abbondantemente fino alla fine dell’estate. Altrimenti, sarà sufficiente somministrare ogni 15-20 giorni del concime liquido per piante fiorite (sempre secondo le dosi consigliate).

Glossinia, bella ed esotica

Sinningia speciosa presenta grandi foglie piatte piuttosto fragili che formano una ricca rosetta e ricordano per alcune caratteristiche, come la forma ovato-oblunga e le venature evidenti, quelle delle primule. Avendo un bel colore vivido e deciso, al momento della scelta è bene scartare i soggetti con bordo decolorato e/o arricciato, segno di sofferenza. Al tatto queste piante fiorite invernali si presentano carnose, tomentose e piacevoli, i fiori sono grandi e vellutati, portati eretti. Lunghi da 5 a 10 cm, si riconoscono per la forma a tromba e non possiedono veri e propri petali, ma lobi che, sovrapponendosi, creano un effetto “corolla”. Possono essere di colore rosso, bianco, malva, rosa, viola, porpora o multicolori. Esistono anche varietà a fiori doppi. Sotto al primo fiore, che è bene rimuovere quando appassisce, si devono scorgere numerosi boccioli in stadi diversi di crescita che rinnoveranno e prolungheranno la fioritura. Pianta insolita, la glossinia attira subito l’attenzione in casa per le sue infiorescenze particolari ed esotiche.

glossinia

Come curare la glossinia

  • Luce: porre le glossinie in piena luce senza esporle al sole diretto delle ore più calde. Di fronte a una finestra o a una porta a vetri è la posizione ideale, sempre però ad una distanza di sicurezza per non ustionare le foglie.
  • Irrigazione: nella fase vegetativa la glossinia richiede acqua in abbondanza, a giorni alterni, senza però infradiciare il terreno. Quando inizia a declinare, all’inizio dell’autunno, diradare le bagnature sospendendole del tutto quando appassisce. È bene bagnare la pianta sempre al piede e nello spazio fra il tubero e il bordo del vaso. Versare l’acqua lentamente senza allagare il contenitore così che il liquido venga assorbito senza bagnare la corona del tubero, il punto più facilmente soggetto a marciumi. Il terriccio deve restare sempre umido senza mai essere intriso d’acqua.
  • Temperatura: la temperatura ideale per ottenere piante di glossinia con una buona vegetazione e fioritura regolare e abbondante è compresa fra i 15 ed i 20°C. Sopra i 24 °C, la pianta inizia a soffrire. Teme il freddo e i tuberi non sopportano il gelo. Per queste ragioni, sia in caso di estati torride sia in inverno, ricoverare la pianta in una zona fresca ma luminosa della casa.
  • Terriccio: ogni anno si utilizzi terriccio nuovo, di buona fertilità, a base di torba. Lo strato drenante sul fondo del contenitore, sabbia o ghiaia che sia, non deve essere mai meno di tre cm di spessore ed è necessario per garantire uno sgrondo efficiente dell’acqua in eccesso prevenendo ristagno e correlati marciumi.
  • Concime: una volta la settimana, in primavera, utilizzare un fertilizzante liquido per piante verdi, così da incoraggiare un abbondante sviluppo vegetativo; in estate usare un concime specifico per piante da fiore, così da sostenere la copiosa fioritura e il deposito di sostanze di riserva nel tubero.

Clivia miniata, uno spettacolo in arancione

Tra le piante fiorite invernali la clivia si presenta come una stretta rosetta di 10-15 foglie che si dipartono dal centro del vaso. La base della rosetta dà origine a un ingrossamento che sembra un bulbo. Le radici sono spesse e carnose. Le foglie sono portate erette, lanceolate, di colore verde cupo, coriacee e lucenti; raggiungono i 60 cm di lunghezza e si presentano opposte l’una all’altra, dando alla pianta la classica forma a ventaglio. L’apice rappresenta il punto debole delle foglie e se la pianta è stata posta in zona di passaggio, o è soggetta all’azione del vento, possono crepare, troncarsi e seccare. Le foglie si puliscono con un panno appena umido.

I fiori di clivia sono molto durevoli, portati in ombrelle sorrette da robusti steli di oltre 40 cm di lunghezza che si originano dalla rosetta di foglie in posizione decentrata. Ogni fiore è di forma più o meno imbutiforme, formato da sei tepali, di colore arancione vivo, lungo 5-7 cm. Un’ombrella può raccogliere anche più di 20 fiori singoli.È buona norma reciderli quando sfioriscono prima che producano il seme.

Come curare la clivia

  • Luce: pianta tipica delle foreste, la clivia resiste bene per qualche mese anche con poca luce. In generale preferisce luce abbondante, chiara e filtrata, meglio se diffusa. Mal sopporta l’azione diretta dei raggi solari e se posta contro una vetrata riporterà ustioni sulle foglie a contatto con il vetro.
  • Irrigazione: dovranno essere abbondanti e frequenti (a giorni alterni) in estate per mantenere umido il terriccio pur senza creare ristagni. Saranno, invece, quasi assenti per le piante mantenute al freddo durante il periodo invernale (una volta al mese) così da favorire il riposo vegetativo che è necessario per ottenere una buona fioritura. Impiegare sempre acqua non fredda.
  • Temperatura: quella ideale per un vigoroso sviluppo e una splendida fioritura si aggira intorno ai 21°C. Durante l’inverno la clivia riesce a sopravvivere sulle scale di casa purché la temperatura non scenda sotto ai 7°C, ma già a 10°C si entra in zona critica. La fascia di benessere durante l’inverno si pone intorno ai 16°C.
  • Terriccio: deve essere ben drenato e fertile, mescolato con pietrisco. Come base s’impiega un terriccio fibroso (50%), sabbia o pietrisco (25%) e concime decomposto (25%) sostituibile con terriccio di foglie addizionato con un poco di farina d’ossa e carbone di legna. Sostituire ogni due anni la parte più superficiale con terriccio nuovo.
  • Concime: la splendida fioritura della clivia è aiutata dalla somministrazione di fertilizzanti liquidi formulati per piante da fiore. Aggiungere concime all’acqua una volta ogni 15 giorni, secondo i dosaggi indicati dal produttore, a partire da quando lo stelo fiorifero ha raggiunto la metà della sua altezza totale.

Amaryllis, per una fioritura lunga e meravigliosa

Il genere Hippeastrum, originario del Sud America, conta un gran numero di ibridi dai fiori colorati o screziati di bianco, rosa, rosso, talora anche in azzurro e verde. Piante bulbose, gli amaryllis sono venduti come fiori reciso, come bulbi, o come piante fiorite invernali.

Il fiore di grandi dimensioni (fino a 40 cm), si apre alla sommità di un robusto gambo di 30-60 cm, ma anche 1 metro, che normalmente non richiede sostegni essendo largo circa 2 cm. Al termine della fioritura, per evitare che la pianta disperda inutilmente energie, recidere alla base lo stelo con un coltello o forbici affilate, senza sfilacciare la superficie di taglio e operare trazioni. Se ben mantenuto, l’amaryllis rifiorisce per 3-5 anni, poiché la nuova gemma da fiore si forma all’interno del vecchio bulbo. Nelle piante pronte per la fioritura il bulbo dovrà sporgere dal terreno per un terzo della sua altezza, ricoperto da tuniche integre e prive di muffe, senza zone mollicce e imbrunimenti che potrebbero precedere marciumi e patologie.

Le foglie iniziano a svilupparsi al termine della fioritura e non sono visibili al momento dell’acquisto di piante fiorite. Sono di un verde brillante e di consistenza un poco coriacea, quasi succulenta. I bocci fiorali sono grandi, fermi, privi di zone brune e compatti. Lo stelo è ben eretto, di un color verde scuro, e porta da tre a sei fiori che si aprono in successione garantendo una fioritura molto prolungata.

Come curare l’amaryllis

  • Luce: le piante fiorite non devono essere poste al sole diretto (perché i fiori risulteranno con colori sbiaditi e avranno vita più breve), ma sempre in posizione luminosa. Terminata la fioritura spostare l’amaryllis in piena luce per favorire uno sviluppo completo del fogliame in crescita.
  • Irrigazioneannaffiare ogni tre giorni, riducendo l’intervallo a due giorni quando la temperatura è elevata o la pianta è piena in fioritura, senza eccedere. Rimuovere sempre dal sottovaso un eventuale ristagno d’acqua. Durante il riposo non bagnare i bulbi.
  • Temperatura: nella fase di riposo dei bulbi, sono richiesti 10°C. La crescita migliore si ottiene fra i 16 ed i 24°C: a temperature inferiori, i bulbi stentano a crescere, mentre i fiori diventano scuri; se la temperatura è eccessiva, le piante, fiori compresi, si afflosciano.
  • Terriccio: deve essere fertile e grasso, poiché dalla concimazione dipende la vigoria della gemma che fornirà il fiore l’anno successivo. È necessario che il terreno dell’amaryllis sia sempre ben drenato ed è consigliato aggiungere un poco di sabbia al terriccio. Nei vasi profondi, dove il terriccio rischia di restare bagnato a lungo, disporre sul fondo un drenaggio di ghiaia grossolana di almeno 3 cm.
  • Concime: impiegare un concime specifico per piante fiorite una volta ogni sette giorni dall’inizio della fioritura fino all’ingiallimento della parte aerea.

Gloriosa, unica e scenografica

Le gloriose, i gigli africani, sono piante rampicanti e tuberose, perenni e delicate, adatte in primis ad essere coltivate in serra calda anche se sono proposte come piante fiorite invernali da interno

Le foglie sono portate da fusti rampicanti, sottili, molto lunghi, capaci di crescere anche due metri ogni anno, e hanno forma oblungo-lanceolata. I fiori sono però il vero punto di forza della Gloriosa superba: questi sono simili nella forma a quelli del giglio martagone e hanno colore giallo oro, rosso, cremisi, scarlatto, arancio, o mescolanze di giallo e diverse tonalità di rosso. La corolla è formata da sei tepali stretti e ricurvi, dal margine increspato. Gli stami, sempre in numero di sei, sono portati verso l’esterno e divaricati. I fiori sono solitari, ma ogni pianta è in grado di produrne un buon numero. Al termine della fioritura è bene rimuovere i fiori appassiti e iniziare a diradare le bagnature lasciando che il terriccio asciughi fra due interventi successivi.

Le piante fiorite un poco alla volta avvizziranno. Una volta che la gloriosa secca si taglia tutto alla base e si sposta il vaso a una temperatura di poco superiore ai 10°C e al buio. In febbraio si tolgono i bulbi dal terreno, si separano i nuovi getti, e si rinvasano a una profondità di 5 cm. Il vaso consigliato deve avere un diametro di 20 cm e una profondità di 15 cm. Questa operazione deve avvenire con grande cautela per non rovinare le radici. Si spostano i vasi a una temperatura di 18°C e si mantiene il terriccio leggermente umido. La crescita nella fase iniziale sarà piuttosto lenta. I tuberi, ben trattati e concimati una volta la settimana con un prodotto per piante verdi nella fase di vegetazione, possono sopravvivere per 5 rinvasi, anche se la durata media è di tre anni soltanto. Da ogni bulbo si originano da uno a tre fusti.

Come curare la gloriosa

  • Luce: le piante amano la luce e devono essere poste in un locale molto luminoso, evitando però il sole diretto del mezzogiorno nei mesi più caldi. Temono le correnti d’aria e la vicinanza a fonti di calore, anche se umidificate.
  • Irrigazione: si bagna con generosità quando la pianta entra nel pieno rigoglio, e si annaffia tutti i giorni durante la fioritura. Per assicurare un’umidità elevata porre la pianta su un largo sottovaso con uno strato di ghiaia o di sassi colorati di 3 cm, sempre coperto da un velo d’acqua.
  • Temperatura: non deve scendere mai sotto i 20°C nella fase di fioritura.
  • Terriccio: utilizzare substrato per piante da fiore. Nella parte più bassa del vaso (fino a un quarto dell’altezza) mescolare terriccio e sabbia in ragione di due parti a uno per evitare ristagni idrici.
  • Concimedistribuire ogni settimana nell’acqua un fertilizzante per piante da fiore.

Piante d’appartamento che vanno spostate all’esterno

Una buona parte delle piante proposte durante l’inverno nei garden come “piante da interno”, in realtà non sono piante adatte a vivere in casa, ma piuttosto a sopravviverci per un tempo limitato. Quello bastante a offrire una fioritura generosa e abbastanza duratura, in genere almeno tre settimane se acquistate all’inizio della fioritura.

La loro collocazione migliore sarebbe una stanza fresca, con temperatura intorno ai 18 °C, oppure una veranda dove le temperature non scendono sotto i 15 °C. Nelle nostre case in genere le temperature sono più alte, intorno ai 23 °C, e le piante hanno per questo vita difficile; per far sì che non soffrano bisogna mettere in atto alcuni accorgimenti.

  • Tenerle sempre lontane dalle fonti di calore, in una zona ben illuminata, possibilmente in gruppo o con un sottovaso con ghiaia e acqua così che si possano creare favorevoli condizioni di umidità localizzata.
  • Una volta terminata la fioritura e ripulita la pianta dagli steli sciupati, si consiglia di procedere al rinvaso in un contenitore più grande, anche di qualche misura, per dar modo all’apparato radicale di espandersi e riequilibrare lo sviluppo fra parte aerea e parte sotterranea. Non ci si meravigli se per un po’ la pianta, pur mantenendosi verde e in salute, darà soltanto segni di rinnovo e non di crescita: lo sviluppo in questa fase è sbilanciato verso l’estensione dell’apparato radicale.
  • Le piante vanno bagnate poco ma tutti i giorni, oppure in turni di due giorni, svuotando sempre i portavasi dall’acqua in eccesso nel giorno di scarico. I contenitori di acquisto sono, infatti, spesso così piccoli che l’acqua è sempre il primo elemento a mancare perché il volume di terra è poco rispetto alla superficie evapotraspirante. Ma è anche il primo elemento in eccesso perché, per compensare, si è portati ad annaffiare con grande generosità creando un accumulo d’acqua nei portavasi. Le piante passano così da uno stato di asfissia ad uno di carenza nel giro di poco tempo; i fenomeni conseguenti sono l’ingiallimento e il disseccamento delle foglie, il marciume e l’appassimento.

Quando trasferire le piante all’esterno

Con lo stabilizzarsi delle temperature notturne, in genere ad aprile, è possibile trasferire le piante in vaso all’aperto, sul balcone oppure, per le perenni, in piena terra in giardino. Prima si metterle all’esterno dove arriva il sole diretto, anche per solo una parte del giorno, si deve sempre avere l’accortezza di porre le piante in ombra luminosa per circa dieci giorni così da dar loro modo di adattarsi gradatamente alle nuove condizioni.   

Ma quali sono le più belle piante d’appartamento che è possibile spostare sul balcone con l’arrivo della bella stagione?

Ornitogalo, un bulbo sorprendente

Gli splendidi fiori arancioni dell’Ornithogalum dubium, la specie più diffusa come pianta da interno, sono generati da bulbi che, quando a fine ciclo seccano la parte aerea, non devono essere gettati ma conservati per l’anno successivo. Pianta della famiglia delle Liliaceae di origine sudafricana, è capace di raggiungere un’altezza di 40-50 centimetri, deve essere bagnata con moderazione e va posta in un luogo luminoso e caldo perché già a 5°C può riportare danni da freddo (questo la rende inadatta per essere coltivato in piena terra). A fine ciclo, dissotterrare i bulbi e conservarli in un sacchetto di carta in luogo asciutto, fresco e buio.

Scilla peruviana, la pianta dai fiori a stella

Le scille peruviane sono piante bulbose rustiche che, al termine della fioritura, è possibile spostare in giardino dove continueranno a ripresentarsi ogni primavera, talvolta già con le prime foglie nella seconda metà dell’autunno. Alte anche più di 40 centimetri, presentano foglie larghe che ricordano quelle del giacinto ma sono decombenti e formano un ricco rosone basale al di sopra dei quali svettano splendide spighe di colore variabile dal lilla intenso al blu luminoso con particolari gialli. La fioritura, a fine primavera, è molto lunga e i singoli fiori a forma di stella si aprono in successione, partendo dal basso, in un arco di 2-3 settimane. La pianta resta in vegetazione fino a metà estate. Le scille desiderano una posizione soleggiata o parzialmente ombreggiata e un terreno ben drenato perché temono i ristagni, quindi occorre bagnarle poco ma di frequente.

Calla, dai mille colori

La calla in vaso, Zantedeschia, se ben coltivata si mostra capace di affrontare più cicli vegetativi e, in luoghi caldi e con terriccio ben drenato, può persino adattarsi alla coltivazione in piena terra.

Delle calle piacciono non solo il fiore, dalla forma immediatamente riconoscibile e dalle sfumature intense, ma anche le foglie dalla consistenza cerosa, grandi di dimensioni senza essere eccessive. Queste bulbose riescono bene in un terriccio fertile, soffice, mantenuto un poco più che fresco con bagnature regolari e ravvicinate ma mai eccessive.

Le varietà ‘Pink Puppy’ e ‘Nashville’, dai colori accesi e intensi (rosa la prima e viola la seconda), sono fra le proposte più accattivanti del settore: sono decorative, discrete, fiorifere e di struttura forte.

Cineraria, non la solita margherita

Acquistata in vaso e trattata spesso come annuale, la cineraria è una particolare margherita colorata, disponibile in una ricca gamma di colori e dimensioni, con cespugli arrotondati interamente ricoperti di fiori. Può essere tenuta facilmente in casa ma è perfetta per le scale e le verande fredde perché soffre il caldo intenso e cresce con vigore a temperature intorno ai 15-18 °C. Quando le temperature notturne si assestano intorno ai 15 °C si può spostare all’aperto dove potrà regalare ancora qualche nuovo fiore.

In genere la cineraria richiede una posizione luminosa ma non il sole diretto, deve essere bagnata con regolarità e abbondanza per via della grande superficie fogliare, ma sempre senza creare ristagni perché soffre di marciume e patologie fungine. Per favorire la formazione di nuovi boccioli è necessario tagliare i fiori, una volta appassiti, con un paio di forbici pulite. La serie ‘Senetti’ offre una vasta gamma di colori come la bianca ‘White’, con disco centrale grigio-blu, o la vistosissima ‘Ruby Red’, mentre la delicata ‘Compact Rose Bicolor’ appartiene alla serie ‘Leonardo’.  

Primula obconica, piccola e forte

Originaria della Cina, Primula obconica ha uno stelo fiorale alto fino a 30 cm; si differenzia dalle altre primule da interno perché resta in vegetazione tutto l’anno anche dentro casa.

Pianta robusta e capace di resistere nel tempo, purtroppo è coltivata spesso come semplice annuale abbandonata a sé stessa dopo la fase di fioritura, fino a quando non secca o si riduce di dimensioni per le avverse condizioni di coltivazione e le scarse cure.

L’aspetto generale è rigoglioso e forte. La pianta forma una graziosa rosetta di foglie lunghe 8-10 cm ed è ricca di bocci fiorali ancora schiusi. Al momento dell’acquisto è meglio scegliere piante all’inizio della fioritura, senza foglie ingiallite alla base e senza scapi fiorali recisi perché già sfioriti. Nelle mezze stagioni questa primula va posta in pieno sole davanti a una finestra, perché abbia tutta la luce possibile, bagnando a giorni alterni, senza creare ristagno. Si può tenere anche in vaso all’esterno, ma deve essere ritirata all’arrivo del freddo.

 

Foto di: Alessandro Mesini.

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