Contenuti trattati
Il loto, pianta sacra
Al Genere Nelumbo, famiglia Nelumbonaceae, appartiene la specie N. nucifera. In natura si trova sulle sponde fangose di laghi o stagni delle regioni dell’Asia subtropicale ma si è diffusa e naturalizzata in molte altre zone, compresa l’Italia. Il nome Nelumbo è l’appellativo usato in Sri Lanka per definire il fiore di loto. Questa pianta, infatti, appartiene profondamente alla cultura orientale e viene chiamato anche “loto sacro” per ricordare il suo legame con Buddha che spesso viene raffigurato all’interno di un fiore di loto.
Un incanto solitario
Il loto si presenta come un cespo di foglie molto allargato che si origina da un rizoma di colore bruno.
Le foglie sono molto ampie (il diametro arriva sino ad 80 cm), rotondeggianti, vellutate. La lamina è ondulata e in corrispondenza dell’inserzione del picciolo, al centro, leggermente depressa. Le gocce di pioggia scivolano via senza bagnarle perché rivestite da una cuticola cerosa con funzione idrorepellente. Il colore è sempre verde-glauco. Prima galleggiano e poi si erigono per oltre 50 cm fuori della superficie d’acqua.
I fiori rappresentano il vero incanto del loto: solitari e portati da un lungo peduncolo ben eretto, sono vistosi, profumati, di colore bianco, rosa e rosso, talora sfumati in giallo, striati, o doppi. La fioritura avviene in estate ed è preceduta dalla formazione di grossi boccioli ovali. I fiori, sorretti da lunghi fusti, si ergono al di sopra del tappeto di foglie (da 50 a 100 cm). I fiori delle varietà classiche arrivano a 30 cm di diametro, quelli delle varietà nane a 10 cm.
I frutti sono grandi ricettacoli appiattiti che si riconoscono per la forma di disco con molti fori circolari; questi, dopo l’essiccazione, si usano nelle composizioni di fiori secchi.
Come piantare il fiore di loto
Profondità
Il loto è pianta molto vigorosa che cresce parecchio ed è per questa ragione che la profondità cui devono essere interrati i rizomi, rispetto al pelo dell’acqua, è piuttosto variabile andando dai 20 cm ai 2 metri; la maggior parte delle varietà da giardino richiede una profondità d’impianto dai 20 ai 60 cm. Per la coltivazione in mastello esistono varietà nane, di dimensioni contenute, ma fiori egualmente grandi e colorati. Alcune hanno fiori doppi così da ricordare nella forma le peonie.
Quale terreno
Perché i loti possano radicare saldamente, il terreno deve avere uno spessore minimo di 30 cm ed essere compatto, per evitare che i rizomi vengano scalzati dal flusso dell’acqua o dall’eventuale lavorio dei pesci di fondo. Tutti i manuali consigliano di mescolare ogni anno letame ben maturo al terreno di fondo.
L’immersione del vaso
Per piantare i loti in vasche si deve ricorrere alla tecnica dei vasi sommersi. All’interno di un vaso di coccio si pongono terreno e rizomi, si termina il riempimento con uno strato di ghiaia protettivo e si calano molto lentamente in acqua lasciando che il terreno si imbibisca completamente. Terreno asciutto, immersione troppo veloce e mancanza di ghiaia possono provocare la fuoriuscita di parte del contenuto del vaso per la spinta al galleggiamento dell’aria nel terreno. Negli stagni si preferisce impiegare cesti di rete di buon diametro (circa 50 cm) da recuperare a fine stagione.
Il livello dell’acqua
In ogni caso controllare spesso il livello dell’acqua e mantenerlo costante, in estate è bene intervenire quotidianamente per rabboccare con acqua fresca e pulita, lasciata decantare così che perda il cloro immesso nelle condutture dell’acquedotto a scopo sanitario, ma sgradito a piante e microflora del terreno.
Temperatura
Originari dell’Asia subtropicale, i fiori di loto si adattano a vivere all’aperto anche nel nostro Paese purché sia possibile garantire loro una posizione in pieno sole e calda. Riescono con più facilità nei laghetti con un ricambio d’acqua limitato o nullo, come nei bacili e nelle fontane a ricircolo, purché la temperatura dell’acqua, nelle ore più calde, sia intorno ai 25°C.
I fiori di loto sono piante perenni che però non sopravvivono in climi molto freddi, ad esempio dove l’acqua dei laghetti e degli stagni gela. In ogni caso, a fine estate bisogna svuotare gli invasi, le vasche o i mastelli e raccogliere i rizomi (con attenzione perché sono delicati e facili a rompersi) da porre in sabbia mantenuta umida ad una temperatura costante di circa 10°C. A primavera andranno ripiantati sul fondo e ricoperti con pochi centimetri d’acqua, aumentando progressivamente il livello dell’acqua.
La ninfea, fiore perfetto
Le immagini più note delle ninfee sono tutte molto simili fra loro e possono trarre in inganno: sono oltre 50 le specie comprese nel genere Nymphaea, con migliaia di varietà e di cultivar derivate dal miglioramento genetico e dall’ibridazione.
Si è sempre operato una divisione in due grandi gruppi: le ninfee rustiche e quelle tropicali, distinguendo così piante resistenti ai climi italiani tutto l’anno e piante che hanno bisogno di essere riparate all’interno durante l’inverno perché la temperatura dell’acqua potrebbe abbassarsi sotto i 10°C, considerati il limite minimo per la sopravvivenza.
Ninfea alba è la specie tipica del nostro Paese. È sempre coltivata e si trova anche come pianta spontanea in diversi laghi, radicando ad una profondità che varia da uno a tre metri. I fiori, larghi fino a 15 cm, hanno stami gialli, sono di colore bianco ma non mancano soggetti avorio o carta di riso.
Tante varietà per tutte le esigenze
In stadio giovanile la ninfea è fornita di un lungo e robusto rizoma o di un tubero stolonifero. La dimensione delle foglie serve per individuare il giusto utilizzo delle piante in rapporto al contenitore che dovrà ospitarle suddividendole per quanto riguarda le specie rustiche:
ninfee mini, diametro inferiore ai 10 cm, superficie occupata: fino a mezzo metro quadrato,
piccole, diametro fino a 20 cm, superficie occupata: tre quarti circa di metro quadrato,
medie, diametro fino a 25 cm, superficie occupata: un metro quadrato,
grandi, diametro fino a 45 cm, superficie occupata: fino a un metro quadrato e mezzo.
Le foglie sono tondeggianti, divise in due lobi, cerose, di colore verde brillante e a portamento orizzontale. La loro forma è variabile secondo la ninfea scelta, ma sempre grandi e larghe. I rizomi sono sempre grossi e dotati di forti radici di ancoraggio.
I fiori, in molti casi profumati, sono galleggianti e diurni nelle ninfee rustiche o eretti poco sopra il battente dell’acqua e talora notturni nelle ninfee tropicali. I petali, circondati da quattro sepali verdi, sono numerosi, di forma da ovale ad appuntita. Possono essere disposti in più serie e quella esterna in fase di apertura piena è solita disporsi orizzontalmente. Al centro del fiore si trovano stami evidenti di colore giallo o aranciato. La fioritura può durare fino a sette giorni, e ad ogni giornata si accorcia il tempo di apertura del fiore.
La profondità giusta è essenziale per la fioritura
Importantissimo è conoscere la profondità massima d’impianto della varietà scelta perché le ninfee possono adattarsi a vivere in acque meno profonde di quelle indicate, galleggiando anche in poca acqua, ma non l’opposto perché si tratta di piante radicate sul fondo e non flottanti. Superato il limite massimo, rappresentato dalla lunghezza del fusto, restano immerse.
La quantità di terreno varia secondo le dimensioni della pianta. Alle ninfee rustiche di piccola taglia bastano 10 cm di terriccio, 20 cm sono necessari alle varietà medie, 30 o più per le varietà di taglia grande che hanno rizomi grandi, anche 60 cm, con molte radici di ancoraggio. Le ninfee sono piante esigenti che richiedono un terreno molto fertile e limoso. Per questa ragione si consiglia d’impiegare stallatico maturo misto a terriccio al momento dell’impianto. Il rizoma può essere affondato nel limo di fondo oppure dotato di una zolla che lo fascia da adagiare sul fondo o, ancora, posto all’interno di contenitori in fibra vegetale che con il tempo marciranno e non lasceranno traccia. Un laghetto con profondità stabile e oscillazioni limitate è l’ideale, ma in bacini naturali questo non è possibile.
La profondità d’impianto è una caratteristica soggettiva, seppur in relazione alla taglia. Le più grandi radicano a due metri di profondità, altre in soli 50 cm d’acqua.
In fase giovanili tutte si accontentano di poca acqua, ma rapidamente tutte richiedono una maggiore profondità. Nei bacili si và dai 25 cm per le ninfee nane fino a 40-80 cm.
La posizione
Il pieno sole giova a tutte le ninfee favorendone sviluppo e moltiplicazione, con il tempo quando le piante si saranno ambientate sceglieranno da sole in quale porzione e a quale profondità radicare.
Nelle zone soggette a gelo prolungato, le ninfee possono essere coltivate in una vasca prestampata di vetroresina da spostare in veranda o in un locale luminoso dove nel corso dell’inverno la temperatura non scenda sotto lo zero. Per facilitare la mobilizzazione della vasca, evitando di estrarre le piante, ridurre il livello dell’acqua al minimo, bastano 10 cm. Oppure coltivatele in vasi forati da poter ritirare nel periodo invernale. Le ninfee tropicali devono essere ritirate in serra o i rizomi conservati in terriccio bagnato sempre a temperatura di 10°C.
Alcune crescono bene in Italia
Nymphaea alba, N. odorata, N. tuberosa sono specie rustiche resistenti al freddo, così come lo sono gli ibridi N. x laydekeri e N. x marliacea. Tuttavia in commercio si trovano speso ibridi con caratteristiche intermedie fra ninfee rustiche e ninfee tropicali. Al momento dell’acquisto è necessario informarsi sempre sulle caratteristiche della specie o della varietà scelta per quel che riguarda la resistenza al freddo.
Dove acquistare le piante acquatiche
Per acquistare le piante acquatiche si consiglia di preferire garden o vivai specializzati in piante d’acqua perché, pur essendo simili fra loro, loti e ninfee hanno esigenze diverse e solo una conoscenza non generica permette di fornire i consigli appropriati.
Ecco a chi rivolgersi:
Water Plants Italy
Perteole di Ruda (Ud)
http://www.waterplantsitaly.com
Vivai Bambù
Credera di Rubbiano (Cr)
http://www.vivaibambu.com
Eta Beta Vivaio
Conzano Monferrato (Al)
http://www.etabeta-ninfee.it
Foto di Alessandro Mesini