Contenuti trattati
Per realizzare una cortina verde che separi due proprietà o schermi una parte del giardino per il passaggio di macchine e persone, si può realizzare una siepe in bambù, genere Phyllostachys (famiglia delle Poaceae). Al momento della messa a dimora, queste piante hanno bisogno di un terreno caldo, per questo motivo uno dei periodi propizi è proprio la fine dell’estate. Il terreno caldo favorisce lo sviluppo del sistema radicale così che il bambù possa meglio aderire al nuovo ambiente.
Altezze diverse
Le piante possono essere scelte tra taglie differenti: i bambù nani non superano 150 cm di altezza, quelli piccoli crescono invece fino a circa 300 cm; i medi oscillano tra i 3 i 9 metri di altezza, mentre quelli giganti superano abbondantemente i 10 metri (come quelli che si possono vedere al Labirinto della Masone a Fontanellato, PR) . In base alle specifiche esigenze, per un’area di dimensioni limitate saranno più idonei quelli nani o piccoli.
Il terreno ideale
Il terreno ideale per un buono sviluppo dei rizomi sotterranei è leggero, fresco e ben drenante. Il pH deve essere elevato o neutro; anche i terreni alcalini non sono del tutto inospitali, a patto che il calcare non sia dominante.
I bambù nani o piccoli andranno messi a dimora mantenendo una distanza tra loro che oscilli fra i 30 e i 60 cm.
Alla fine del lavoro di piantumazione, creare una conca intorno ai fusti con intorno un alto bordo di terreno: quando si irrigherà, l’acqua sarà trattenuta nella conca senza disperdersi e sarà più facile indirizzarla verso la zolla interessata.
Veloce ma invasivo
Molti esperti sconsigliano l’uso del bambù in giardino perché è estremamente invasivo, un problema da non sottovalutare soprattutto se la siepe si trovasse al confine con altre proprietà.
I problemi sono due: la rapidissima crescita di quest’erba e la tenacia dei suoi rizomi. La crescita veloce può essere al contempo un vantaggio, perché garantisce una grande celerità nella realizzazione di una cortina ricca e piena. La tenacia dei rizomi può invece diventare un rischio per l’invasività, soprattutto in proprietà adiacenti, in quanto la propagazione avviene attraverso la moltiplicazione dei rizomi sotto la superficie del terreno, facendo spuntare nuovi culmi in superficie.
Il fenomeno si può tenere sotto controllo in due modi: il primo è quello di fare una manutenzione approfondita due volte l’anno per estirpare con uncini, vanghe e zappe i rizomi più superficiali, quelli più radicati andranno eliminati con interventi più profondi. Il secondo sistema implica il posizionamento di una barriera fisica con guaine in polipropilene, in commercio in rotoli, oppure con l’uso del cemento.
Per contenere lo sviluppo dei bambù, è necessario scavare un fossato intorno alla zona in cui sono presenti i bambù, che sia profondo da 70 ai 90 cm. Quindi si inserirà la guaina in polipropilene nel fossato con un’inclinazione di 15°, così da veicolare i rizomi che le crescano contro verso l’alto; quelli che cercheranno di superarla saranno quindi recisi. Sul fondo posizionare uno strato di ghiaia.
I mille impieghi del bambù
Il nambù è una pianta coltivata in diverse aree del mondo per i suoi innumerevoli utilizzi. Da queste graminacee si ricavano sia fibre tessili che pannelli costruttivi, truciolari o multistrato, carbone e componenti per la cosmetica; il bambù trova largo uso anche nel settore alimentare, sia umano che animale. È sempre più frequente vedere in vendita accessori come orologi, occhiali sagomati in bambù, così come parquet, in formati analoghi a quelli in legno, o oggetti d’arredamento.
Fonte rinnovabile
Per questi usi si ricorre prevalentemente ai bambù giganti, che essendo delle graminacee legnose con uno tasso di crescita tra i più alti al mondo, risultano una fonte rapidamente rinnovabile, di grande valore per l’impiego industriale.
Chiaramente in un paese come l’Italia, che non ha una tradizione di allevamento del bambù, è da valutare l’impatto che avrebbe una coltivazione massiva di bambù sui terreni agricoli. La sua messa a dimora massiva va ben ponderata, e trova nel nostro paese sia sostenitori di investimento che detrattori. È comunque un materiale dalle caratteristiche stupefacenti, che andrà sempre più largamente utilizzato sia per la sua resistenza all’umidità che alla sua durezza.