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Guardata un tempo con sospetto perché troppo calorica e ricca di grassi, oggi la frutta secca e tutti i semi oleosi sono sinonimo di virtù, ricchi di minerali, vitamine, grassi insaturi e acidi grassi essenziali. Un vero e proprio integratore che può essere raccolto nel frutteto di famiglia a costo zero. Così i semi essiccati o freschi di noce, nocciolo e mandorlo si possono consumare ogni giorno, con moderazione, per puro piacere e anche per restare in salute.
Noce, come piantarlo
È una pianta bellissima e maestosa, capace di creare una grande zona d’ombra in giardino. Il noce ha un vasto areale di diffusione tanto che ne esistono molte varietà e selezioni locali, adattate alle caratteristiche pedoclimatiche del luogo d’origine. La messa a dimora del noce è il punto cruciale per una buona riuscita. Più il terreno è compatto più lo scasso deve essere profondo: da 50 cm per un terreno sciolto a quasi 1 metro per quello argilloso.
• Il noce non ama i suoli a reazione alcalina o troppo duri, specie se vi è concomitanza di ristagni d’acqua e umidità eccessiva. Sminuzzate il terreno, aggiungete una ricca concimazione con letame maturo e solfato di potassio (o perfosfato minerale a seconda che il terreno sia acido o basico); la buca deve essere riempita parzialmente, con largo anticipo sul momento della messa a dimora.
• Al Sud e al Centro potete scegliere fra inizio primavera e metà autunno, al Nord o dove il clima è più freddo aspettate che sia rientrato il rischio di gelate.
Nocciolo: il segreto è la potatura
Se in giardino è presente un nocciolo, per la produttività è molto importante la gestione della pianta. Possiamo distinguere una potatura domestica, che mira a mantenere piante sane e longeve, e una per ottenere fruttificazioni abbondanti.
• La potatura domestica serve a eliminare i rami cresciuti fuori forma, rotti, secchi, oppure i succhioni. I rami vecchi e quelli che non porteranno frutti (individuabili perché non hanno fiori), si eliminano a marzo, prima dell’apertura delle foglie.
• Più complessa la potatura delle piante coltivate per la produzione. Prima regola: le piante non devono essere troppo folte. Seconda regola: la potatura da frutto deve evitare un’eccessiva ramificazione perché più ci si allontana dal fusto, minore sarà la fruttificazione. Terza regola: i rami che hanno prodotto frutto una volta non porteranno un nuovo raccolto, ma potranno portare a loro volta rami fruttiferi. Quindi, per ridurre la struttura della chioma mantenendo i rami a frutto prossimi al tronco, nell’epoca compresa fra la fioritura e la comparsa delle foglie, si accorciano i rami che hanno portato frutto a 30 cm.
Mandorlo: solo dove c’è caldo e poca umidità
Per fruttificare il mandorlo ha bisogno di sole e di caldo. Con basse temperature non riesce a produrre e resta soltanto una pianta ornamentale, come spesso succede al Nord. Può crescere anche in vaso.
• Il punto debole, in realtà, non è rappresentato dal freddo invernale (la pianta sopporta fino a -20 °C), ma dall’abbassamento di temperatura dopo la fioritura. I fiori possono resistere fino a -3 °C, ma i primordi dei frutti sono assai più sensibili e basta scendere a 0 °C per perdere quasi tutto il raccolto. Anche l’elevata umidità ambientale e le nebbie persistenti giocano un ruolo negativo sulla capacità del mandorlo di fruttificare.
• Il frutto è una drupa costituita esternamente da un mallo, fibroso e non acquoso come quello della noce, di colore verde chiaro, con buccia ricoperta di una corta e fitta peluria, piacevole al tatto. Il mallo, quando il frutto è maturo, si fessura in corrispondenza della linea d’unione delle due valve del guscio interno. Se ciò non accade, non perdete tempo a “sbucciarlo”: il seme non è pronto.
Dove piantarli in giardino
Noce, nocciolo e mandorlo possono trovare posto anche in un giardino. Il noce come pianta dominante che offre un’ombra profonda e refrigerio
nei mesi estivi; il mandorlo per la splendida fioritura primaverile
che apre la stagione dei fruttiferi; i noccioli come siepe o cortina arbustiva. Tutte le piante richiedono poche cure a fronte di grandi risultati.
Conservarli non è semplice
I semi oleosi di noce, nocciolo e mandorlo sono soggetti a naturale irrancidimento nel tempo accelerato da fattori come la temperatura elevata. Per farli durare a lungo, occorre conservarli in guscio, in locali a temperatura bassa e costante, asciutti, prelevando solo la frutta che consumerete nel giro di pochi giorni. Passato il Natale, meglio porre il frigorifero quanto rimane o in freezer i semi sgusciati. Vi permetterà di rallentare lo scadimento qualitativo e conservare intatte le preziose vitamine liposolubili, i grassi insaturi, sapori e aromi. La frutta che mostra un’alterazione, anche leggera, nel gusto, non deve essere consumata perché i perossidi che si formano una volta assorbiti minano l’integrità delle pareti cellulari, indeboliscono le difese immunitarie, intossicano l’organismo.
Nocciole, noci e mandorle sono ricchissime di acidi grassi insaturi, protettivi per l’organismo. Le calorie sono elevate per tutta la frutta secca: 100 g apportano circa 600 calorie. Per questo motivo, va consumata con moderazione.
Le ricette da provare
Bavarese con nocciole
Ingredienti per 8 persone: • 400 g di panna • 300 g di latte • 150 g di zucchero semolato • 3 tuorli d’uovo • 4 fogli di gelatina (8 g) • 50 g di cioccolato fondente • 1 cucchiaino di estratto naturale di vaniglia. Per le nocciole caramellate: • 100 g di nocciole • 100 di zucchero
In una ciotola montate con una frusta i tuorli e lo zucchero fino a ottenere una crema spumosa. Aggiungete l’estratto di vaniglia. Mettete a bagno la gelatina in acqua fredda. Portate il latte a ebollizione e, mentre è ancora caldo, versatelo poco per volta sulla crema. Trasferite il tutto su fuoco basso e fate cuocere, mescolando. Togliete dal fuoco e incorporate la gelatina ben strizzata. Suddividete la crema in due ciotole: nella prima sciogliete il cioccolato. Fate raffreddare entrambe, poi incorporate la panna montata a neve, metà in ciascuna ciotola. Versate la bavarese al cioccolato sul fondo di 8 coppette e mettetele in frigo in modo che possano solidificarsi. Quando la bavarese è soda, con un cucchiaio disponete sopra la bavarese bianca e rimettete in frigo per qualche ora. Preparate ora le nocciole caramellate: sciogliete lo zucchero in un padellino finché non diventa un caramello ambrato. Aggiungete le nocciole, alcune intere altre spezzate e mescolatele in modo da ricoprirle di caramello. Prima di servire, decorate la superficie delle coppette con le nocciole raffreddate, a pezzetti.
Crespelle al radicchio e noci
Ingredienti per 8 persone
Per le crespelle • 300 ml di latte intero • 3 uova • 3 cucchiai di farina 0 • 1 pizzico di sale. Per il ripieno • 500 g di radicchio rosso • 300 g di ricotta di pecora fresca • 30 g di formaggio grattugiato • 80 g di noci tritate • 1 spicchio di aglio • 2 cucchiai olio extra vergine di oliva • sale. Per la besciamella • 500 ml di latte • 60 g di farina tipo 0 • 40 g di burro • 1 pizzico di sale • noce moscata
Per preparare la pastella delle crespelle, sbattere le uova con la farina e il sale; versate il latte a filo e incorporatelo con una frusta. Mettete in frigo per un’ora. Preparate il ripieno. Affettate il radicchio e fatelo cuocere in padella con l’aglio tritato e l’olio per 8-10 minuti. Quando si sarà raffreddato, mettetelo in una ciotola e aggiungete la ricotta, il formaggio (tenendone da parte due cucchiai), le noci e il sale. Preparate ora le crespelle: scaldate un padellino di 20 cm di diametro, ungetelo di olio e versatevi la pastella (dovrà coprire il fondo in uno strato sottile). Ruotate il padellino e cuocete la crespella a fuoco medio per 2-3 minuti. Rivoltatela e terminate la cottura. Ripetete l’operazione per ottenere in tutto 8 crespelle. Preparate la besciamella, facendo sciogliere il burro in un tegame, unite la farina, il latte freddo a filo e mescolate. Cuocete 3 minuti dal bollore, regolate di sale e noce moscata. Scaldate il forno a 180 °C. Spalmate ogni crespella con il ripieno di radicchio e ricotta e ripiegatela in quattro. Disponete le crespelle in una teglia con un terzo di besciamella sul fondo. Completate con la restante besciamella, spolverizzate con il formaggio e decorate con la salvia. Fate cuocere in forno per 20 minuti. Servite la preparazione calda.
Tacchino alle mandorle
Ingredienti per 8 persone: • 700 g di petto di tacchino, aperto a libro • 300 g di salsiccia fresca • 80 g di mandorle, tritate • 50 g di Pecorino Romano grattugiato • ½ bicchiere di vino bianco • 10 foglie di salvia • olio extra vergine di oliva • 1 spicchio di aglio tritato • sale • pepe nero
Preparate il ripieno mescolando in una ciotola la salsiccia fresca spellata, le mandorle e la salvia tritate finemente, uno spicchio di aglio tritato e il Pecorino grattugiato. Lavorate gli ingredienti con le mani finché non saranno perfettamente amalgamati. Stendete il petto di tacchino su un tagliere e copritelo con il ripieno, poi arrotolatelo su se stesso e fermate il cilindro ottenuto con dello spago da cucina. Cospargete il tacchino di sale e pepe e massaggiatelo per insaporirlo. Coprite di olio il fondo di un tegame e scaldatelo sulla fiamma. Appoggiate la carne nell’olio caldo e fatela rosolare bene a fuoco medio, girandola con due mestoli di legno. Quando il tacchino è completamente rosolato, versate il vino bianco, fatelo sfumare, poi coprite il tegame. Proseguite la cottura a fuoco basso per 25 minuti, poi spegnete e lasciate riposare almeno un’ora prima di servirlo. A questo punto affettatelo e scaldate il fondo di cottura. Servite l’arrosto con il suo sugo versato sopra o a parte.
foto di Juls’ Kitchen