Peperoncini: quali coltivare, dove e tutte le cure

I peperoncini non sono difficili da coltivare, ma hanno bisogno di qualche accortezza per sopravvivere alle temperature più fredde. Ecco come coltivare la pianta di peperoncino e quali sono le varietà più piccanti da portare in tavola.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 18/01/2017Aggiornato il 18/01/2017
peperoncini da coltivare

I peperoncini appartengono alla famiglia delle Solanaceae e al genere Capsicum. Tutte le piante presentano una grande varietà di aspetto nei frutti, che possono presentarsi tondi, allungati, conici, eretti e pendenti, lucidi o opachi di colori chiari e scuri molto accesi; alcuni sono piccanti, altri meno, ma tutte le piante hanno una caratteristica in comune: l’abbondanza della fruttificazione. Coltivare i peperoncini in vaso o nell’orto non è difficile, ma bisogna tenere conto che queste piante richiedono temperature miti per poter sopravvivere all’inverno; occorre quindi coprirle con un telo apposito oppure spostarle all’interno. Le specie più coltivate in Italia sono il Capsicum Annuum, il
Capsicum Baccatum, il Capsicum Chinense, il Capsicum frutescens e il Capsicum pubescen; a queste famiglie appartengono alcune delle varietà di peperoncini più piccanti, come il famoso Carolina Reaper, l’Habanero, il Rocoto e il peperoncino di Cayenna.

Perché coltivare i peperoncini?

Nei luoghi di origine i peperoncini crescono in piena terra senza problemi e possono raggiungere le dimensioni di veri e propri alberi, superando agevolmente i periodi meno caldi per rivegetare rigogliosi ogni anno. Se usiamo qualche accortezza, anche noi possiamo conservare la pianta per diversi anni: il peperoncino da coltivare ha infatti un fusto sufficientemente legnoso da trattenere i liquidi vitali anche nel periodo di riposo, dopo aver perso tutto il fogliame. Ciò le consente di rinascere all’arrivo della primavera e di fruttificare di anno in anno.
Quando la pianta rivegeta, all’inizio della primavera, è già forte perché ben radicata perciò lo sviluppo dei germogli è più veloce rispetto alle piantine dell’anno e la produzione è precoce. Un altro vantaggio è quello ornamentale. Una pianta di peperoncino coltivata come perenne può assumere la forma di un cespuglio alto fino a due metri o di un alberello di dimensioni simili o maggiori. Nei mesi estivi può diventare un elemento di originalità in ogni giardino.

Quante varietà di peperoncini esistono e quale coltivare

Rispettando sempre le regole della rotazione colturale e dando un’occhiata alla luna, la primavera è il momento giusto per mettere a dimora le specie ortive che daranno i frutti durante tutta l’estate. Tra queste vi sono i peperoncini mangerecci: recandosi presso un vivaio o centro di giardinaggio ben fornito, sarà possibile scegliere tra diverse varietà di peperoncino mangereccio che, diversamente da quelli da seme, più forti e piccanti, hanno una polpa piuttosto spessa e croccante e un grado di piccantezza solitamente medio.
I peperoncini mangerecci appartengono principalmente alle specie Capsicum annuum e Capsicum baccatum e si distinguono per le caratteristiche della bacca: la forma può essere tonda o ovale più o meno allungata oppure anche a forma di lanterna; il colore può essere verde, giallo, rosso, viola… Possono inoltre avere sapore e grado di piccantezza diverso.

Tra le specie più conosciute in Italia ci sono:

  • Capsicum annuum, che comprende il peperoncino usato in Italia, il peperoncino di Cayenna e il Jalapeno. Da queste varietà si ottiene la paprika, una polvere dai vari gradi di piccantezza ottenuta dalla mistura di peperoncini della specie Annuum più o meno forti, essiccati e ridotti in polvere;
  • Capsicum Baccatum, che comprende tipologie di peperoncino dal grado di piccantezza medio come ad esempio il peperoncino Aji;
  • Capsicum Chinense, varietà che comprende i peperoncini più piccanti al mondo come l’Habanero e il famigerato Carolina Reaper;
  • Capsicum Frutescens, dall’elevato grado di piccantezza. Tra le varietà più famose ci sono i peperoncini tabasco;
  • Capsicum Pubescen, dai fiori di colore violaceo e dei frutti di colore rosso vivo. Tra le varietà più famose c’è il Rocoto, molto piccante.

Come coltivare le piante di peperoncino e come prendersene cura tutto l’anno

La pianta di peperoncino richiede un terreno drenante e ricco di sostanza organica, quindi bisogna concimare generosamente con compost e letame maturo prima di piantare. Per le regole della rotazione colturale, per evitare stanchezza del terreno e ottenere il miglior risultato produttivo, è bene non coltivare i peperoncini in una parcella di terreno sulla quale sono state coltivate altre specie appartenenti alla medesima famiglia delle Solanaceae, per esempio pomodori, melanzane, peperoni e patate.
Per germinare, i peperoncini richiedono una temperatura di circa 25 gradi, quindi per seminare in pieno campo è necessario aspettare indicativamente il mese di maggio, anche se molto dipende dalla zona in cui si abita; in questo caso, però, la pianta potrebbero non riuscire a far maturare i suoi frutti prima dell’inverno. Meglio quindi seminare in un semenzaio riscaldato qualche tempo prima, tra febbraio e marzo, oppure comprare piantine da trapiantare. In primavera sono in vendita le piantine da orto pronte da mettere direttamente nel terreno, solitamente in contenitore alveolare (o pack) da 4 o 6 elementi, alte in media 10 cm, con 4-6 foglie. Si trovano anche in singoli vasetti nel caso di piantine un po’ più grandi, alte 15 cm e dotate di 8-10 foglie.

Prima di trapiantare le piantine di peperoncino è importante preparare bene il suolo, lavorando il terreno circa 10 giorni prima del trapianto con una vangatura profonda, una concimazione con letame maturo e una zappatura che rompa le zolle. Alla fine si deve livellare la superficie del terreno con un rastrello. A questo punto di può scavare una piccola buca e trapiantare la piantina con tutto il suo panetto di terra. Dopo aver piantato i peperoncini bisogna averne cura, irrigando le piantine quotidianamente ma non in maniera eccessiva e concimando se necessario. Dopo la raccolta o la caduta dei frutti sarà necessario potare le piante: andranno rimossi gli eventuali frutti secchi e i rami avvizziti. In caso contrario, quando sopraggiungerà la primavera, la pianta sarà esausta avendo continuato la vegetazione per tutto l’inverno.

Tecniche di protezione durante la stagione fredda

Le piante di peperoncini devono essere adeguatamente protette durante l’inverno per poter sopravvivere alle temperature più rigide e fruttificare di anno in anno. Ci sono prevalentemente due tecniche di protezione invernale. La prima consiste nel coltivare il peperoncino in vaso: potrà quindi stare all’esterno da marzo-aprile in poi e ricoverato in un luogo protetto da novembre, ad esempio in una veranda, accanto ad un muro della casa esposto a sud, in una piccola serra o in altre posizioni opportune a seconda del clima della zona.
Il secondo modo per proteggere il peperoncino durante l’inverno è adatto alle temperature meno rigide e consente di avere peperoncini da coltivare direttamente in terra. Subito dopo la potatura di novembre si stende sopra alla pianta un telo di tessuto non tessuto, della misura adatta a coprire la pianta e il terreno circostante nel raggio di un metro circa. Il tessuto non tessuto (detto anche TNT o nonwoven) è un panno ottenuto con tecniche industriali particolari, molto usato anche in campo agricolo, dotato di morbidezza, ottima resistenza alle temperature basse, trasparenza alla luce e all’aria e idrorepellenza. Andrà ispezionato saltuariamente durante l’inverno e tolto definitivamente appena le temperature divengono miti.

Quando potare i peperoncini

Nel mese di novembre, quando la pianta ha perso le foglie e sembra quasi morta, prima di disporre la protezione per i mesi invernali bisogna procedere alla potatura. Si deve effettuare questa operazione con cesoie o forbici da giardinaggio in grado di eseguire tagli precisi e privi di slabbrature. I tagli devono inoltre avere un andamento obliquo, cioè “a penna”, in modo che la pioggia e l’umidità possano scivolare sul taglio senza diventare causa di marciumi.

Quali sono i peperoncini più piccanti?

La piccantezza dei peperoncini è data dalla presenza più o meno abbondante di una sostanza tossica, la capsaicina, che agisce sulle mucose dando una sensazione simile a quella di una scottatura. Per la misurazione della piccantezza dei peperoncini, nel 1912 il chimico Wilbur Scoville ideò una scala in uso ancora oggi. L’unità della scala Scoville viene detto SHU (Scoville Heat Units): quanto più alto è lo SHU, tanto più alta è la diluizione necessaria e tanto più piccante è il peperoncino.

piccantezza-peperoncini

Il peperoncino più piccante al mondo è il Carolina Reaper, della specie Capsicum Chinense, la famiglia di peperoncini più piccanti al mondo. Segue la specie Trinidad Moruga Scorpion, con una piccantezza calcolata in 2.000.000 unità Scoville; originario dell’America Centrale Caraibica, ha le dimensioni di una pallina da golf, una pelle rugosa e un colore rosso fuoco. Tra i peperoncini più piccanti al mondo c’è anche il peperoncino Habanero, anch’esso appartenente alla famiglia del Capsicum Chinense. Si ritiene che sia originario de l’Havana (Cuba), da cui deriva il suo nome, ma la coltivazione più intensa si ha in Messico. Impossibile poi non citare il peperoncino di Cayenna, usato prevalentemente in forma essiccata e macinata. Si coltiva in molte parti del mondo, Italia compresa; ha un colore rosso brillante ed è lungo dai 2 ai 5 cm.

Si può anche cercare di ottenere peperoncini più piccanti: per aumentare la piccantezza si deve semplicemente sospendere l’irrigazione alcuni giorni prima di raccoglierli: se la pianta è in terra si può cominciare fino a quindici giorni prima, se è in vaso almeno 8-10 giorni prima della raccolta. Meglio invece non seguire i consigli di chi invita a innaffiare poco i peperoncini tutta la durata della loro vita. Nella prima fase di crescita e fino alla comparsa dei primi frutti, il peperoncino va innaffiato regolarmente perché la carenza di acqua in quel periodo compromette l’emissione dei fiori.

Ma cosa fare contro il bruciore se il peperoncino si rivela troppo piccante per il proprio palato? Per trovare sollievo evitate di bere acqua, che non ha nessun effetto e diffonde la capsaicina anche nella gola. La sostanza più efficace per smorzare il bruciore è la caseina, che deterge la capsaicina e ne smorza gli effetti. Si può quindi bere del latte, sorseggiandolo lentamente, oppure mangiare prodotti caseari come la mozzarella ingoiando. Anche le bevande alcooliche come il vino sono utili, ma non quanto il latte.
Maneggiando le varietà più piccanti è meglio proteggere gli occhi con occhiali simili a quelli usati dai saldatori e le mani con guanti di gomma. Se provate bruciore alle mani, immergetele nel latte con ghiaccio. Per gli occhi rivolgetevi al medico, nel frattempo potete tamponare la parte esterna con latte a temperatura ambiente.

Come si mangiano? 

I modi per consumare i peperoncini sono svariati e, a seconda dei gusti di ognuno e del modo in cui si vogliono consumare, saranno da raccogliere più o meno maturi. Si possono mangiare freschi; in questo caso la conservazione si limiterà a qualche giorno di frigorifero, oppure si possono lasciar essiccare o conservare sott’olio. Il metodo dell’essicazione è il più diffuso e può avvenire mediante la luce naturale del sole o in forno elettrico o a gas. Quando l’acqua è evaporata i peperoncini avranno una lunga durata nel tempo.

Come disporre le piante nell’orto

La primavera è il periodo giusto per piantare il peperoncino, quando il terreno dell’orto è già stato preparato e la temperatura minima del terreno è di 10 gradi: in queste condizioni si può procedere a mettere in terra le giovani piantine acquistate in vaso o in pack. Uno schema utile da seguire è quello che vede piante della stessa specie e varietà disposte sulla medesima fila.

1. Considerando lo sviluppo che le piantine raggiungeranno da adulte, si consiglia di metterle a dimora a una distanza di circa 40-50 cm l’una dall’altra, sulla fila. Per consentire, invece, il passaggio e il facile raggiungimento delle piante al momento della raccolta dei frutti o anche semplicemente per motivi colturali, è bene distanziare le file di 80-100 cm.

1. Considerando lo sviluppo che le piantine raggiungeranno da adulte, si consiglia di metterle a dimora a una distanza di circa 40-50 cm l’una dall’altra, sulla fila. Per consentire, invece, il passaggio e il facile raggiungimento delle piante al momento della raccolta dei frutti o anche semplicemente per motivi colturali, è bene distanziare le file di 80-100 cm.

2. Una volta fissate le misure, per mettere in terra le singole piantine, con una paletta da giardinaggio si scavano le buche d’impianto, larghe e profonde quanto il vasetto, quindi sufficienti a contenere il pane radicale delle singole piante. Queste vengono estratte dal vasetto di plastica, premendolo se necessario per facilitare l’operazione; quindi inserite nelle buche. La terra viene premuta con le mani ai bordi, così da farla aderire bene al pane radicale. Infine si innaffia abbondantemente ogni piantina.

2. Una volta fissate le misure, per mettere in terra le singole piantine, con una paletta da giardinaggio si scavano le buche d’impianto, larghe e profonde quanto il vasetto, quindi sufficienti a contenere il pane radicale delle singole piante. Queste vengono estratte dal vasetto di plastica, premendolo se necessario per facilitare l’operazione; quindi inserite nelle buche. La terra viene premuta con le mani ai bordi, così da farla aderire bene al pane radicale. Infine si innaffia abbondantemente ogni piantina.

Le piante di peperoncino raggiungono un’altezza massima variabile da 60 a 80 cm, quindi è utile inserire in prossimità di ogni piantina un tutore, ovvero un bastoncino rigido o una canna di bambù alta circa 1 m da approfondire di circa 20 cm nel terreno. La pianta deve essere assicurata al tutore con dei legacci man mano che crescerà, considerando la consistenza semilegnosa e fragile del suo fusto.

Bagnature e concimazioni regolari accompagneranno la crescita delle piante, che matureranno i primi frutti da inizio estate per le varietà più precoci fino all’inizio dell’autunno per le varietà più tardive, presentando contemporaneamente sulla pianta fiori e frutti.

Peperoncini in vaso: tecniche di coltivazione

Per coltivare i peperoncini in vaso bisognerebbe iniziare a seminare da marzo a giugno, quando le temperature cominciano ad alzarsi. Si possono utilizzare piccoli vasetti in cui porre uno o dei semi, interrandoli a circa 1 cm dalla superficie, in un terreno morbido e di grana fine in modo che le radici possano crescere senza fatica. I vasetti andranno posizionati in un posto caldo e soleggiato, controllando che la temperatura non scenda sotto i 15 gradi. Le piantine vanno innaffiate ogni giorno, meglio al mattino, usando uno spruzzino e facendo attenzione ad evitare i ristagni di acqua nel vaso, che potrebbero nuocere alla crescita della pianta.

 
Se c’è qualcosa che le piante di peperoncino temono sono i ristagni idrici. Mai lasciare i sottovasi alle piante, bagnare con parsimonia il substrato quotidianamente ma non lasciarlo inzuppato. Nella serra domestica i piani d’appoggio saranno in griglia traforata per far traspirare la parte inferiore del vaso.

Se c’è qualcosa che le piante di peperoncino temono sono i ristagni idrici. Mai lasciare i sottovasi alle piante, bagnare con parsimonia il substrato quotidianamente ma non lasciarlo inzuppato. Nella serra domestica i piani d’appoggio saranno in griglia traforata per far traspirare la parte inferiore del vaso.

Per poter godere delle fioriture fino all’autunno inoltrato sui terrazzi dove il clima è meno mite, si abbia cura di costruire una serra domestica chiusa su tre lati con possibilità di chiusura del quarto e la si addossi ad un muro soleggiato. La scaffalatura abbia possibilmente i ripiani in griglia traforata. Nelle belle giornate la copertura dovrà rimanere aperta per fare ricevere sole e aria alle piante. Di sera e nei giorni in cui sole e caldo dovessero venire meno, si potrà chiudere il telo per riparare le piante. Per garantire la fruttificazione fino a dicembre devono avere molta luce.

Per poter godere delle fioriture fino all’autunno inoltrato sui terrazzi dove il clima è meno mite, si abbia cura di costruire una serra domestica chiusa su tre lati con possibilità di chiusura del quarto e la si addossi ad un muro soleggiato. La scaffalatura abbia possibilmente i ripiani in griglia traforata. Nelle belle giornate la copertura dovrà rimanere aperta per fare ricevere sole e aria alle piante di peperoncino. Di sera e nei giorni in cui sole e caldo dovessero venire meno, si potrà chiudere il telo per riparare le piante. Per garantire la fruttificazione fino a dicembre devono avere molta luce.

Solamente sui terrazzi del sud Italia i peperoncini possono rimanere indisturbati tutto l’anno; dove invece la temperatura scende sotto i 12°C la fruttificazione diventa un problema; sotto i 4°C non sopravvivono. La temperatura migliore per un buono sviluppo è tra i 15 e 25°C, mentre temperature sotto i 10° e oltre i 35°C inficiano non solo la crescita ma anche le fioriture.
Se si attua una buona protezione invernale, la percentuale di successo per i peperoncini da coltivare tutto l’anno si avvicina al 100%. Non appena in primavera si cominciano a notare i primi germogli, bisogna aspettare qualche giorno e poi spostate la pianta all’aperto, in un luogo soleggiato, oppure eliminare il telo di TNT. Se la pianta ha svernato in serra calda, fatela ambientare all’esterno spostandola per una settimana solo nelle ore più calde, poi lasciatela definitivamente fuori.

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