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Per proteggere le radici delle piante del giardino, sia in vaso che in piena terra, da freddo, siccità e malattie, la tecnica più semplice ed economica è la pacciamatura. Consiste nello stendere uno strato di materiale organico o minerale oppure del tessuto non tessuto sul terreno per coprire le radici, che in questo modo trarranno benefici a tutto vantaggio della crescita della pianta.
Prima di coprire il terreno al piede della pianta e nell’area di proiezione della chioma, quella dove si sviluppa con buona probabilità la maggior parte delle radici, bisognerebbe pulire eliminando foglie secche e detriti diversi per poi stendere la nostra pacciamatura, che può essere effettuata con diversi materiali: paglia, foglie secche, terricciato, corteccia, ghiaia, lapillo, teli in tessuto sintetico oppure biodegradabili.
Cos’è la pacciamatura?
Per chi ha un orto, un giardino o un balcone e ama prendersene cura, la pacciamatura è una delle pratiche più comuni e più semplici da mettere in atto. Consiste nel ricoprire il terreno intorno al piede della pianta con del materiale organico, minerale o sintetico, impedendo così lo sviluppo di piante infestanti che possono sottrarre risorse alla pianta, preservando le riserve idriche del suolo e proteggendo le radici dall’intenso freddo invernale grazie alla sua funzione isolante.
La pacciamatura si può utilizzare per le piante ornamentali del giardino, per quelle del frutteto e nell’orto, ma anche per le piante in vaso.
Le funzioni e i benefici della pacciamatura
Se viene eseguita in maniera corretta e scegliendo il materiale più idoneo, la pacciamatura offre alle piante tanti benefici, riduce il lavoro del giardiniere e semplifica la gestione dell’orto o del giardino in generale. Tra i vantaggi si possono ricordare:
- un minore fabbisogno di acqua, dal momento che una pacciamatura naturale limita l’evaporazione dell’acqua dal terreno e agisce come una spugna, assorbendo l’acqua durante i periodi piovosi e rilasciandola lentamente;
- protezione del suolo dalla luce, evitando così il proliferare di erbe infestanti che possono sottrarre risorse alle piante;
- una maggiore fertilità del terreno: il materiale organico, infatti, si decompone trasformandosi in humus che arricchisce il terreno;
- una maggiore protezione da sbalzi di temperatura e di umidità: in inverno protegge le radici dal gelo intenso, mentre in estate impedisce che il terreno si secchi eccessivamente;
- riduzione del rischio di diffusione di malattie, soprattutto durante i periodi piovosi.
Come pacciamare?
Pacciamare l’orto non è difficile: basta sistemare il materiale prescelto sul terreno coltivato, tralasciando i camminamenti, fino a creare uno strato spesso circa 5 cm. Se si sceglie di usare un telo, si può scegliere di acquistarlo già forato e adeguarvi la messa a dimora degli ortaggi oppure forare il telo a seconda delle proprie esigenze. Ce ne sono di molti tipi; tra i più usati c’è quello in polietilene da recuperare a fine ciclo di coltivazione e da riutilizzare più volte, ma esistono anche versioni in materiali biodegradabili.
I materiali per pacciamare l’orto
I materiali che si prestano alla pacciamatura sono molti, da scegliere in base alle proprie preferenze e al tipo di coltivazione. In linea generale, i materiali naturali e biodegradabili apportano più o meno gli stessi benefici alle piante.
Il terricciato: il più economico
Questo prezioso materiale pacciamante deve essere preparato per tempo mescolando in parti uguali terriccio di buona qualità (cioè ricco di sostanza organica, non argilloso) e letame. Si dovrebbe preparare tra luglio e agosto, lasciandolo in cumulo così che le fermentazioni, che sprigionano calore, possano riavviarsi seppure a livello ridotto, così da evitare che sia caustico per le radici delle piante. Questo materiale per essere efficace deve essere posto attorno al colletto delle piante in strati spessi 8-10 cm. Sopra il terricciato, specie nei climi piovosi o per le piante tipiche dei climi mediterranei che possono soffrire un’eccessiva umidità stagnante del terreno, si può disporre uno strato di foglie secche che formano una sorta di barriera a permeabilità ridotta. Ricordate sempre che il terricciato a primavera andrà rimosso per consentire corrette bagnature.
Corteccia di aghifoglie
È un materiale molto stabile, che tende ad acidificare il terreno ed è perciò perfetto per azalea, rododendro, camelia, fragola e lampone. Bisognerebbe stendere, alla base degli arbusti, uno strato di almeno 4-5 centimetri di corteccia. Ha lo svantaggio di non essere economica all’acquisto.
Paglia
Si tratta di uno dei materiali più efficaci per pacciamare perché protegge le radici ma permette all’acqua piovana di penetrare nel suolo senza difficoltà. Si maneggia inoltre con facilità, tende a migliorare la fertilità del suolo degradandosi lentamente ed è economica da acquistare.
Altri materiali organici per pacciamare
I materiali organici che si possono usare per la pacciamatura sono davvero molti:
- sfalci di prato, da stendere in uno strato non troppo spesso per evitare che marcisca;
- foglie morte;
- lino e canapa, dal buon potere isolante termico e dal pH quasi neutro;
- gusci di grano saraceno, che permettono di creare una barriera fisica che tiene lontane lumache e chiocciole;
- segatura e trucioli di legno, assicurandosi però che provengano da legno non trattato in modo da non contaminare l’orto con sostanze chimiche. Questo materiale tiene lontane le lumache e si decompone abbastanza rapidamente, creando humus utile per la crescita della pianta. Per un migliore risultato si può mescolare con foglie o cippato.
Il tessuto non tessuto, perfetto per i vasi
Se le piante sono in vaso, la pacciamatura con questo materiale è la più efficace. Il tessuto non tessuto più classico, quello da orto, ha trama fitta, buono spessore, è permeabile all’acqua, molto meno alla luce, e può essere utilizzato come protezione temporanea per i semenzai e le giovani pianticelle da orto o su coltivazioni prossime a essere raccolte, come i cavoli. Più interessante per le piante in vaso è l’evoluzione del tessuto non tessuto che oggi è indicato con il termine di agritessuto o nuovo tessuto non tessuto: è leggero, permeabile all’acqua ma in grado di lasciare passare ben il 50% della luce e, questa è la novità, con forme innovative: a tubolare (particolarmente indicato per proteggere la chioma) oppure a fogli oppure a metraggio. In alternativa esistono anche i dischi di feltro, una sorta di tessuto non tessuto pesante con un taglio radiale che consente di posizionarli al piede delle nuove pianticelle: consentono il passaggio dell’acqua ma impediscono la crescita delle malerbe. La protezione dal freddo in senso stretto è limitata, ma questo materiale è in grado di creare un microclima favorevole in grado di ridurre i danni da gelo, brinate e vento invernale. Meglio comunque spostare i vasi in una posizione riparata, meglio se addossati alla parete di casa dove potranno godere del calore radiante.
Tessuto biodegradabile
In commercio si trovano i teli in tessuto biodegradabile. Sono spessi da uno a tre millimetri e hanno una durata che va da uno a tre anni. Un’altra caratteristica importante è che vanno in aderenza perfetta con il suolo impedendone l’erosione: questo li rende particolarmente indicati per i terreni in pendenza. I materiali più usati sono fibra di paglia, cocco e mais.
Materiali minerali
Si tratta di materiali non biodegradabili, consigliati per piante che crescono in climi secchi e caldi. Ce ne sono di diversi tipi, come ad esempio ghiaia, lapillo e pietre piatte.