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La maggior parte delle piante cresce in terreni con pH neutro (7); sono meno numerose quelle che preferiscono i terreni acidi il cui pH è inferiore a 7. Un terreno con queste caratteristiche non è molto comune: si tratta di suoli distribuiti a macchia di leopardo in tutta Italia e la loro presenza è legata al tipo di matrice rocciosa dalla quale si sono originati. Chi ha un giardino con terra che risponde a queste caratteristiche farà fatica a coltivare ortensie a fiori rosa, leguminose, ciliegi, frassini, rovere e olivi, mentre otterrà ottimi risultati con castagni, camelie, azalee, rododendri, ortensie a fiori azzurri, eriche, pieris e gardenie. Oltre a queste piante, vi proponiamo di realizzare un’aiuola di acidofile con specie un po’ insolite e più rare che darà un tocco di originalità a molti giardini. Si tratta di specie rustiche, che resistono al freddo, in genere non subiscono attacchi di patogeni gravi, hanno fioriture insolite e spettacolari e alcune hanno magnifiche colorazioni autunnali del fogliame.
Enkianthus campanulatus: l’arbusto dai fiori rosa che cresce anche in vaso
Arbusto a portamento eretto, abbastanza raccolto e slanciato in grado di raggiungere l’altezza di 2,5-3 metri, è originario dell’Himalaya e del Giappone.
La pianta è interessante per l’abbondante fioritura costituita da racemi costituiti da numerosi piccoli fiori campanulati e rivolti verso il basso, di colore bianco crema rosato, con venature che vanno dal rosa al rosso. La fioritura appare tra maggio e giugno. Esistono pure delle cultivars con fiori bianchi, o rosso scuro.
È consigliabile dopo la fioritura cimare gli apici sfioriti per stimolare l’emissione di nuovi germogli e favorire la nuova formazione di gemme a fiore che si apriranno l’anno successivo. Non richiede invece alcuna potatura energica, ma solo l’eliminazione di eventuali rami secchi.
Predilige esposizioni di sole e mezz’ombra, specie in climi caldi, il terreno deve essere naturalmente acido, in quanto non tollera il calcare, ricco di humus, sempre fresco ma ben drenato. Si impiega in piccoli gruppi o anche singolo in ampi vasi.
Kalmia latifolia sempreverde: utile per riempire i vuoti invernali
Notevole per la fioritura rosa, questo arbusto sempreverde chiamato anche “alloro americano” raggiunge l’altezza e la larghezza di 2-3 metri. È originario delle zone nord orientali dell’America settentrionale, ha portamento compatto ed abbastanza denso.
La foglia è alterna di forma ovale-ellittica lucida e simile a quella del rododendro.
Il fiore, portato in racemi terminali, appare tra la fine di maggio e giugno, ha forma di coppa ed è di colore tra rosa chiaro e scuro, sino al bianco. Dopo la fioritura cimare le infiorescenze sfiorite per stimolare l’emissione di nuovi germogli e favorire la nuova formazione di gemme a fiore che si apriranno l’anno successivo.
Predilige terreni freschi, naturalmente acidi e umidi, ricchi di sostanza organica ed esposizioni in pieno sole. Si utilizza come sottochioma di alberi a foglia caduca con fogliame leggero, oppure insieme ad altre acidofile, tra cui il rododendro. È possibile che possa subire una certa crisi di trapianto. Non richiede alcuna potatura, solo l’eliminazione di eventuali rami secchi.
Stewartia pseudocamellia: fiorisce in estate anche alla mezz’ombra
Piccolo albero originario del Giappone, imparentato con il genere Camellia, raggiunge l’altezza di 6-8 m, si presenta spesso in forma di grosso arbusto fittamente ramificato.
La foglia ha forma ovato-ellittica, di colore verde scuro e in autunno, prima della caduta, assume una bellissima colorazione rosso-arancio.
In giugno ed anche in parte a luglio, compaiono i fiori, semplici singoli o a coppia, di colore bianco e con numerosi stami gialli ben visibili. Il fiore è a coppa, simile a quello di una rosa anche se di dimensione circa 4-6 cm.
Questa bella pianta resiste molto bene al freddo, nelle regioni continentali predilige esposizioni soleggiate, in quelle più calde predilige la mezz’ombra, esponendola per esempio verso est in modo da evitare il caldo sole del pomeriggio. Un’importante avvertenza è quella di pacciamare il suolo al di sotto della chioma per proteggere le radici dall’eccessiva insolazione.
Soffre il trapianto pertanto si consiglia di non danneggiare in alcun modo il pane delle radici e di utilizzare un adatto terriccio acido al momento del trapianto; la pianta preferisce terreni fertili ricchi di humus e drenati. Non richiede alcuna potatura, solo l’eliminazione di eventuali rami secchi.
Gaultheria procumbens: la tappezzante con le bacche per il sottobosco
Nota anche con il sinonimo di Pernettya mucronata, è un arbusto a portamento strisciante, originario dell’America settentrionale, provvisto di rizomi con i quali si espande in larghezza sino a circa 150 cm.
La foglia è di forma ellittica, verde scura e sempreverde, di aspetto e consistenza cuoiosa; se strofinata emana un caratteristico profumo.
Il fiore appare all’inizio dell’estate, ha forma di fiaschetto è riunito in corti racemi, successivamente il calice si allarga, diventa carnoso e contiene il vero frutto. In autunno appaiono quindi le bacche di colore rosso vivo, di forma sferica anch’esse aromatiche e succose, molto persistenti, rimangono sulla pianta sino alla primavera.
Ama terreni freschi e ricchi di humus oltre che acidi, esposizione pieno sole o mezz’ombra. Si può utilizzare con successo in ambienti di sottobosco, o giardini rocciosi, ma ben si presta in una bordura di acidofile come pianta da sottochioma o di bordo.
Si consiglia solo una modesta potatura di contenimento qualora crescesse troppo in larghezza.
Vaccinium macrocarpon: i mirtilli rossi commestibili
È un piccolo arbusto noto con il nome di mirtillo rosso americano o ossicocco, originario del nord est degli Stati Uniti e del Canada sud orientale dove è ampiamente coltivato per il frutto gustoso.
La pianta ha portamento basso e strisciante e l’altezza non supera i 20-25 cm mentre il diametro arriva sino ad un metro. Le foglie sono piccole e coriacee di colore verde scuro ed in autunno assumono una stupenda colorazione rosso vivo. I fiori sono piccoli e di colore rosato ed il frutto che matura in autunno è anch’esso di colore rosso vivo ed è commestibile sia come frutto fresco che come succo ed in gelatina. Possiede proprietà farmacologiche antinfiammatorie e disinfettanti, specie per le vie urinarie.
Richiede terreni freschi a reazione acida, esposizioni di pieno sole o mezz’ombra, nelle zone di montagna o fredde, mentre nei climi caldi vive bene anche all’ombra. Tollera molto bene il freddo invernale. Si può impiegare tranquillamente anche nei nostri climi, utilizzandolo come tappezzante in aiuole o sottochioma ad arbusti acidofili, o anche in giardini rocciosi. Non necessita di alcuna potatura importante.
Physocarpus opulifolius: bello, vigoroso e veloce
Arbusto a foglia caduca, può raggiungere l’altezza di circa 3 metri. Ha un portamento compatto, con numerosi rami arcuati e in grado di produrre polloni con i quali si espande facilmente.
Si coltiva per i fiori estivi e il fitto fogliame.
In giugno produce densi corimbi larghi circa 5 cm, portati lungo i rami, costituiti da piccoli fiori a coppa di colore bianco-rosato.
Ha foglie ampie trilobate, dentate sul margine di colore verde scuro, ma esistono anche cultivars con foglie rosse come per esempio P. opulifolius ‘Diabolo’.
Si deve piantare in luoghi soleggiati, in terreni preferibilmente a reazione acida, altrimenti tende a presentare il fogliame clorotico, specialmente in terreno calcareo.
Si utilizza in piccoli gruppi con sesti d’impianto di circa 2-2,5 metri. Data la vigoria si consiglia ogni 2-3 anni una modesta potatura di svecchiamento per ringiovanire l’arbusto e stimolare l’emissione di nuovi rami.
Manutenzione
Tutte le piante descritte sono molto rustiche nei riguardi dei parassiti, in quanto non hanno particolari nemici che le possano attaccare. Le cure sono rivolte in particolare al mantenimento del giusto pH del terreno di coltivazione.
In autunno si consiglia di stendere al di sotto della chioma della pianta, sia in piena terra che in vaso, uno strato pacciamante organico a reazione acida, che può essere costituito semplicemente da torba, da aghi di pino sminuzzati, o terricci commerciali acidificanti, in modo tale che decomponendosi lentamente rilascino la giusta acidità al terreno. Lo spessore di questo strato dovrà essere di 5-8 centimetri ed andrà esteso a tutta l’area occupata dalla proiezione a terra della chioma. Questo intervento è indispensabile se il terreno di partenza non era acido ed è stato cambiato.
Come nutrimento è indispensabile usare dei fertilizzanti a reazione acida, facilmente reperibili nei garden e nei centri di giardinaggio.
Un altro fattore decisivo è la qualità dell’acqua usata per l’irrigazione; deve essere a temperatura ambiente per non creare uno stress radicale e non calcarea per evitare di alzare il pH del terreno. La migliore è l’acqua piovana che di norma ha valori di acidità adatti a questo tipo di piante.