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Acqua, acqua e ancora acqua: questa è la solita raccomandazione senza però intridere il terreno. Eppure, a volte, non basta, e alla prima dimenticanza le ortensie si afflosciano, i plumbago si bruciano le cime, gli ibischi accartocciano le foglie, le surfinie interrompono la produzione di fiore, i gerani perdono tono, i tagete non aprono nuove corolle. Solo le piante con una spiccata resistenza al secco e un fabbisogno in luce e calore elevati continuano a resistere e fiorire incuranti delle nostre dimenticanze e/o della radiazione fortissima. Per esempio la maggior parte delle piante succulente e qualche altra specie erbacea originaria di climi caldi, siccitosi, caratterizzati da una forte radiazione solare continuano a crescere e a fiorire perché hanno sviluppato un diverso ciclo di organicazione del carbonio che permette loro di restare attive anche a temperatura e radiazione elevata. Quindi queste piante possono svolgere un’intensa attività biologica, come la fioritura, in condizioni che per tutte le altre sono avverse grazie al metabolismo diverso, prima ancora che per merito dei tessuti carnosi che accumulano acqua. Tra le più belle, ideali per la crescita in vaso o in piena terra, troviamo da sempre portulaca grandiflora, chiamata anche “amante del sole”, termine che con il tempo si è esteso ad altre specie con caratteristiche simili: fico degli Ottentotti e delospermum.
Portulaca grandiflora, una sicurezza
Al genere Portulaca appartengono circa 200 specie, per lo più succulente, sia perenni sia annuali, rustiche o delicate. L’unica a essere coltivata attivamente come ornamentale è Portulaca grandiflora, pianta succulenta dall’abbondante fioritura estiva adatta per i luoghi assolati. Ha portamento strisciante o parzialmente eretto e si presta anche a formare piccoli cespugli ricadenti da roccaglie e muretti a secco. Specie semirustica originaria del Brasile, alta da 15 a 25 cm, nei nostri climi si usa come pianta da vaso annuale da estirpare prima che muoia da sola a fine autunno. La sorpresa è che si diffonde spontaneamente per seme. Le foglie sono leggermente tomentose, succulente, alterne, a sezione cilindrica e acuminate ma inoffensive. I fiori, sempre numerosi, con un numero di petali da 4 a 6, possono anche essere doppi. I colori vanno dal rosso al rosa, dal giallo all’arancio. Si coltiva anche a partire da seme acquistato in buste in mix di colori da piantare in primavera direttamente nei vasi o in piena terra.
Non regge l’inverno
La pianta in genere non si conserva per l’inverno ma nulla vieta di portarla all’interno: con la bassa intensità della radiazione solare e le temperature non elevate tenderà ad assumere un portamento prostrato, rado e disordinato.
Fiori sulla sabbia con il fico degli Ottentotti
Carpobrotus acinaciformis, o fico degli Ottentotti, con i suoi fusti striscianti dalle foglie carnose ma angolose, falcate e cuneiformi, portate erette e la ricca fioritura intensamente colorata, accende la sabbia da maggio a luglio ed è diventato un elemento di riferimento nell’iconografia di alcune località costiere italiana, dal promontorio del Circeo alla scogliera delle Cinque Terre. I fiori, simili nella forma a grandi capolini, fra gli 8 e i 10 centimetri di diametro, si aprono soltanto in pieno sole, sono i più grandi e i più belli nel grupo delle piante amanti del sole. Tenaci, resistenti, capaci di radicare sulla sabbia o anche solo laddove se ne accumuli un poco come fra le crepe delle rocce, sensibili solo al calpestio e al freddo, hanno fusti prostrati-ascendenti, che possono raggiungere un’altezza di circa 20 cm. Perfettamente ambientate lungo alcuni tratti della costa italiana, è in realtà pianta naturalizzata e non autoctona, originaria del Sud Africa. La pianta si moltiplica facilmente per seme prelevandolo dai capolini sfioriti e seccati, seminati in cassone o serra a temperature non inferiori ai 15°C, e non c’è bisogno di prelevare in natura tralci interi di pianta, anche perché nel trapianto non sempre dà risultati sperati.
Anche in vaso
Se volete coltivarla in contenitore, ricreate le condizioni tipiche dell’ambiente naturale: fondo ghiaioso coperto da pochi cm di sabbia, grandi fori di drenaggio, sul fondo e sui lati del contenitore, nessun sottovaso. Ponete il vaso in luogo luminoso e con temperature non inferiori ai 12°C anche nella brutta stagione. In inverno il fico degli Ottentotti deve essere portato all’interno in tutte le regioni dove il gelo è un fenomeno regolare e prolungato; vive all’esterno solo sui litorali o al sud.
Delosperma: un tappeto a colori
Piante tappezzanti a crescita rigogliosa in clima caldi, siccitosi e in esposizione di pieno sole formano un massa vegetale rigogliosa, compatta, folta, ma leggermente mossa, vivace, capace di sottolineare un andamento irregolare del terreno e non di appianarlo. Ideale in zone declivi, nei terreni poveri, sulle scogliere o in prossimità del mare per l’elevata resistenza alla salinità. In clima mediterraneo sopporta una parziale ombreggiatura, mentre in montagna o in regioni fredde gli deve essere riservata un’esposizione in pieno sole. Pianta succulenta ha foglie carnose di forma cilindrica, piuttosto allungate, capaci di raggiungere i 5 cm nella specie più diffusa, Delosperma cooperi, più brevi nelle altre, leggermente arcuate di colore verde intenso e superficie, osservate a distanza ravvicinata, zigrinata. Il colore può variare durante l’anno e nelle piante esposte al freddo o a basse temperature per tempi prolungati assumono un colore rossastro. Le foglie resistono sui fusti striscianti per parecchio tempo, ma sono progressivamente sostituite da quelle nuove se la pianta è posta in condizioni favorevoli, si dipartono da fusti ramificati che formano un denso tappeto capace di coprire il terreno raggiungendo un’altezza massima di 15 cm. I fiori si aprono a partire da maggio per tutta l’estate fino al sopraggiungere del freddo quando la pianta entra in fase di quiescenza. I fiori raggianti con centro chiaro, piccoli, ma appariscenti, sono di colore porpora, fra il violetto ed il rosso carminio, per Delosperma cooperi, bianchi, gialli, bicolori nelle altre specie e negli ibridi di nuova introduzione.
Si possono conservare?
I delosperma possono vivere anche all’esterno se coltivati in un substrato sabbioso o su un muro a secco dove non esistono ristagni, purché caldo e ben esposto al sole. In vaso è meglio ritirarli in un luogo luminoso anche non riscaldato ma con temperature sempre superiori allo zero.
Il substrato è il solo segreto di coltivazione
Tutte le succulente da esterno e in particolare le piante amanti del sole richiedono un terreno molto ben drenato, con sabbia o ghiaia in quantità, tendenzialmente magro. In terreni fertili queste piante vegetano con forza ma fioriscono poco e sono più soggette a marciumi, morti improvvise e infestazioni.Da fine primavera a fine estate, quando le temperature sono elevate, si può utilizzare un fertilizzante specifico per piante grasse diluito ogni due settimane nell’acqua di bagnatura. In autunno si sospendono le somministrazioni per non favorire la produzione di nuovi tessuti giovanili, ricchi d’acqua e più soggetti a danni da gelo e attacchi parassitari. In mancanza di precipitazioni si bagnano ogni due settimane, le piante in vaso richiedono interventi più frequenti. Ogni volta bagnare il terreno in profondità, versando molto lentamente fino a quando l’acqua non inizia a fuoriuscire dai fori di fondo, e lasciarlo asciugare prima di ripetere l’intervento. In questo modo si incoraggia lo sviluppo dell’apparato radicale verso gli strati più profondi. In caso di estati molto calde o di zone costiere caratterizzate anche da una elevata ventosità è consigliato bagnare ogni sette giorni. Al substrato si può aggiungere un poco di carbone di legna triturato.
Perché fiorisce poco? Tre motivazioni
Possono essere tre le motivazioni che spiegano una fioritura sparuta.
- La più probabile è che la pianta non sia esposta in pieno sole: all’ombra, anche parziale, queste specie producono una buona vegetazione ma non salgono a fiore, o lo fanno in modo del tutto occasionale.
- Un’altra spiegazione è che, forse, l’esposizione al sole è troppo breve e intensa: è una condizione tipica delle piante in ombra per quasi tutto il giorno che poi improvvisamente ricevono un paio d’ore di sole cocente. La differenza fra le due condizioni, luce ombra, è troppo forte e il tempo di irraggiamento troppo breve, e ciò crea scompensi.
- Infine, un’altra causa può essere il terriccio che resta bagnato toppo a lungo. Se il substrato non ha un drenaggio efficiente e sotto il primo strato di sabbia l’argilla trattiene acqua a lungo, le piante si sviluppano solo superficialmente sul terreno senza sviluppare un robusto apparato radicale come forma di difesa contro i marciumi.
La vegetazione è sparuta e sparpagliata? Ecco perché
Se la pianta produce molta vegetazione ma pochi fiori la motivazione potrebbe essere legata a un errore di concimazione: probabilmente si somministra un prodotto liquido per piante verdi o da balcone che stimola lo sviluppo vegetativo e non la maturazione delle gemme a fiore. Basta cambiare fertiizzante.
Ingiallimenti sospetti: che fare
Se la succulenta presenta ingiallimenti e seccume, potrebbero essere il segno premonitore del marciume radicale. Sospendere le bagnature e riparare la pianta in caso di pioggia. Verificare che le temperature notturne restino sopra i 5°C.