Prato: usarlo, senza rovinarlo

Dal mese di giugno la presenza sul cotico erboso diventa quotidiana, anche nel tardo pomeriggio e il prato viene sottoposto a “un’usura” costante.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 13/06/2014Aggiornato il 13/06/2014
Prato: usarlo, senza rovinarlo

È vero che i miscugli di essenze oggi utilizzate sono selezionati anche per la resistenza al calpestio, e nella pratica i risultati possono essere considerati soddisfacenti, ma i test sono effettuati sempre su appezzamenti condotti con pratiche agronomiche perfette. Nella realtà, invece, i prati sono mantenuti secondo modalità fisse che non vengono mai modificate: si attraversa sempre seguendo un percorso, si appoggiano tavoli, sedie, giochi nello stesso posto, si spostano i vasi dove stanno ogni anno. Questa è la vera ragione di risultati tanto difformi fra un giardino e l’altro o fra parti diverse dello stesso. Tutte le possibili cause, anche temporanee, che minano la salute del prato devono essere rimosse perché è importante affrontare i mesi caldi che seguiranno nel miglior stato di efficienza possibile. Ricordiamo che una piccola “cicatrice” sul cotico può aggravarsi fino a minarne la continuità e questa potrà poi allargarsi progressivamente.

Tragitti diversificati

Per ridurre il calpestio del prato è necessario impegnarsi a seguire gli eventuali camminamenti presenti, evitando le traiettorie più brevi, che ripetute nel tempo portano a rovinare il cotico e a comprimere il terreno. Se poi il terreno è bagnato, calpestare il prato sempre nello stesso punto favorisce una perdita di struttura difficile da recuperare se non provvedendo a una rimozione dell’erba, alla lavorazione del terreno e a nuova semina, con tutte le incertezze che ne conseguono.

Animali domestici

Quelli di peso leggero come i gatti non arrecano danni mentre i cani appresentano un problema di non facile risoluzione. Molti cani all’interno del giardino, che identificano con il proprio territorio, disegnano percorsi abituali, ad esempio lungo la siepe o la ringhiera, che ripetono all’infinito fino a formare un solco duro e privo e d’erba, di terreno impastato, destinato ad allargarsi nel tempo. L’unico modo per scoraggiare questo comportamento è porre degli ostacoli mobili che costringano l’animale a cambiare percorso. Quando il terreno è inzuppato d’acqua limitare la presenza di un cane di taglia media o grande sul prato è la miglior prevenzione.

Bambini

In modo del tutto analogo anche il campo di gioco dei bambini può essere spostato da una parte all’altra del prato, con turni settimanali, in modo da dare “sollievo” al cotico favorendone la ripresa, turnando le superfici come si fa per il pascolo. I bambini esercitano sul cotico un carico che possiamo considerare tre volte inferiore a quello degli adulti. Una partita a pallavolo in giardino, improvvisata con gli amici, con salti a rete, ha sul prato un effetto negativo per compattazione assai maggiore di un compleanno con bambini urlanti che rincorrono un pallone.

Gli arredi estivi

Rappresentano un vero e proprio flagello perché, nonostante la presenza di ruote, sono per lo più trascinati sull’erba agendo alla base dei cespi, danneggiandoli più del calpestio. I tavoli, le sedie e gli sdraio tendono a divenire elementi permanenti, non rimossi tutte le sere ma fissi per l’intera stagione. Proiettano sul cotico un’ombra che favorisce un indebolimento degli steli. Le sedie a piede sottile affondano nel terreno portando in profondità, e causandone la morte, piccole porzioni di cotico, quelle con base d’appoggio “grande” agiscono su una superficie maggiore ma sempre inferiore alla pianta del piede di un uomo: il danno è meno evidente nell’immediato. Come già detto, la soluzione è spostare l’attrezzatura spesso.

Vasi

Peggio di tutti però sono i vasi portati all’aperto, a volte solo perché l’acqua piovana idrati e lavi le piante. La loro presenza sul cotico da transitoria tende a prolungarsi per diversi giorni. L’erba intorno alla base si allunga e crea un piacevole effetto d’incastonatura ma ciò che preoccupa è quanto avviene sotto il vaso. Priva di luce l’erba va soggetta a eziolatura diventando prima chiara, poi gialla e infine bianca. Lo stadio successivo è l’imbrunimento e la marcescenza. A volte bastano pochi giorni e sul prato si disegna una chiazza rotonda che è difficile emendare. Che fare? La prima operazione da eseguire è quella di risollevare gli steli così che l’aria circoli e l’erba respiri. Verificata l’umidità del terreno se necessario si bagna aggiungendo all’acqua una blanda fertilizzazione liquida. Se l’eziolatura (l’imbianchimento) è già in stadio avanzato, l’esposizione al sole deve essere graduale.

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