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Per proteggere le piante del giardino, sia in vaso che in piena terra, da imprevedibili freddi eccezionali, la tecnica più semplice ed economica è la pacciamatura. Prima di coprire il terreno al piede della pianta e, ricordiamocelo, nell’area di proiezione della chioma, quella dove si sviluppa con buona probabilità la maggior parte delle radici, dobbiamo pulire eliminando foglie secche e detriti diversi. Per pacciamare si possono utilizzare diversi materiali.
Il terricciato: il più economico
Questo prezioso materiale pacciamante deve essere preparato per tempo, mescolando in parti uguali terriccio di buona qualità (ricco di sostanza organica, non argilloso) e letame. Si deve preparare tra luglio e agosto e si lascia in cumulo così che le fermentazioni, che sprigionano calore, possano riavviarsi seppure a livello ridotto così da evitare che sia caustico per le radici delle piante. Questo materiale per essere efficace deve essere posto attorno al colletto delle piante in strati spessi 8-10 cm. Sopra il terricciato, specie nei climi piovosi o per le piante tipiche dei climi mediterranei che possono soffrire un’eccessiva umidità stagnante del terreno (rosmarino, oleandro ecc) disporremo uno strato di foglie secche che formano una sorta di barriera a permeabilità ridotta. Ricordate sempre che il terricciato a primavera andrà rimosso per consentire corrette bagnature.
Il tessuto non tessuto: perfetto per i vasi
Se le piante sono in vaso, la pacciamatura con questo materiale è la più efficace. Il tessuto non tessuto più classico, quello da orto, ha trama fitta, buono spessore, è permeabile all’acqua, molto meno alla luce, e può essere utilizzato come protezione temporanea per i semenzai e le giovani pianticelle da orto, o su coltivazioni prossime a essere raccolte, come i cavoli. Più interessante per le piante in vaso è l’evoluzione del tessuto non tessuto che oggi è indicato con il termine di agritessuto o nuovo tessuto non tessuto: leggero, permeabile all’acqua ma in grado di lasciare passare ben il 50% della luce e, questa è la novità, con forme innovative: a tubolare (particolarmente indicato per proteggere la chioma) oppure a fogli oppure a metraggio. In alternativa esistono anche i dischi di feltro, una sorta di tessuto non tessuto pesante con un taglio radiale che consente di posizionarli al piede delle nuove pianticelle: consentono il passaggio dell’acqua ma impediscono la crescita delle malerbe. La protezione dal freddo in senso stretto è limitata ma è in grado di creare un microclima favorevole in grado di ridurre i danni da gelo, brinate e vento invernale. Meglio comunque spostarli in posizione riparata, meglio se addossati alla parete di casa dove potranno godere del calore radiante.
Corteccia di aghifoglie
È un materiale molto stabile che tende ad acidificare il terreno ed è perciò perfetta per azalea, rododendro, camelia, fragola, lampone. Allo scopo stendere, alla base degli arbusti, uno strato di almeno 4-5 centimetri. Ha lo svantaggio di non essere economica all’acquisto.
Tessuto biodegradabile
In commercio si trovano i teli in tessuto biodegradabile. Sono spessi da uno a tre millimetri e hanno una durata che va da uno a tre anni. Altra caratteristica importante è che vanno in aderenza perfetta con il suolo impedendone l’erosione: questo li rende particolarmente indicati per i terreni in pendenza. I materiali più usati sono: fibra di paglia, cocco e mais.