Viburnum tinus: il primo a fiorire

Pianta rustica e facile da coltivare, cresce bene in ogni giardino dove è apprezzato per la fioritura bianca e rosa.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 09/02/2014Aggiornato il 09/02/2014
Viburnum tinus siepe

Il genere Viburnum, famiglia delle Caprifoliaceae, comprende circa 200 specie spesso usate in giardino. In questo momento dell’anno, la specie Viburnum tinus è particolarmente apprezzata per la fioritura scalare bianco-rosata che dura a lungo. Prima che una pianta da giardino, Viburnum tinus è pianta spontanea, diffusa in natura anche nel nostro Paese nelle regioni a clima mediterraneo. Colonizza i margini dei prati e dei pascoli, forma macchie nei boschi caldi e asciutti dove dominano querce, lentischi, corbezzoli, e mirti. Originario dell’Europa sud orientale è pianta robusta, vigorosa, resistente e di facile coltivazione. Conosciuto anche come lentaggine o lauro tino, si presenta come un arbusto in forma di alberello compatto e denso di foglie e rami. Può raggiungere un’altezza di quattro metri e un diametro di due. La pianta ha una naturale forma piramidale e può essere allevato senza potature se non per eliminare rami secchi o troncati, per leggeri diradamenti e per eliminare rami laterali troppo vigorosi che tendono a prendere il sopravvento. In ogni caso è bene intervenire al termine della fioritura.

Foglie appuntite sempreverdi

Le foglie della lentaggine sono sempreverdi, coriacee lunghe fino a 10 cm, di forma ovale e oblunga, appuntite e più allargate alla base dove si presentano rotondeggianti. Come in tutte le Caprifogliaceae sono opposte. La pagina superiore è di un colore verde scuro brillante, quella inferiore è più chiara.

Fioritura scalare e lunga

I fiori sono raccolti in compatte infiorescenze terminali, di diametro da 5 a 10 cm. Compaiono già in autunno come boccioli rosati, già molto decorativi, ma dischiudono le bianche corolle solo ai primi rialzi di temperatura alla fine dell’inverno, ovvero in questo periodo. La fioritura è scalare all’interno della stessa infiorescenza e fra le infiorescenze presenti su una stessa pianta. Questa caratteristica unita alla naturale durevolezza dei fiori la prolunga per molto tempo.

Come utilizzare il viburno

Viburnum tinus si presta ad usi diversi: siepi rigide, siepi informali, macchie, soggetti isolati. Unica importante avvertenza è conservare sempre la vegetazione fino al pedale della pianta, a coprire il terreno perché questa è una delle sue caratteristiche.

Siepe rigida o informale

Il viburno è molto resistente alle potature ripetute, anche pesanti, e ha una spiccata capacità di ricaccio. È apprezzato perché resistente anche alle condizioni di città, sempreverde, con vegetazione completa e compatta, e splendida fioritura preceduta da un lungo periodo di attesa in cui le piante si coprono di boccioli rosa. Crea cortine dense adatte a separare dall’esterno. La pianta può entrare nei parchi o nei giardini rinaturalizzati anche per l’abbondante produzione di bacche capace di attirare molto uccelli.

In macchia

Macchie formate da alcuni soggetti di taglia diversa già al momento dell’impianto, possono essere messe a margine di un giardino roccioso, in un angolo nei pressi della recinzione, su un declivio, anche accentuato dove si voglia limitare l’impiego del tosaerba, accompagnato da pacciamatura o perenni tappezzanti. Classico, fin troppo usato, è l’accostamento a cotonastro e berberis.

Esemplare isolato

Il viburno merita anche da solo, ma ha bisogno di spazio per crescere perché col tempo ed in condizioni ottimali supera i tre metri d’altezza. Il viburno cresce velocemente nella fase iniziale, ma dopo aver raggiunto il metro d’altezza deve essere considerato una pianta ad accrescimento lento. È indicato anche al mare perché resiste alla salsedine.

Anche in vaso, con più cure

Viburnum tinus si acquista in vaso nei vivai. Su richiesta si possono ottenere anche soggetti di dimensioni apprezzabili. Fino ai 100 cm può crescere in contenitore senza problemi, dove va concimato come le piante in piena terra, oltre si dovrebbe trapiantare oppure travasarlo in un contenitore più grosso accorciando le radici di un terzo per rallentarne la crescita. In genere il cambio del vaso si effettua ogni tre anni: per assicurare sempre un buon drenaggio, mettere sul fondo del vaso almeno 5 cm di ghiaia o argilla espansa da tenere separata dal terreno con uno strato di tessuto non tessuto. Quando rimane nello stesso vaso, ogni primavera occorre asportare lo strato superficiale del terreno sostituendolo con materiale fresco. Nell’occasione si elimina anche tutto il materiale secco presente nella chioma. Non impiegare sottovaso per impedire il ristagno dell’acqua. Riparare contro il muro nei mesi invernali, ricordandosi di ruotare il vaso di un quarto di mezzo giro ogni mese.

Buoni motivi per apprezzarlo

1- Si adatta a qualsiasi posizione

Viburnum tinus cresce in pieno sole, mezz’ombra e ombra completa, purché luminosa. Le migliori fioriture si ottengono in posizione ben esposta al sole e riparata. Le piante ombreggiate hanno foglie di maggiori dimensioni e fioritura più contenuta. Quando l’ombra è troppo fonda le piante stentano.

2- Si bagna poco

La pianta teme il ristagno idrico, quindi in primavera e autunno va irrigato solo in presenza di siccità. Durante l’estate fornire una dose generosa una volta alla settimana.

3- Cresce in qualunque terreno

Tuttavia stenta nei terreni troppo compatti dove maggiore è il rischio di ristagno idrico e i substrati troppo sciolti e secchi. Apportare sostanza organica per un più rapido accrescimento. Dall’inizio della primavera fino a metà autunno somministrare un concime bilanciato granulare a lenta cessione.

4- Resiste al freddo

Solo nelle regioni alpine è meglio coltivarlo in vaso proteggendolo dai rigori invernali prolungati.

5- Poche malattie

Molto robusta, la pianta è esente dalle problematiche sanitarie più diffuse. Solo la mosca bianca crea problemi: per combatterla applicare un insetticida.

Tutti i modi per moltiplicarlo

Propagare i viburni è piuttosto facile e la maggior parte delle talee riesce a radicare. In agosto prelevare talee semilegnose lunghe 10 cm dai rami laterali, con una parte del ramo portante e porle in un mix di sabbia e torba in parti uguali. Una volta radicate trapiantare in vasi singoli e dopo il primo inverno mettere in vivaio per 2 o 3 anni. Le propaggini si eseguono a inizio autunno con i rami più lunghi: separarli dalla pianta madre e metterli a dimora dopo un anno. I semi maturi si pongono in cassone freddo a primavera in un mix di sabbia e torba in parti uguali mantenuto leggermente umido. I tempi di attesa per germinazione e prima fioritura sono molto lunghi, da 4 a 6 anni.

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