Visitare l’orto botanico di Palermo

L’Orto botanico di Palermo è un’istituzione scientifica moderna che da oltre 200 anni ospita ricche collezioni e oggi accoglie oltre 12.000 specie di piante, anche tropicali.

Redazione
A cura di “La Redazione”
Pubblicato il 31/12/2016Aggiornato il 31/12/2016
Orto botanico di Palermo

L’orto Botanico di Palermo ha una ricca collezione botanica ed esemplari di grande pregio in una splendida cornice: è un’istituzione dell’Università degli Studi aperta dalla fine del ’700. La visita è piacevole e molto diversificata perché le piante, provenienti da diverse regioni del globo a clima mite, si possono ammirare in un loro contesto plausibile secondo un ordinamento bioecologico e geografico. Anche se inserito nel contesto urbano, che rimane come rumore di sottofondo, nell’Orto botanico si perde facilmente la nozione del tempo, ritrovandosi a passeggiare in una sorta di “compendio dell’esotico e del meraviglioso” come succedeva nelle descrizioni di certi romanzi di salgariana memoria. Ripasserete più volte nello stesso luogo scoprendo angolature e scorci diversi, specie che prima avrete tralasciato, e scoprirete che questo pur essendo un Orto è anche un Giardino.

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  • Jasminum multipartitum
  • Una splendida ninfea galleggia sulla superficie dell'acqua nella fontana centrale dell'Orto botanico di Palermo.
  • Fontana centrale suddivisa in 24 settori
  • Papiro
  • il viale di palme davanti alla serra
  • la serra Maria Carolina
  • Ficus magnolioides
  • Ficus magnolioides
  • Pereskia grandiflora
  • Solanum pyracanthon
  • Strophantus speciosus

La parte più antica

Per quanto posto all’ingresso dell’Orto botanico di Palermo, il “sistema di Linneo” è forse la parte meno visitata dell’orto, anche se la più antica (è stato costruito negli anni 1789-1791). Ma è qui che gli appassionati passando di esemplare in esemplare troveranno le rarità e le varietà che non conoscevano o avevano solo sentito descrivere sui libri. Basti pensare ai molti gelsomini presenti. Si tratta di uno spazio suddiviso in quattro grandi aiuole, pensato come una esemplificazione pratica della divisione sistematica operata dal naturalista Linneo. Nel tempo si è modificata anche perché alcuni esemplari crescendo hanno raggiunto dimensioni ragguardevoli e oggi è un settore ombroso e tranquillo che ospita un gran numero di specie e varietà. Qui è possibile incontrare una ricca collezione di Solanacee (tra cui solanum pyracanthon con belle spine colorate) e di Jasminum (tra cui J. multipartitum che fiorisce in primavera e prosegue sporadicamente per tutta l’estate).

La vasca: il fascino dell’acqua

L’Acquarium, posto al centro dell’Orto botanico di Palermo, è una sorta di piazza del villaggio, il luogo dove tutti confluiscono e si ritrovano. È un esempio di come si possa trasformare una grande fontana in un vero e proprio giardino. La superficie è divisa in otto settori radiali, a loro volta separati da due circonferenze interne così che in tutto gli spazi delimitati sono ventiquattro.
La parte esterna è lasciata alle ninfee e alle tartarughe, presenza che incanta adulti e bambini, stese al sole a crogiolarsi, immobili fino a quando con un guizzo repentino, non si gettano in acqua.
Nella parte centrale, dove l’acqua lascia il posto a un terreno allagato, ecco svettare piante tipiche di questi habitat provenienti da paesi caldi come alocasia, collocasia, papiri, calle, loti, e altre piante acquatiche.
Più punti concorrono a determinare il fascino dall’Acquarium: le dimensioni grandi che ne fanno pur sempre una fontana ma non così piccola da avvertirla come “finita”, la superficie in gran parte ricoperta da vegetazione e fiori di ninfea che, unitamente alla numerosa presenza di tartarughe, suggerisce l’idea di un ecosistema che si autosostiene, e non del tutto addomesticato, la parte centrale che si eleva come una sorta di isola verde e inesplorata dal carattere esotico non permette di racchiudere con lo sguardo ogni punto dello specchio d’acqua ed invita a girarci intorno più volte. A creare questo effetto contribuisce non poco la ricca cortina di bambù che la circonda. Terminata nel 1798, per la concezione geometrica e moderna, sembra opera ben più recente.

Le palme

L’Orto botanico di Palermo può vantare una collezione di palme davvero notevole che conferiscono al luogo non solo un carattere suggestivo ma lo caratterizzano profondamente, basti osservare lo skyline che il filare di Washingtonia definisce.
Per completare un elenco già prestigioso ricordiamo che il calidario ospita anche, seppur coltivata in vasi, la palma del viandante, Ravenala madascariensis, amatissima da tutti, esperti o neofiti, per l’impareggiabile ventaglio di grandissime foglie che dispiega quasi fossero la coda di un pavone.
E accanto alle palme, le yucche, le dracene e una vasta collezione di succulente, sia in vaso, sia coltivata a terra, con grandi esemplari quali agavi, cactus sferici e cactus a candelabro. Sempre seducenti le diverse specie di aloe per la fioritura ricca e colorata come Aloe eru e Aloe kambensis, nei colori giallo uovo e arancione.

Grandi esemplari

Ad anni di distanza fra i vostri ricordi dell’Orto botanico di Palermo, spiccherà con forza su tutte le altre immagini quella del Ficus magnoliodes, odierno simbolo del giardino. Non è il solo grande esemplare ma per la sua forma spicca su tutti gli altri. I più attenti avranno notato come l’esemplare sia di certo più piccolo di quanto avrebbe potuto perché si è reso necessario, con maestria e senza apportare danni alla struttura della pianta, ridurne l’ingombro. È nella natura della pianta emettere i cordoni legnosi che dai rami raggiungono il terreno e in questo radicano formando una sorta di foresta generata da un solo albero. L’ombra profonda proiettata dalla chioma non può che ingigantire questa particolarità che rende ai nostri occhi quest’albero antico e misterioso. In natura si tratta di una specie quasi sempre epifita che radica su un albero ospite ed emette radici aeree che strisciando sul tronco della pianta ospite raggiungono il terreno. Dotata di grande vitalità fagocita in breve tempo l’ospite e per sostenersi forma radici tabulari. Per questo è annoverato fra le piante strangolatrici. Il nome della specie è dovuto alla somiglianza delle foglie con quelle della Magnolia grandiflora con il quale spesso è confuso.
E se non di albero antico si può parlare di soggetto longevo perché fu messo a dimora nel lontano 1945, importato dalle Isole Norfolk facenti parte dell’arcipelago australiano. Originario delle Isole di Lord Howe, Australia, era il primo esemplare ad arrivare in Europa e da qui si diffuse rapidamente.

Bellezze fiorite

Incontrerete piante che non è facile vedere altrove.
Ad esempio il Brachychiton platanoides grande albero che nei nostri climi può essere coltivato solo in climi caldi. Tutti li riconoscono per la corteccia rugosa “a pelle d’elefante” che ricopre fusti importanti perché funzionano come organi di riserva. I fiori campanulati sono color bianco crema con particolarità più scure. Il nome è dovuto alla forma delle foglie simili a quelle del platano.
Pereskia grandiflora è una pianta appartenente alla famiglia delle Cactacee ma non ne ha assolutamente l’aspetto. Di portamento arbustivo, con rami spinescenti, tanto da meritare il nome di “rosa cactus”, ha foglie verdi di colore chiaro lunghe fino a 15 cm. A colpirci sono i fiori rosa confetto, così perfetti da sembrare opera di un grafico.
Strophantus speciosus per la forma dei suoi fiori stellati e tentacolari a un tempo non può non catturare l’attenzione. Originario dello Zimbabwe e della parte più meridionale del continente africano ha fiori con lunghi petali di colore giallo chiaro caratterizzati da una macchia scura alla base. La vicinanza dei petali forma così un anello centrale rosso che contrasta con il colore di base.
Calliandra haematocephala, farà impazzire quelli fra voi che si ritengono esperti di piante: ha un fiore che sembra essere quello di una mimosa o di un’albizia e foglie come quelle di una bauhinia. Il genere appartiene alla sottofamiglia delle Mimosoideae e raccoglie circa 140 specie originarie della fascia tropicale del continente americano. Il nome popolare di questi fiori è “fairy duster”.

Informazioni
L’Orto Botanico di Palermo (via Linneo, Palermo) è aperto tutto l’anno (escluso Natale e Capodanno), in orari differenti a seconda delle stagioni: fino a febbraio chiude alle 17. Il biglietto intero costa 5 euro. A richiesta è disponibile un servizio guida.
Info tel. 091 23891236, http://www.ortobotanico.unipa.it

 Foto di Alessandro Mesini

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