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L’aspetto un po’ antico ha a lungo penalizzato le zinnie tanto da renderle nell’immaginario comune piante di poco fascino. Oggi, proprio come accade nella moda dove certe tendenze che sembravano superate tornano di attualità, anche le zinnie sono di nuovo al centro dell’attenzione. Lo scorso anno sono ricomparse anche alle mostre di giardinaggio riscuotendo un successo inaspettato. Romantiche, quasi nostalgiche e coloratissime, le zinnie sono una scelta perfetta per molti motivi, anche per chi è attento alla presenza di insetti pronubi in giardino: le farfalle non mancheranno di certo.
Dal seme alla piantina
Le zinnie sono piante annuali, da ricollocare ogni anno perché da noi temono il freddo. In genere sono proposte come piante da seminare. Si acquistano in buste con una foto per scegliere la forma e una didascalia per sapere le dimensioni che raggiungerà la pianta; il colore del fiore in genere è in mix, non specificato. E proprio il mix multicolore è sempre stato il punto di forza nell’immagine campestre delle zinnie. Zinnie così proposte possono essere utilizzate in aiuole dedicate, oppure inserite fra altre erbacee a fioritura contemporanea come le dalie e i tagete. Per assegnare loro un utilizzo più specifico, quindi progettuale, è necessario avere semi di una singola varietà, definita per caratteristiche ma anche per colore. Oppure si possono acquistare le piantine a primavera inoltrata che saranno fiorite fino all’autunno.
L’originale viene dal Messico
Il genere Zinnia conta più di venti specie, tutte originarie del continente americano anche se la loro culla d’origine è considerato il Messico perché è da qui che provengono le specie più utilizzate per formare le linee ibride oggi in coltivazione. Tutto iniziò con l’importazione alla fine del XVIII secolo della Zinnia elegans. Nella sua forma originaria si tratta di una margherita semplice di colore viola porpora che in coltivazione diede origine a piante diverse di cui iniziò subito l’isolamento e la selezione. Solo nella seconda metà del secolo successivo comparvero i primi fiori doppi e questo scatenò la corsa alla selezione portando alla creazione di varietà semplici, semidoppie, doppie, di colori, forme, dimensioni e disegni diversi.
Per chi parte dal seme
Le zinnie si seminano a spaglio, mescolando il seme con un po’ di terriccio, per migliorare l’uniformità di distribuzione ed evitare un sovraffollamento fin dall’inizio. Utilizzare un mix di sabbia e terriccio per semine in parti uguali. I contenitori devono essere protetti con una copertura trasparente, per non perdere troppa umidità e riparati dalle escursioni termiche, senza rinunciare alla luce. All’inizio, dopo aver ricoperto i semi con un leggero strato di terriccio, premere bene la superficie perché il seme non rimanga all’interno di sacche d’aria, e bagnare; si possono coprire anche con una pellicola trasparente che serve a mantenere la giusta umidità, ma non dovrebbe creare condensa. Mantenute a una temperatura di 18 °C circa, possibilmente stabile, e possibilmente senza scendere sotto i 16 °C; nel giro di 20-30 giorni, inizieranno a coprirsi di teneri germogli.
La semina in terrina o semenzaio protetto può già iniziare a febbraio, ma è meglio rimandarla all’inizio di marzo se si abita in collina dove la primavera arriva più tardi e il rischio è di trovarsi al momento del trapianto con piantine filate.
E per chi preferisce il trapianto
Chi acquista le piantine di zinnia, oppure le ha prodotte in proprio seminando in anticipo, deve metterle a dimora in tarda primavera, non prima dell’inizio di maggio, perché temono il freddo e l’andamento irregolare del clima degli ultimi anni (per esempio una gelata improvvisa) può essere fatale.
L’apparato radicale delle zinnie, in fase giovanile, è piuttosto delicato e le piante vanno poste nel terreno avendo cura di non rompere il pane di terra. Per fare questo bagnare bene il substrato prima di maneggiarle e preparare buche profonde e larghe almeno il doppio del pane di terra utilizzando un terriccio adeguato.
La distanza tra le piante cambia in funzione della varietà: per le zinnie “nane” tenete 20 cm per ottenere un effetto di copertura e avere masse verdi e colorate, il doppio se si piantano varietà di taglia elevata.
Buone norme di coltivazione
Le zinnie sono piante annuali, adattabili in fatto di terreno, che si avvantaggiano di una posizione soleggiata e calda, con ridotte escursioni termiche fra giorno e notte e fra le diverse giornate. Per avere la fioritura migliore serve una posizione molto luminosa. Senza il sole diretto riescono a fiorire, ma con meno intensità; all’ombra non vi daranno le soddisfazioni di cui sono capaci.
L’inizio della fioritura è in funzione della data di semina e dell’anticipo cercato. Può già iniziare a giugno e arrivare fino a ottobre. Per prolungare l’epoca di fioritura e produrre nuovi fiori è necessario eliminare i capolini secchi, cimando più volte la pianta. Siccome si tratta di piante sensibili alle malattie fungine è necessario eseguire l’operazione con forbici, cesoie o un coltello affilato, pulito e disinfettato. Per chi vuole piante folte con più steli fioriferi è consigliata la cimatura a livello della quarta foglia.
Proprio per la sensibilità all’oidio e alle altre patologie fungine, le zinnie devono godere di una buona ventilazione per evitare un ristagno di umidità ma senza esporle a correnti fredde.
Le zinnie temono il freddo che, al sopraggiungere dell’autunno, brucia i fiori ancora in essere seccando i petali che diventano color paglia, effetto che provoca anche l’acqua sui fiori ormai molto maturi.
Le piante sono capaci di sopportare brevi periodi di siccità e devono essere bagnate con parsimonia, distanziando le bagnature fra loro così che il terreno si asciughi e non si creino condizioni di ristagno.
Bagnare sempre e solo al piede evitando irrigazione a pioggia che, specie dove le piante sono state seminate a spaglio e quindi più ravvicinate, condizioni di persistente umidità sulle foglie e nel sottochioma che così possono essere facilmente attaccati dal mal bianco.
Le zinnie, una volta messe a dimora, non hanno bisogno di fertilizzazioni azotate che favoriscono lo sviluppo della vegetazione più che dei fiori, ma la somministrazione ogni due settimane di un prodotto specifico per piante da fiore in granuli ricco di fosforo e potassio così da favorire la maturazione dei tessuti e avere più fiori, colori decisi, steli forti.
Raccogliere i capolini maturi
La sensibilità al freddo della zinnia ne ostacola la diffusione per seme. Meglio spiccare i capolini maturi e secchi prima che disperdano i semi, lasciarli riposare in un luogo ventilato per eliminare l’umidità residua e gli insetti presenti. Poi i semi si possono conservare in luogo fresco, a temperatura stabile, al buio, in un vaso di vetro con tappo forato, all’interno di un sacchetto di carta.
Quale substrato
Le zinnie possono anche essere coltivate in vaso con successo e le piante acquistate in autunno, quando già fiorite e alte, possono essere mantenute nel contenitore d’origine o poste in uno più grande. La differenza fra le piante poste in piena terra e quelle in vaso sta nel tipo di substrato da utilizzare.
In piena terra le zinnie se la cavano bene un po’ ovunque ma danno il meglio in substrati organici, soffici e ben drenati, in vaso al terriccio per piante da fiore deve essere aggiunta una parte di sabbia pari a un quinto del totale. La sabbia può essere sostituita da ghiaia o da perlite. Sul fondo del vaso un drenaggio di ghiaia per favorire lo sgrondo è sempre ben accetto. Controllare che non ristagni acqua nel sottovaso ma bagnarle più spesso che in terra perché tendono ad asciugare in fretta. Ricordare che in entrambi i casi, vaso e giardino, aggiungere al substrato compost, terricciati o humus è sempre un’ottima scelta ed è questa la miglior concimazione che possono ricevere le zinnie.
Coltivando zinnie in mix o diverse varietà non si è certi di ottenere sempre piante uguali alla prima generazione, ma questo è il bello della semina.
Le varietà più belle