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Anche a dicembre, nelle giornate di sole, quando la temperatura è gradevole anche se fredda, avere un balcone vivace in cui trascorrere dei momenti di relax può essere molto piacevole. Nonostante non ci siano le fioriture colorate del periodo primaverile o estivo, fra foglie, bacche e fioriture di stagione, sarà sicuramente un posto interessante dove trascorrere del tempo.
L’importante è conoscere bene quali siano le caratteristiche del proprio balcone, in particolare l’esposizione e la temperatura, in modo da scegliere le piante giuste.
Precauzioni contro il freddo
Per decorare con le piante il balcone di dicembre occorre comunque mettere in atto alcuni accorgimenti per proteggerle dal gelo. La cosa più importante è la pacciamatura del terriccio: nei vasi bisogna quindi predisporre uno strato di corteccia spesso almeno 7-10 centimetri.
Se questo spazio non fosse disponibile (in genere si hanno solo 2-3 centimetri liberi tra la terra e il bordo del vaso) si può inserire il vaso con la pianta in un portavaso più grande e collocare fra l’uno e l’altro del materiale isolante come la corteccia, la carta di giornale appallottolata o gli imballaggi di plastica con celle piene d’aria. I vasi singoli di piccole dimensioni possono essere posti in fioriere rettangolari per ottenere un “effetto composizione” colorato e suggestivo.
I fiori
Alcune piante scelgono proprio i mesi invernali, e dicembre in particolare, per sbocciare offrendo una macchia di colore in giardino o sul balcone.
Ellebori
Gli ellebori sono fra le piante invernali di maggior diffusione perché l’offerta nei garden oggi permette di disporre a un prezzo ragionevole di vasi di buon diametro, 18-24 centimetri, con ricca vegetazione e fiori di colore e forma diversi.

Helleborus niger, elleboro “rosa di Natale.”
Sono facili da coltivare: in questa stagione devono solo essere bagnati con parsimonia, poi possono essere tenuti in vaso o messi in terra in giardino a primavera, quando il terreno non è più gelato. Gli estimatori apprezzano non solo le diverse specie e varietà a fiore bianco, ma anche quelle che sfoggiano una vegetazione ricca e particolare. Fra questi spicca Helleborus argutifolius, originario della Corsica, capace di raggiungere con il tempo uno sviluppo in altezza e in larghezza di circa un metro. Le foglie sono composte da tre elementi: quello centrale ellittico e quelli laterali disuguali, tutti con un interessante margine finemente spinoso.
Viole
Indistruttibili: questo è il migliore aggettivo per le viole, in particolare in inverno quando le piccole viole cornute sembrano essere noncuranti del freddo e solo quando questo si fa molto intenso rallentano o sospendono il loro ciclo vegetativo.
Basta però un po’ di sole e qualche giornata tiepida per avere nuovi fiori se si ha l’accortezza di bagnarle con moderazione ma continuità, perché amano substrati freschi.
Le proposte non mancano di certo, come la piccola Mickey della serie Penny, dove il viola chiaro contrasta su quello scuro, quasi nero, dei petali retrostanti, o la più classica Raspeberry Swirl EXP della serie Cool Wave, ibrido di Viola wittrockiana, bianca e lilla con disegno centrale scuro. Spesso acquistate in vasi piccoli, le viole, una volta a casa, vanno subito trapiantate in contenitori più grandi aprendo un poco le radici se sul fondo si è formato un pannicolo arrotolato su se stesso per dar loro modo di espandersi ed esplorare il terriccio a disposizione.
Le piante erbacee e quelle con le bacche
In questo caso sono il fogliame oppure le bacche colorate a creare un punto di interesse in giardino o sul terrazzo.
Cavoli ornamentali
Per le fioriere invernali, i cavoli ornamentali sono tra le preferenze degli italiani, che li inseriscono in fioriere e composizioni da esterno.
Sono piante di rapido accrescimento, che richiedono un terriccio fertile come quello da orto e acqua più abbondante delle altre piante erbacee invernali, seppure senza infradiciare il terreno, perché ancora in crescita e con una grande superficie fogliare. Alle varietà a foglia tonda, simili a un cavolo da orto classico, come White pigeon, se ne affiancano altre a foglia profondamente incisa e frastagliata come Lacy frog, più leggeri e informali.
Agrifoglio
Sono principalmente due le tipologie di agrifoglio proposte per il balcone invernale: quelle classiche, con foglie e bacche, e quelle spoglianti con molte bacche in evidenza. Ilex verticillat appartiene a questa seconda categoria. Le foglie prima di cadere passano dai toni rossi primaverili a quelli gialli autunnali.
Una volta nudi, i rami risaltano per le bacche arancioni che li ricoprono, tanto che può essere utilizzata anche come fronda recisa per le composizioni. Di facile coltivazione, con corteccia liscia e vegetazione concentrata nella parte distale dei rami, porta le bacche molto a lungo. L’agrifoglio desidera un terreno sciolto, ben drenato e ricco di humus. Gradisce bagnature regolari e abbondanti, distanziate fra loro così che il terreno asciughi, utilizzando acqua non dura o acidulata. L’esposizione migliore è in pieno sole o, al massimo, in mezz’ombra.
Skimmia
Le skimmie sono arbusti ideali per il balcone perché di dimensioni contenute, capaci di dare un senso di pieno, a crescita molto lenta e dotati di elevata rusticità. Sono indicate anche nei balconi poco luminosi, magari sul lato nord delle case, dove anche se non riesce a produrre una fioritura abbondante, conserva un aspetto decorativo tutto l’anno non spogliandosi mai.
Si tratta di una pianta di elevata rusticità, ma se nel periodo estivo è posta in pieno sole ingiallisce, diventa clorotica, si spoglia progressivamente e fiorisce in modo stentato. Le infiorescenze possono essere rosse, rubino, bianche o verdi. I boccioli si formano già in autunno o durante l’inverno e solo a maggio libereranno piccoli fiori in forma di stella. Nel periodo invernale, le varietà più apprezzate sono quelle che producono bacche in quantità come la Magic Marlot.
I sempreverdi
I sempreverdi allietano tutto l’anno il giardino o il balcone con il loro fogliame folto e verdeggiante.
Conifere nane
Le conifere in vaso sono facili da coltivare, resistenti, piuttosto adattabili e di crescita lenta, così che per molti anni potranno restare nello spazio a loro assegnato. Non tutte sono vere conifere nane ma spesso sono le condizioni di coltivazione, come il recipiente piccolo, a rallentarne la crescita e a mantenerne contenute le dimensioni.
Una volta che hanno raggiunto dimensioni difficili da gestire, specie quelle a sviluppo monocaule, non si pensi di ridurle cimandole e/o risagomandone tutto il profilo: è una mutilazione alla quale la pianta, stentando, cercherà di reagire per anni. Trasferitela piuttosto in giardino o regalatela agli spazi verdi del vostro comune. L’unica cura che non bisogna dimenticare durante l’inverno è bagnarla perché, seppur rallentata, ha ancora una certa attività. Non mancano abeti di grande effetto e di piccole dimensioni come Picea pungens, dagli aghi grossi di colore verde-azzurro su una corteccia molto chiara.
Eleagnus variegato
Ci sono diverse specie di eleagno sempreverdi: Eleagnus glabra, Eleagnus macrophylla, Eleagnus pungens e l’ibrido di queste ultime due, Eleagnus x ebbingei, tutte originarie dell’area asiatica. Eleagnus pungens Maculata è una delle varietà a foglia colorata più apprezzate. Originaria del Giappone, ha foglie cuoiose con variegatura centrale di un colore giallo oro che risalta con forza e si spande su tutto il fogliame formando un reticolo irregolare. In inverno spicca quanto una pianta fiorita.
L’eleagnus è una pianta ad accrescimento lento, talvolta quasi inesistente nei primi due anni, che non richiede potature se non per ridefinire la forma ed eliminare rami secchi o rotti. Ha portamento espanso e rami spinosi. La fioritura tardo autunnale, quasi trascurabile all’occhio, non passa comunque inosservata perché è così profumata da richiamare l’attenzione; i frutti, piccole bacche fra il rosso e l’arancione, sono occasionali.
Come bagnare le piante in inverno
Le piante che durante l’inverno sono ancora in vegetazione, per quanto il metabolismo sia ridotto, hanno bisogno d’acqua. Il segreto è bagnare con moderazione per mantenere un grado di umidità sufficiente del terreno tale da consentire alle radici di assorbire acqua senza mai infradiciare il terreno.
Per capire se le piante hanno bisogno d’acqua, in questo periodo dell’anno dove la temperatura del terriccio potrebbe ingannare quando lo si saggia con le dita, si può sollevare il vaso è necessario bagnare quando la sensazione, data non solo dal peso effettivo ma anche dal volume del contenitore e dalla vegetazione, è di “leggerezza”. Si deve bagnare con moderazione di mattina, quando la pianta andrà incontro a ore di sole e di temperature più elevate.
L’acqua non dovrebbe filare nel sottovaso pur bagnando la parte della zolla esplorata dalle radici e non solo la superficie del terriccio. Eccedere è un duplice errore, non solo perché si crea ristagno destinato a permanere per tempi lunghi a causa degli assorbimenti ridotti e della evaporazione trascurabile, ma anche perché con temperature di molto gradi sotto lo zero il vaso può trasformarsi in un blocco di ghiaccio.