La legna da ardere: guida all’acquisto

Più economica dei combustibili fossili come gasolio e gas, la legna da ardere richiede una certa cura nella fase di scelta iniziale e nella conservazione.

Alessandro Mesini
A cura di Alessandro Mesini
Pubblicato il 26/11/2017 Aggiornato il 26/11/2017
La legna da ardere: guida all’acquisto

L’inverno si avvicina e negli ultimi anni è innegabile che il consumo di legna è in netto aumento. I motivi sono diversi: il prezzo concorrenziale rispetto ad altre fonti energetiche, la possibilità di autoapprovvigionamento, il facile acquisto e la consegna a domicilio.
Ma un maggiore consumo si traduce anche in una maggiore pressione sul nostro patrimonio boschivo. Per preservarlo, si consiglia di acquistare legna da ardere solo da produttori autorizzati che rispettano le buone pratiche forestali, oggi da molti disattese. Vediamo le caratteristiche migliori che deve avere la legna da ardere.

Prima di acquistare

La prima cosa da sapere quando si acquista la legna da ardere è conoscere quanto è lunga la camera di combustione della nostra stufa, questo per evitare di acquistare legna di dimensioni eccessive che deve essere tagliata per essere utilizzata.
Distinguiamo tra legna da stufa e da camino: la prima varia dai 30 ai 40 cm di lunghezza, quella da camino è più lunga è arriva a 50 cm; la prima è in gran parte spaccata, nella seconda è maggiore il numero di tronchi interi.
La legna da ardere deve essere al momento dell’acquisto già secca, e capirlo non è sempre facile. La garanzia migliore resta la conoscenza diretta del fornitore che vorrà assicurarsi un rapporto continuativo e non troverà convenienza nel proporvi merce non conforme.
Senza ricorrere a strumenti, che pur esistono, per una valutazione immediata procedete come segue:
soppesate diversi pezzi di legna, anche presi nel cuore del mucchio per verificarne l’omogeneità, perché la legna secca è più leggera di quella bagnata,
battete fra loro due pezzi, se il suono è “vuoto” o musicale, la legna è secca, se sordo o “pieno”, la legna è umida,
osservate il colore: stagionando nelle superfici di taglio diventa più scuro per i fenomeni di ossidazione,
perdendo umidità, la legna può, ma non necessariamente, creparsi, in particolare sulla superficie di taglio,
nella legna secca il muschio presente sulla corteccia si stacca facilmente e si disgrega, in quella umida no.

Il costo è variabile

Il prezzo non può essere assunto come parametro qualitativo e varia molto dal periodo dell’anno (la legna in primavera è da stagionare e quindi costa meno), dalla pezzatura, dal tipo di legna, dalla consegna e dalla sistemazione.
Il consiglio è, prima di procedere all’acquisto, informarsi sui prezzi correnti in loco.
Esistono altre forme di vendita come quella del legno ordinato in pallet o in sacchi. Il legno ordinato in pallet è contenuto all’interno di una struttura, sempre di legno, fissata al pallet, così da formare un cubo. Questa forma di consegna, più costosa ma molto funzionale, perché già pronta, meno ingombrante, facilmente collocabile con un semplice transpallet, e con una produzione di molti meno detriti e sporco, è utilizzata più in città e realtà condominiali che nelle realtà di piccoli paesi dove gli spazi di stoccaggio nelle case singole e nei capanni nei giardini è maggiore.
La legna in sacchi, reperibile anche nella grande distribuzione, è riservata a chi solo occasionalmente accende il caminetto, quindi per convivialità e non per riscaldamento. Pulita, già in pezzi, di pronta accensione, è, ovviamente, anche la più costosa.
L’unità di riferimento della legna venduta per il riscaldamento domestico, quindi al consumatore finale, resta il peso, di solito espresso in quintali, perché a questi si riferiscono i prezzi correnti.

I legni più commercializzati

Il tipo di legno commercializzato dipende in gran parte da quanto offre il patrimonio boschivo nella zona di riferimento.
Proprio per questo il legno di conifere è più utilizzato al nord e dove sono presenti montagne rivestite da pinete e abetaie.
Per l’elevato contenuto in resina le conifere danno fiamma viva e rapida, sprigionano molto calore ma danno braci poco durevoli.
I legni di latifoglia per eccellenza per il loro potere calorifico sono tre: castagno, quercia e robinia. Per questo parametro non differiscono di molto, diverse sono le caratteristiche della fiamma.
La robinia brucia lentamente e, se non è spaccata, fatica ad accendersi. Quando è umida si consuma facendo poca fiamma e molto fumo, ma è economica.
Il castagno ha un fuoco allegro e i ceppi smossi liberano scintille. Ha fiamma viva ma si consuma lentamente.
La quercia è la migliore per quanto riguarda la durata nella stufa o nel caminetto. Legno molto duro, brucia lentamente, con fiamma media, e si utilizza la sera per ritrovare il mattino braci ancora vive sotto la cenere.

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