È l’ultima moda, da noi ancora poco diffusa, ma all’estero già praticata da alcuni anni. Si tratta del floating garden, il “giardino galleggiante” e si riferisce alla particolare modalità con cui vengono coltivate le piante, sospese in acqua all’aperto oppure anche sospese nell’aria in casa. Nel caso dei floating garden esterni, spesso si ha a che fare con coltivazioni condotte su strutture galleggianti dentro vasche o laghetti artificiali. La caratteristica principale di questa coltivazione è che manca il substrato di crescita: le piante non vivono con le radici affondate nella terra, ma sospese in acqua. Chi è abile con il fai da te e vuole mettersi alla prova può provare a realizzare un floating garden acquatico. Per iniziare, sono necessari la struttura galleggiante e le piante più adatte a questo tipo di coltivazione “fuori terra”, principalmente specie palustri.
Alla base del floating garden c’è la struttura galleggiante sull’acqua, chiamata “zattera”, che ha la funzione di punto di appoggio per la pianta lasciando che solamente le radici rimangano a contatto con l’acqua sottostante, per trarne nutrimento. In commercio esistono apposite zattere in materiali, forma e dimensioni differenti.
Le più utilizzate sono strutture in polistirolo espanso o in matrice porosa di materiale plastico, dotate di strutture alveolari forate. Le piante vengono alloggiate in questi alveoli con l’apparato radicale immerso nell’acqua ma avvolto entro tela a maglie larghe o in appositi vasetti a rete in materiale plastico. Lo scopo è permettere alla pianta di rimanere “ancorata” alla superficie galleggiante, senza scivolare via. Sono strutture molto durature ma meno belle finché le piante non sono in grado di coprire tutta la zattera. Le zattere in materiale legnoso, fatte con pezzi di legno, canne di bamboo, cortecce di piante ad alto fusto o sughero, sono più belle esteticamente ma di durata più breve poiché, a contatto con l’acqua, tendono a marcire e a disgregarsi.
Chi è dotato di buona manualità e desidera creare da sé la propria zattera può farlo utilizzando materiali naturali. Qui vi spieghiamo come fare un’isola galleggiante di circa 100 x 100 cm utilizzando canne di bamboo intrecciate tra loro e avvolte in due strati sovrapposti di eco-tessuto in fibra di cocco.
Che cosa occorre
Per creare una zattera di un metro quadrato, saranno necessarie 8 canne di bamboo della lunghezza di 1 m e un tessuto in fibra di cocco di 1 x 2 metri. Servono anche dei legacci da giardinaggio per tenere insieme le parti della struttura, terriccio di tipo universale e due mattoni compressi in fibra di cocco. Infine 9 piantine palustri della stessa dimensione.
Come si realizza
1. La struttura portante della zattera viene eseguita intrecciando e legando saldamente insieme le canne di bamboo: 4 in senso orizzontale e 4 in senso verticale. Sopra questa struttura viene poi adagiato il telo in tessuto di fibra di cocco, in modo che da un lato (nel disegno quello a sinistra) combaci alla perfezione con la canna. Poi il telo viene legato con i legacci alle canne. Il metro di tessuto a fianco rimane libero.
2. Sopra alla parte di tessuto attaccata alle canne, cioè nel metro quadrato verso sinistra, viene steso il substrato costituito da terriccio di tipo universale miscelato alla fibra di cocco ottenuta sciogliendo i mattoncini compressi dentro un catino di acqua (devono essere lasciati in immersione per circa un’ora). Questo substrato fornirà il nutrimento iniziale alle piante appena messe a dimora, fungendo da “starter”. Il tessuto libero a destra viene ripiegato sopra a coprire il substrato, come se fosse una tasca. Il tutto viene legato alla struttura di canne sottostante come se fosse una trapunta, anche agli incroci delle canne tra loro.
3. L’ultimo passaggio consiste nel posizionare le piante sulla zattera, mantenendo una distanza di almeno 30 cm tra di loro. Si eseguono i fori, con un taglierino o con forbici dotate di lame ben affilate, nel primo strato di tessuto, quindi si inseriscono le piante, adagiandole delicatamente con il loro pane radicale all’interno del foro. Meglio scegliere piante di piccole dimensioni, poco sviluppate, più stabili in questa prima fase di assestamento. Quindi la struttura deve essere sollevata da due persone, afferrandola dalla canne che sbordano e poi messa in acqua.
Cinque piante per cominciare
Non tutte sono adatte a questo tipo di coltivazione. È necessario scegliere specie palustri, prevalentemente rizomatose, che in genere vivono lungo i bordi dei laghetti perché tollerano ambienti saturi di umidità e crescono con le radici immerse nell’acqua. Vi suggeriamo queste specie fiorite.
1. Iris acquatici
Iris pseudacorus, specie appartenente alla famiglia delle Iridaceae, crea un vivace effetto decorativo nella composizione del giardino galleggiante, grazie ai suoi fiori esuberanti, larghi 7-9 cm, di colore giallo, che sbocciano a maggio-giugno, portati da un lungo stelo eretto. Le sue foglie nastriformi ed erette, di colore verde-azzurro, possono essere lunghe fino a 100 cm. Altre specie di Iris possono essere inserite nel giardino acquatico, tra cui Iris louisiana, specie più bassa (60-90 cm) che si contraddistingue per i fiori di colore blu (varietà ‘Blu’), ma anche viola (‘Black Gamecock’) o rossi (‘Red Wine’).
2. Giunco fiorito
Butomus umbellatus è una specie appartenente alla famiglia delle Butomaceae. Il nome ‘umbellatus’ deriva dalla struttura della sua infiorescenza a ombrella, che sboccia e si allunga a partire dal centro della pianta durante l’estate: è costituita da 20-30 fiorellini singoli, larghi 1,5-2 cm, di colore bianco-rosaceo. La pianta, alta fino a 80-100 cm, è formata da ciuffi di foglie lineari, lunghe in media 60-90 cm, di colore inizialmente porpora, tendente al verde.
3. Mestolaccia
Alisma parviflora e Alisma plantago-aquatica, chiamate comunemente “mestolaccia”, sono specie appartenenti alla famiglia delle Alismataceae, caratterizzate da una struttura a rosetta, formata da foglie ovali-lanceolate. La prima ha foglie gradevoli “a cucchiaio” con nervature evidenti e rimane piuttosto bassa, non superando generalmente i 30 cm di altezza, mentre Alisma plantago-aquatica può superare i 50 cm. Al centro della rosetta si sviluppa una lunga infiorescenza a pannocchia (alta circa 80 cm), che porta numerosi fiori a piattino composti da tre petali di colore bianco-rosato. Entrambe fioriscono tra maggio e settembre.
4. Salcerella
Lythrum salicaria è una specie appartenente alla famiglia delle Lythraceae, caratterizzata da ciuffi di foglie lanceolate, senza picciolo, con i margini leggermente arrotolati e inserite su steli eretti e ramificati. La pianta può superare il metro di altezza. Molto decorative sono le infiorescenze a spiga, composte da fiori stellati di circa 1 cm e di colore rosa porpora, che si aprono da fine giugno per tutta l’estate.
5. Calla di palude
Calla palustris, specie appartenente alla famiglia delle Araceae, è particolarmente adatta alla coltivazione in ambiente acquatico. La pianta è caratterizzata da eleganti fiori profumati, costituiti da uno spadice eretto giallastro avvolto da una spata ovale bianca e cerosa. I fiori si formano a partire da giugno e, in seguito alla fioritura, si sviluppano piccole bacche tonde di colore rosso. Le foglie sono ovali, spesse, portate da un lungo picciolo con una guaina basale. La pianta gradisce esposizioni ben soleggiate e acque tranquille. Rimane piuttosto bassa, entro i 25-30 cm di altezza.
La zattera costruita in bamboo non ha una lunga durata (2-3 anni al massimo) e tanto meno il tessuto in fibra di cocco, materiale biodegradabile che, nel giro di pochi mesi (6 mesi-un anno), a contatto con l’acqua tende a disgregarsi. La presenza di questo materiale è però indispensabile nelle prime fasi di assestamento e sviluppo delle piante. Il loro apparato radicale, con il tempo, andrà a inglobare il tessuto di fibra di cocco e le canne di bamboo e formerà un ceppo radicale che, nel giro di un paio di anni andrà a sostituire/costituire una zattera vivente.
Affinché la vegetazione possa vivere e crescere nella zattera galleggiante, è indispensabile che l’acqua del laghetto sia ricca di elementi nutritivi. Le piante, infatti, hanno bisogno anche dei sali minerali che si trovano sciolti nell’acqua, ma non sempre presenti nel quantitativo sufficiente a soddisfare le esigenze nutrizionali delle piante. Ecco, dunque, che risulta fondamentale ricorrere alla fertilizzazione, sciogliendo in acqua un prodotto apposito per piante acquatiche, che si può acquistare presso un centro di giardinaggio. L’etichetta del prodotto riporta sempre le istruzioni dettagliate per l’utilizzo corretto: modalità di uso, dosi, tempi di somministrazione, oltre alla composizione del concime. All’inizio, appena posizionate nella zattera, le piante si nutrono grazie al substrato che è stato inserito nella “tasca” creata con il tessuto in fibra di cocco: questo substrato ha la funzione di “starter”, ovvero di dare alle piante il nutrimento e l’energia iniziale necessaria per sviluppare un apparato radicale sufficiente ad ancorarsi alla zattera. In un secondo tempo, quando le radici si saranno sviluppate e avranno trapassato l’ecotessuto, si dovranno “accontentare” degli elementi nutritivi che pescheranno nell’acqua del laghetto.
La pulizia delle piante viene fatta normalmente nel periodo primaverile, eliminando foglie gialle o secche e lasciando lo spazio ai nuovi germogli che si sviluppano ogni anno dopo il riposo vegetativo invernale. In seguito alla fioritura, poi, è opportuno recidere le infiorescenze secche. Foglie gialle, disseccamenti o aree di marciume devono essere tempestivamente individuati perché potrebbero essere il sintomo di una condizione di sofferenza riconducibile a una carenza di elementi nutritivi (ma a volte anche a un loro eccesso) o dell’insorgenza di una malattia. Occorre rimediare.
Al momento dell’impianto è bene iniziare con piante piuttosto basse, che non superino i 50 cm, in modo tale da poterle sistemare in maniera stabile sulla zattera galleggiante. Una volta che le loro radici si saranno ancorate alla struttura portante e saranno quindi più stabili, inizieranno a crescere mantenendosi in posizione eretta. Nella disposizione delle diverse specie nel floating garden è bene rispettare un certo equilibrio geometrico, ponendo le piante più alte (giunco, salcerella e iris) al centro della composizione e quelle più basse (calla e mestolaccia) intorno.