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Durante i mesi più caldi dell’estate le cure per il prato devono essere specifiche e diverse da quelle primaverili o autunnali. Il prato necessita di tagli appropriati, nei momenti giusti. Per esempio è importante tagliare l’erba solo quando è asciutta per evitare che parte dello sfalcio ricada a terra e formi un feltro che potrebbe soffocare il prato e quindi favore l’insorgenza di patologie funginee. La maggior parte dei tosaerba infatti non è in grado di aspirare l’erba bagnata né di fare un buon taglio. Ma anche le irrigazioni sono fondamentali, per evitare che il prato possa seccare o marcire.
Il taglio dell’erba
Nei mesi estivi è meglio mantenere l’erba all’altezza massima possibile, sui 10-15 cm. Questo perché steli più alti hanno radici più profonde e possono cercare meglio l’acqua presente nel terreno e, inoltre, ombreggiano di più il suolo, riducendo l’evapotraspirazione e proteggendo dall’irraggiamento solare diretto i giovano steli in crescita. Prima di effettuare il taglio, è opportuno rastrellare la superficie in modo da eliminare foglie e detriti (rami o pietre) che potrebbero rovinare le lame del tosaerba. Quindi tagliare l’erba una volta alla settimana, avendo cura di eliminare i residui dalla superficie, nel caso si disponga di un tosaerba senza cestello di raccolta.
Gli attrezzi necessari
Tra le cure per il prato, il taglio dell’erba è molto importante e deve essere fatto con lo strumento giusto: un tosaerba efficiente e di potenza adeguata alla superficie che deve essere rasata. Il tosaerba può essere a motore, elettrico, a batteria, con cestello di raccolta o meno. Alcuni tosaerba sono predisposti per il taglio mulching, ovvero l’erba tagliata viene finemente sminuzzata e poi rilasciata sul terreno, dove l’azoto contenuto viene velocemente riassorbito dal terreno e utilizzato come concime.
Oggi sono disponibili anche i robot rasaerba che funzionano in automatico a orari preimpostati, tutti i giorni. Sono pratici perché a noi consentono di risparmiare tempo e il prato, tagliato solo di qualche millimetro tutti i giorni, ne ottiene grandi vantaggi. I modelli in commercio sono silenziosi, da scegliere in base alla metratura del terreno.
Per le rifiniture, vicino a degli ostacoli o su terreni poco agevoli o scoscesi è necessario il decespugliatore che può essere utilizzato anche per eliminare le sterpaglie e per sfalciare l’erba quando è troppo alta. Per i giardini di piccole dimensioni potrebbe essere sufficiente un modello con motore elettrico; per superfici dai 1000 metri quadrati, meglio utilizzare modelli più potenti.
Le annaffiature
Durante i periodi estivi più caldi, da giugno fino a metà settembre, è consigliabile bagnare il prato al mattino presto, l’ideale sarebbe un paio d’ore dopo l’alba. Meglio evitare le ore più calde perché l’acqua evapora velocemente, si rischia lo shock termico e l’effetto lente solare che potrebbe bruciare il prato. Non bagnare di sera tardi perché di notte potrebbe esserci del ristagno idrico che favorisce le malattie fungine.
La frequenza di bagnatura del prato deve essere di circa una volta al giorno o, massimo ogni due giorni, per la durata di venti minuti; intervenire in ogni caso solo a terreno asciutto. Irrigazioni più frequenti con minori quantità d’acqua sono sbagliate perché l’erba non sviluppa un apparato radicale profondo ma superficiale che non conferisce una buona resistenza al calpestio.
È importante sapere che un terreno argilloso trattiene molta più acqua di un terreno sabbioso; quest’ultimo però si asciuga molto in fretta.
Gli strumenti indispensabili
In genere per bagnare il prato si installa un impianto automatico d’irrigazione. Tuttavia bisogna dire che non esiste ancora un sistema così “intelligente” da raggiungere tutti i punti del giardino e in grado di soddisfare tutte le diverse esigenze idriche delle piante. Con un impianto si fornisce il quantitativo standard di acqua necessaria, ma ci saranno sicuramente piante più esigenti o periodi di particolare calura e siccità che richiederanno il nostro intervento. In ogni giardino, poi, non manca mai il vaso o la serie di vasi isolati che si devono bagnare a mano con regolarità e frequenza.
Molto pratico e alternativo o da integrare al sistema automatico di irrigazione, è il classico tubo di irrigazione deve rispondere a precise caratteristiche: leggero, durevole, resistente alla compressione e al freddo così da non temere se il gelo arriva quando è ancora all’esterno, facile da piegare ma difficile da snervare così che non si “strozzi” impedendo il regolare flusso dell’acqua. Fra le proposte degli ultimi anni più apprezzate dal pubblico, ecco i tubi a lunghezza variabile che con il passaggio dell’acqua si allungano per accorciarsi quando vuoti. I vantaggi sono il minor ingombro, l’utilizzo di plastica ridotto oltre il 50%, la leggerezza, e la resistenza al freddo. Alla fine di ogni tubo abbiamo l’esigenza di dotarci di una serie di accessori del tipo attacco rapido per assolvere a diverse esigenze: da irrigare a pieno getto a spruzzare delicatamente creando un effetto pioggia. Le pistole multigetto consentono di selezionare in quale forma vogliamo fare uscire l’acqua dal tubo, e basterà agire sull’impugnatura ergonomica per dosarne l’intensità.