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Un angolo ombreggiato e umido del giardino è perfetto per coltivare questa pianta erbacea perenne, a portamento tappezzante, ovvero in grado di allargarsi molto lateralmente, che potrà occupare ampie superfici nelle aiuole meno soleggiate e calde.
Già coltivata nell’antico Egitto la menta era molto usata anche dai Romani: la usavano in cucina, come pianta medicamentosa e anche per pulire. Le foglie venivano strofinate sul piano del tavolo per pulirne, anche se sommariamente, la superficie. Oggi è apprezzata per infusi, decotti e per preparare pietanze e bevande fresche.
Menta: una pianta, tante specie
Le specie di menta, e gli ibridi, sono molti, tutti appartenenti al genere Mentha (M. suaveolens, M. rotundifolia, M. spicata, Mentha x piperita …) e alla famiglia delle Lamiaceae. Le loro foglioline possono essere ovali più o meno allungate, di colore verde chiaro, scuro e, in alcune varietà, anche rosso porpora; in ogni caso, i loro tessuti contengono ghiandole in grado di produrre un’essenza aromatica intensa, di un profumo forte e caratteristico, con sentori leggermente diversi, ma sempre inconfondibili e molto apprezzati.
È molto esuberante: può diventare infestante
L’apparato radicale della menta, di tipo rizomatoso, è molto vigoroso e fa sì che questa pianta, oltre a sopravvivere nei mesi più freddi, tenda ad allargarsi notevolmente durante il periodo vegetativo producendo sempre nuovi germogli dai quali si sviluppano giovani piantine. Per questo suo comportamento, la menta può divenire una specie infestante, soprattutto se viene coltivata su terreni freschi e mantenuti sempre leggermente umidi, meglio se arricchiti con sostanza organica.
Come tagliare la menta
Per contenere l’esuberanza della menta ed evitare che la pianta si allunghi svuotandosi alla base, bisogna ricorrere alla cimatura durante tutto il periodo vegetativo. Già l’utilizzo dei germogli recisi a scopo culinario è una sorta di cimatura, ma non è quasi mai sufficiente. Questa va eseguita con una forbice da fiorista. Tutti gli steli devono essere accorciati di almeno la metà della loro lunghezza, senza aver paura di rovinare la pianta che è caratterizzata da una notevole vigoria e velocità di sviluppo. In questo modo, le piante vengono mantenute basse e, allo stesso tempo, si stimola l’emissione dei germogli laterali piuttosto che il loro continuo allungamento, ottenendo l’infittimento delle piante e anche il miglioramento estetico dell’aiuola. Allo stesso scopo, con la cimatura si recidono le infiorescenze non appena iniziano a svilupparsi, a partire da fine primavera, impedendo loro di fiorire e indebolire le piante a scapito dello sviluppo del fogliame. La fioritura della menta, del resto, non è molto appariscente e non è ritenuta di pregio: piccole spighe formate da fiorellini tubulari di colori tenui, bianco rosacei, che non hanno valore dal punto di vista ornamentale.
Fare le talee di menta
Volendo propagare la menta, a seguito della cimatura è possibile approfittare del materiale erbaceo reciso. Gli apici più belli e vigorosi, infatti, possono essere utilizzati come talee, da far radicare per ottenere piantine nuove, identiche a quella di partenza. Questo metodo di propagazione è molto semplice ed efficace, e può essere eseguito durante tutto l’arco dell’estate. Come si procede? È necessario scegliere le porzioni apicali di stelo più sane e forti, che sono state asportate dalla pianta con la cimatura, lunghe in media 6 cm, formate da 4-5 paia di foglie, oltre all’apice. Le due paia di foglie più basse vengono asportate, strappandole manualmente, lasciando i due rispettivi nodi nudi.
Piantare le talee di menta
Le talee così preparate vengono inserite in una terrina contenente terriccio morbido (si può acquistare quello specifico per talee, oppure miscelare 2/3 di substrato universale e 1/3 di sabbia), interrando i due nodi basali e mantenendo fuori solo i 2-3 nodi con le foglie. Le talee vengono tenute a una distanza di circa 5 cm l’una dall’altra. Il terriccio viene inumidito quanto basta, senza inzupparlo di acqua. La terrina con le talee viene conservata in una posizione luminosa, ma non raggiunta dal sole diretto (piuttosto in semiombra), per un mese circa, controllando sempre le condizioni di umidità del terreno e provvedendo a nebulizzare per mantenerne sempre il giusto grado. Già dopo circa un paio di settimane, le talee dovrebbero iniziare a radicare. Per verificarlo basta osservarle: ogni talea deve essere verde e turgida, e iniziare a mostrare i primi segni di sviluppo del germoglio apicale. Quando le talee si saranno irrobustite sufficientemente, a fine estate, potranno essere trasferite in vasi singoli (sceglierli del diametro di 10 cm), contenenti sempre terriccio morbido e umido, ma ben drenato. In autunno o a fine inverno, le nuove piante potranno essere messe a dimora in piena terra.