Mettere a dimora le peonie

A settembre inizia il periodo migliore per mettere a dimora le peonie. Le temperature sono ancora relativamente calde e, prima che venga freddo, la pianta appena messa a dimora ha il tempo di attecchire e sviluppare l’apparato radicale che le servirà per riprendere la sua attività vegetativa la primavera successiva.

Anna Zorloni
A cura di Anna Zorloni
Pubblicato il 18/09/2018Aggiornato il 18/09/2018
Mettere a dimora le peonie

Per mettere a dimora le peonie si utilizzano solitamente piante a radice nuda, o tuberi germogliati. Bisogna però considerare il tipo di peonia con cui si ha a che fare: le peonie, infatti, non sono tutte uguali, ma vengono distinte principalmente in peonie di tipo arbustivo e peonie di tipo erbaceo.

Due tipi diversi di peonie

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Le peonie arbustive sono dei veri e propri arbusti con fusto legnoso e rami che in inverno si spogliano completamente delle foglie fino a rigermogliare a primavera. Nelle peonie erbacee, invece, la parte aerea secca completamente ogni anno in inverno; rimane solo il tubero quale organo di riserva nel terreno; da questo la pianta si riforma germogliando ogni primavera.

Le peonie arbustive sono dei veri e propri cespugli legnosi e hanno uno sviluppo maggiore, raggiungono infatti circa 2 metri di altezza, mentre quelle erbacee si mantengono più basse, mai oltre un metro di altezza. Entrambe si allargano lateralmente fino ad un ingombro di un paio di metri.

Riguardo l’esposizione, le peonie arbustive prediligono zone a mezz’ombra, mentre le peonie di tipo erbaceo preferiscono zone soleggiate, condizione che permette loro di fiorire più abbondantemente.

Che caratteristiche deve avere il terreno?

Una volta scelta la specie e varietà che vogliamo, è necessario preparare il terreno prima di mettere a dimora le peonie.

Una lavorazione poco profonda servirà a dissodarlo, eliminando erbacce, sassi e altre impurità, e a renderlo più morbido e leggero. Se il terreno è troppo pesante, è utile incorporare un po’ di sabbia e torba, così da renderlo anche più permeabile e con una maggiore capacità drenante: i ristagni idrici, infatti, sono dannosi all’apparato radicale della pianta, che andrebbe incontro allo sviluppo di marciumi e malattie fungine.

Nel caso di un terreno impoverito, è utile incorporare concime organico (ad esempio letame), in modo da arricchirlo e renderlo più fertile, così da aiutare le piante a riprendere l’attività vegetativa primaverile con maggiore vigore.

L’impianto

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Quando si scava la buca d’impianto, si consideri che le peonie arbustive vanno piantate ad una distanza l’una dall’altra di circa 1,3 – 1,5 m, anche se spesso questo tipo di pianta viene coltivata isolata; quelle erbacee, invece, più spesso coltivate in gruppi, devono essere distanziate l’una dall’altra di circa 80 cm.

In entrambi i casi, la buca deve essere profonda circa 40 cm e larga uguale. Sul fondo della buca si dispone uno strato di un paio di cm di materiale drenante, come, ad esempio, ghiaia o sabbia grossolana. Una volta alloggiata la peonia nella buca, la si ricopre con terriccio di tipo universale, misto a concime (letame).

Nel caso delle peonie erbacee, i germogli del tubero messo a dimora devono essere interrati a una profondità di non oltre 4-5 cm.

Nel caso delle peonie di tipo arbustivo, il punto d’innesto (che si trova appena sopra la zona del colletto della pianta ed è visibile come un ingrossamento del fusticino) va interrato a circa 8-10 cm di profondità.

Subito dopo la messa a dimora è bene bagnare bene il terreno per farlo aderire bene alle radici della pianta.

Ci vuole tempo

Appena messe a dimora le peonie, per segnalare la presenza delle giovani piante è sempre consigliabile conficcare una o più canne, o bacchette, nel terreno attorno ad essa.

Si consideri che una peonia inizierà a fiorire dopo circa due anni dalla sua messa a dimora. Si tratta, però, di una pianta molto facile da coltivare, che richiede poche cure e di lunga durata: ogni anno regalerà splendidi fiori.

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